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aaaNAZIONALEDue anni dopo Londra 2012, il movimento pongistico paralimpico italiano gode di buona salute: il 2014 ha portato due medaglie ai Campionati mondiali, ottimo viatico di avvicinamento per le Paralimpiadi brasiliane nel 2016.

Ecco come vede la situazione del settore paralimpico il DT Alessandro Arcigli.

Rio, stiamo arrivando. È vero, mancano ancora due anni - la quindicesima edizione dei Giochi paralimpici andrà in scena in Brasile dal 7 al 18 settembre 2016 -, ma un grande evento comincia molto prima della sua cerimonia di apertura. E una buona preparazione, per essere tale, richiede non mesi, ma anni. Perché i risultati non arrivano mai per caso, ma sono il frutto di una puntuale organizzazione. Ed a Rio porteremo solo atleti competitivi, che possano giocarsela per una medaglia.”

Che anno è stato il 2014?

"Gli atleti paralimpici della Nazionale italiana, hanno vissuto un 2014 da leoni: Clara Podda e Andrea Borgato sono stati i protagonisti assoluti dei Campionati mondiali - che si sono disputati a settembre in Cina – durante i quali le due medaglie di bronzo individuali ed i due quarti posti a squadre hanno messo in mostra l'ottimo stato di salute del movimento pongistico paralimpico italiano."

Dietro di loro molti giovani.

“Sì il dato davvero positivo è il visibile cambio generazionale, perché insieme all'esperienza degli atleti che conosciamo da del guado più tempo, ci sono tanti giovani atleti che stanno ottenendo buoni risultati.Forte di un passato che ha dato sempre grandi soddisfazioni, in termini di risultati, allo sport paralimpico italiano, il tennistavolo azzurro guarda oggi al presente ed al futuro, affacciandosi sul panorama internazionale con atleti di grande talento e grandi potenzialità. Lorenzo Cordua, Francesco Lorenzini, Giada Rossi e Federico Falco: sono questi i nomi nuovi del nostro tennistavolo, sono questi i medagliati ai recenti Campionati Mondiali Giovanili IWAS Games di Stoke Mandeville, in Inghilterra. Cordua, 14enne torinese, ha ottenuto la medaglia d'oro nel Singolare Under16 di classe 6-10 e quella d'argento nella prova a squadre in coppia con Francesco Lorenzini. Per Lorenzini anche un bronzo nel singolare over 16. Stessa medaglia per Giada Rossi e Federico Falco nella gara a squadre di classe 1-5. Consideriamo, inoltre, che le quattro medaglie vinte, sono maturate in un contesto altamente competitivo, visto che a Stoke Mandeville si sono presentati i migliori giovani di ben 35 Nazioni.”

Sono i risultati di un progetto portato avanti con convinzione.

“Risultati che spingono a guardare al futuro con ottimismo, da un paio d'anni a questa parte abbiamo puntato molto su questi ragazzi e non a parole ma con i fatti, grazie soprattutto al sostegno dell'intera FITeT e del Presidente Sciannimanico, che crede fortemente in noi, queste medaglie ci danno la forza per continuare ad investire in questo settore ed inserire i giovanissimi nei raduni della Nazionale maggiore, con la possibilità, per le nuove leve, di essere seguite dallo Staff Nazionale e di confrontarsi con atleti di maggior esperienza.Il risultato ottenuto a Stoke Mandeville deve esser considerato punto di arrivo e, allo stesso, punto di partenza. Il pongismo  paralimpico raccoglie oggi i risultati di quell'idea, nata nel 2009, di cambiare il "modello organizzativo", quando il Cip ha deciso di passare la “governante” del tennistavolo da una struttura che si occupava di tutte le discipline (non avendo però diretta conoscenza di tutti i settori) alla federazione Olimpica che, diventando così Federazione Paralimpica, ha permesso un'attenzione più mirata su ogni atleta. La presenza di tecnici e dirigenti specializzati, la grande attenzione del Consiglio federale nei confronti dell’attività paralimpica, una maggiore responsabilizzazione dei Comitati regionali e delle società sportive ha prodotto una crescita rilevante degli atleti e della qualità della loro preparazione. Le medaglie, appunto, sono frutto della programmazione e dell'organizzazione, e  sono la dimostrazione che quando ci si pone un obiettivo, lo si può anche raggiungere. Siamo abituati a flagellarci con quello che non va, ma in questo momento credo sia doveroso guardarsi indietro, ricordare da dove veniamo e cosa siamo diventati.”

Agonismo, medaglie ma anche promozione.

“Sì un altro settore importante dell’attività federale paralimpica è stato quello promozionale. Nel 2014 il 30 % del budget è stato destinato ai Comitati regionali che hanno potuto gestire autonomamente, ma con la supervisione del Settore paralimpico federale, un progetto di avviamento. Nelle 10 Unità Spinali individuate dal Consiglio Federale si sono avvicinati oltre 150 “potenziali” atleti e, tra questi, già 20 sono stati tesserati dalle nostre società sportive."