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Amine Kalem si caricaIl pongismo italiano, guidato dal direttore tecnico Alessandro Arcigli e dal tecnico Donato Gallo, sta vivendo a Rio una Paralimpiade da record. Con Giada Rossi già in semifinale e Michela Brunelli nei quarti, anche Amine Kalem è arrivato al penultimo atto. C'è riuscito nel modo più indiscutibile, rimontando il campione uscente Ma Lin da 1-2 a 3-2 e dominandolo letteralmente nel quarto e nel quinto set.

Domani alle ore 16,45 sfiderà l’olandese Gerben Last (che lo precede di un posto, 8° contro 9°, nel ranking internazionale), bronzo a Londra 2012, che si è imposto per 3-1 (11-7, 12-10, 11-13, 11-5) sull’austriaco Stanislaw Franczyk (prendendosi la rivincita rispetto alla semifinale di quattro anni fa), per contendergli l’accesso alla finale.

Il cinese ha avuto una partenza lanciata (6-2) e il rientro dell’azzurro si è fermato sul 6-9, perché gli ultimi due punti sono andati al suo rivale.

Nel secondo set Kalem ha fatto il Ma Lin o meglio il Ka Lim (4-0) e ha retto bene a tutti i tentativi di rimonta dell’asiatico. Dal 6-5 è salito al 9-5 e dal 9-7 si è issato ai set-point, sfruttati alla prima occasione.

Il terzo parziale si è aperto con il capofila mondiale in forcing (5-2). Sull’8-3 Amine ha messo a segno un 5-0 che ha riaperto i giochi. Il cinese, però, ha risposto con un 2-0 e dei due set-point il piemontese d’adozione ha annullato solo il primo.

Non essendo però uno che si arrenda facilmente, il suo inizio di quarta frazione è stato da applausi (5-1). Il prosieguo, se possibile, è stato anche meglio, e Ma Lin ha vissuto un piccolo incubo pongistico (11-5).

Costringere alla “bella” il migliore atleta del Pianeta potrebbe già essere un obiettivo soddisfacente, ma i campioni non si accontentano e infatti Kalem non lo ha fatto. È andato avanti per 5-1 e non ha sollevato il piede dall’acceleratore (9-2). Un colpo di coda disperato ha portato Ma Lin sul 9-5, ma l’azzurro era pronto all’impresa e non ha allentato la morsa: cinque match-point consecutivi e chiusura alla prima chance.

Un risultato che conferma che Amine è capace di tutto: di perdere contro il brasiliano Diego Moreira un match che avrebbe dovuto vincere e qualche ora dopo di tirare fuori dal cilindro del suo talento la prestazione più entusiasmante di una vita sportiva ai massimi livelli ancora breve. Capace, a questo punto, anche di sognare una medaglia.