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Abbiamo chiesto ad Alessandro Arcigli, che ha vissuto in prima persona un'altra memorabile edizione di Campionati Europei Paralimpici con i suoi splendidi atleti di commentare le loro prestazioini ed i loro successi. Nell'incedere del racconto che non dimentica nessuno, tutto il suo entusiasmo e la sua soddisfazione.

 

"Durante il volo di rientro a casa trovo la forza per scrivere un breve commento su quanto di meraviglioso è accaduto a Vejle nei giorni scorsi.


Iniziamo a parlare delle 4 splendide, e per molti versi inaspettate, medaglie. La prima, l'unica ottenuta durante le gare di singolare, è arrivata dalla giovane friulana Giada Rossi, bronzo nella classe 2 femminile. Come dicono gli esperti, le medaglie si pesano e non si contano ed, in quest'ottica, la medaglia di Giada ha un "peso" particolare. Giada è giovanissima (20 anni appena); pratica il tennistavolo da pochissimo tempo (più o meno 4 anni); è inserita in uno dei progetti federali denominato "Tokyo 2020" da soli 10 mesi e fino a qualche mese fa' era la cenerentola dei tornei paralimpici internazionali.  La sua determinazione,  quella dei suoi familiari, del tecnico che la segue per conto della federazione (Marino Filippas) e di quelli che la seguono per conto dalla società (Valentina Ros e, prima di Lei, Andrea Olivo), della Pol. San Giorgio Porcia (che ha creduto immediatamente nelle sue potenzialità) e dei Rangers di Udine (che la ospitano durante gli allenamenti federali) ed, infine, della Federazione che mi ha messo nelle migliori condizioni per individuare ed allenare sia Lei che un folto gruppo di giovani da affiancare ai senior della nazionale paralimpica, sono le componenti che hanno creato un mix fantastico che ha portato alla conquista del bronzo. E se il buon giorno si vede dal mattino, non possiamo che aspettare e lavorare. Consideriamo, tra l'altro, che in semifinale la forte atleta friulana si è trovata a condurre con l'irlandese Mc Carron per 2 a 1 ed 8-2.

Anche le altre medaglie hanno un peso particolare. Non credo di fare torto a nessuno se inizio con quella che mi ha colpito particolarmente, e mi riferisco alla gara a squadre di classe 2 maschile. Le altre due squadre sul podio, donne di classe 2-3 ed uomini di classe 1, sono due compagine vincenti da anni (pur con modifiche nella composizione dei vari team), mentre gli uomini di classe 2 non avevano mai potuto assaporare la soddisfazione di un podio europeo. Entusiasmante l'affermazione ai quarti di finale con la Serbia, ottenuta grazie ad un doppio giocato perfettamente sia da Giuseppe Vella che da Federico Crosara ed al successivo singolo vinto dal siculo - friulano Vella su Goran Perlic, grande atleta e grande uomo nell'accettare il verdetto di una partita per la quale non riesco a trovare aggettivi idonei a descrivere il tourbilion di emozioni provate da tutti coloro che, dal vivo o da casa, hanno avuto occasione di vederla. Strepitoso Vella, che corona così una carriera esemplare e premia il sottoscritto che ha continuato a credere nelle sue potenzialità e che più volte lo ha fatto desistere da propositi di prematuro ritiro. Ricordo ancora la discussione a caldo ai Mondiali 2014, decisiva a costruire questo successo. Non dimentico certo di elogiare Federico Crosara,  e non solo per le "mitiche" brioche di mamma Graziella o per la disponibilità di papà Francesco. In più occasioni sono stato ospite a casa Crosara durante i frequenti viaggi a Verona, autentico polo di allenamento Paralimpico e, volta per volta, ho notato la crescente determinazione di Federico che, reduce da un lungo infortunio, ha bruciato le tappe ed è rientrato alla grande.


