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L'ufficializzazione avverrà il 15 gennaio, ma lo sarà sulla base delle classifiche, che sono già a disposizione, anche se non saranno l'unico elemento di valutazione. L'Italia, salvo sorprese, avrà alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro di settembre cinque atleti, che rispondono ai nomi di Michela Brunelli, Giada Rossi, Clara Podda, Andrea Borgato e Raimondo Alecci, mentre per Amine Kalem il punto interrogativo è ancora d'obbligo. «Michela Brunelli - spiega il direttore tecnico Alessandro Arcigli - è abbondantemente qualificata in classe 3, essendo al sesto posto in graduatoria. Ormai per il nostro movimento è un'autentica sicurezza. Ha disputato una stagione strepitosa, giocando tutti i tornei ad alto livello, compresi gli Europei, ai quali si è piazzata terza a squadre 1-3». Per la veronese si tratta della terza Paralimpiade in carriera, dopo quelle di Pechino 2008, nella quale fu argento a squadre, e di Londra 2012. Le possibilità di vedere in Brasile anche la friulana Rossi e la romana Podda sono molto elevate. «Giada e Clara - osserva il dt - sono nona e decima in classe 1-2 e ad andare a Rio saranno le prime 11. Il risultato di Giada è totalmente inaspettato e bellissimo, essendo con i suoi 21 anni la più giovane a essere ammessa nella sua classe. Lavorava con l'obiettivo di Tokyo 2020, poi con il passare del tempo ha iniziato a crederci. Soprattutto a settembre si è espressa al massimo, vincendo a Ostrava, in Repubblica Ceca, battendo in finale la russa Nadezda Pushpasheva, bicampionessa europea e argento mondiale. Agli Europei ha fatto bronzo con Brunelli. Oltre a qualificarsi, si candida a un ruolo da protagonista». Per la Podda, bronzo ai Mondiali del 2014, sarebbe la quinta Paralimpiade pongistica consecutiva, avendo iniziato con Sydney 2000, cui si somma però la sesta ad Atlanta 1996 disputata nel nuoto. Vanta il record italiano nei 50 rana ed è una campionessa a tutto tondo. «Non era facile per lei questa volta e ha strappato il pass con i denti. Pur essendo molto esperta, mentalmente ha un entusiasmo da ragazzina. Nonostante i moltissimi risultati conseguiti, non ha mai pensato di vivere sugli allori. Cerca sempre di migliorarsi e guarda al futuro anche in termini di soluzioni nuove con i materiali. È un esempio e un punto di riferimento per tutti».

Il rodigino Andrea Borgato è decimo in classe 1 ed è dunque realisticamente a Rio, dove andranno i primi 11. Era già presente a Londra. «Come Clara - ricorda Arcigli - Andrea è bronzo iridato in carica. Da quei Mondiali ha avuto un calo di rendimento, per problemi di vario genere, ma è riuscito a limitare i danni. È sicuramente una delle frecce più precise al nostro arco, perché nelle occasioni che contano non ha mai deluso. In questi mesi il tennis tavolo sarà la parte più importante della sua vita e anche a Rio sarà da medaglia». Era in gara già a Londra anche il catanese Alecci, che è stato artefice di una rimonta incredibile. «Ha avuto una stagione non entusiasmante - afferma il direttore tecnico - e con la classifica al 30 novembre era fuori dai Giochi per sei posti. A meta dicembre ha deciso di andare in Costarica a fare un torneo extra programmazione, da solo e a sue spese, e ha guadagnato ben 53 punti e sette posizioni in graduatoria. Ha vinto il singolare di classe 6 e, avendo bisogno di punti, ha giocato a squadre in classe 8, battendo lo svedese Anderson, ex campione continentale e medagliato paralimpico. Il successo in quella partita gli è valso 32 punti ed è stato decisivo. Con la forza della disperazione ha ottenuto un risultato clamoroso. Si merita questo biglietto per Rio». Più complicata la situazione di Kalem, 32enne di origini tunisine, che è quattordicesimo in classe 9 e sarebbe fuori per un posto. «Bisognerà valutare se coloro che lo precedono abbiano i requisiti di numero minimo di tornei. Amine, che si è sposato e ha avuto una figlia in Italia, è stato comunque strepitoso, perché ha ottenuto la cittadinanza a inizio marzo. Si è sobbarcato un numero spropositato di tornei e da zero ha letteralmente scalato il ranking in otto mesi. Ci ha creduto e se non si qualificherà sarà la prima riserva. È bravo come atleta e come persona ed è stato un vero valore aggiunto per la Nazionale».

Cinque/sei qualificati per l'evento principale del quadriennio sono un bilancio di rilievo assoluto ed è più che giustificata la soddisfazione di Arcigli e del resto dello staff, composto dal suo braccio destro Donato Gallo e dagli altri tecnici Elisa Marzolla e Federico Puglisi. «Ormai nel mondo si gioca ovunque a tennis tavolo e in alcune nazioni investono più sui paralimpici che sui normodotati. Cerchiamo, con l'impegno quotidiano, di continuare a emergere e siamo felici di riuscirci».

La nazionale paralimpica