Quinto campionato europeo consecutivo con la squadra di classe 1 maschile a medaglia, nonostante siano sempre cambiati (totalmente o parzialmente) gli artefici dei successi. Come due anni fa' a Lignano, Federico Falco ed Andrea Borgato (orfani questa volta di Marco Pizzurro), hanno battuto nell'incontro decisivo l'Ungheria, questa volta però la partita serviva a vincere l'argento e non il bronzo (come nelle altre quattro edizioni), decisivo il doppio, vinto 11-9 al quinto set e la vittoria del giovanissimo Falco sull'esperto Kaiser. Anche in questo caso la medaglia arriva grazie ad uno dei giovani più promettenti del vivaio Paralimpico, solo 21 anni Federico ha la fortuna di affiancare uno degli atleti più competitivi della categoria, Andrea Borgato. Stare accanto ad un campione come Andrea consentirà al veronese di crescere sportivamente ed umanamente.


Dulcis in fundo parliamo della medaglia ottenuta dalle donne di classe 2-3. Michela Brunelli e Clara Podda, già campionesse europee a squadre nel 2005, dopo aver fatto da esempio a due campionesse del calibro di Pamela Pezzutto e Federica Cudia,  si trovano adesso in squadra un'altra giovane atleta destinata ad un roseo futuro, Giada Rossi. Ancora una volta, questo mix ha consentito di trarre migliori risultati. L'inedito doppio Brunelli/Rossi è stato decisivo in entrambe le partite vinte (Turchia e Francia) ed ha portato l'unico punto nell'incontro perso con l'Inghilterra, permettendo così di superare le britanniche nel conto dei set della classifica avulsa.  Premiata la scelta di "nascondere" nel corso dell'anno questa carta a sorpresa e di sfoderarla al momento decisivo.
Altro momento topico del torneo sono stati la vittoria di Michela Brunelli sula Turca Altintas ( che in singolo l'aveva superata agevolmente togliendole la soddisfazione del meritato podio individuale) ed i due inaspettati set vinti da Giada Rossi sulla turca Cakir e sulla britannica Campbell.

Conclusa l'analisi delle quattro gare in cui siamo andati a medaglia, passiamo adesso ad analizzare la "grande" compattezza di questo splendido gruppo. Il mix di atleti con tanta esperienza e giovani di rosee aspettative ha funzionato alla grande e si è riuscita ad amalgamareuna squadra coesa e solida. Già agli stages si viveva un clima sereno, ma determinato. La consapevolezza di aver ben lavorato ha dato la forza per superarei tanti momenti difficili ed i risultati conseguiti premiano l'intero gruppo. Concludo con i ringraziamenti ed inizio, come al solito, con Donato Gallo, il mio braccio destro (e spesso anche sinistro); ci sono poi i due giovani tecnici Federico Puglisi ed Elisa Marzolla, instancabili nei numerosi ruoli in cui si sono dovuti "dividere" ed i due assistenti sanitari Orlando Gilardi ed Eva Pittini, indispensabili e professionali a cui aggiungo Carmela Castro, decisiva nel corso dei raduni pre-europei. Come dimenticare, infine, di ringraziare i quattordici atleti? Le donne Clara Podda, Giada Rossi e Michela Brunelli e poi gli uomini Federico Falco, Andrea Borgato, Federico Crosara, Giuseppe Vella, Marco Santinelli, Daniel Paone, Raimondo Alecci, Francesco Lorenzini, Samuel De Chiara, Lorenzo Cordua ed Amine Kalem ed i loro tecnici Valentina Ros, Francesco Cosci, Xu Fang, Sych, Andrea Arnaboldi, Andrea D'Elia, Giovanni Bruttomesso, Stefano De Pantz, Fabrizio Puglisi, Marino Filippas e Luigi Sciannameo che, con costanza e competenza, hanno curato la preparazione nel corso dell'anno presso le società d'appartenenza.

Last but not least ringrazio la Federazione ad iniziare dal Presidente Franco Sciannimanico, sempre pronto a soddisfare convintamente le numerose e complesse esigenze di un gruppo così variegato come quello paralimpico; per poi passare all'intero Consiglio Federale, al Segretario Generale Giuseppe Marino ed, infine, al Responsabile del settore paralimpico federale Luca Rizzoli, per il quale mi sembra doveroso spendere due parole di sincera gratitudine. Si può espletare il proprio lavoro in tanti modi, ma la competenza, la disponibilità e l'umanità di Luca sono un valore aggiunto per la nostra Nazionale e parte del merito dei risultati ottenuti nel corso di questa fantastica stagione è anche la sua."

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