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IMG 5924Abbiamo chiesto al responsabile tecnico della Nazionale Italiana Paralimpica, Alessandro Arcigli, di raccontarci come procede il lavoro di stage in preparazione delle Paralimpiadi di Londra 2012 per le quali 10 azzurri si sono qualificati e dove cercheranno di mantenere alta la bandiera italiana come già avvenuto a Pechino 2008.

“Inizio con dichiarare che sono molto contento dei riscontri che stiamo avendo nel corso degli stage in preparazione alle paralimpiadi.
In linea generale, nei raduni, oltre a lavorare sulla tecnica, la tattica e la preparazione fisica e psicologica stiamo operando anche sulla capacità di reazione alle difficoltà. A tal fine riusciamo a sfruttare al meglio le situazioni che si verificano in ogni allenamento.
Spesso si tende a prendere l'allenamento per quello che è e basta, e non come un modo per ricreare (a livello fisico, tecnico e mentale) situazioni il più possibile assimilabili a quelle di gara, nella consapevolezza dell'importanza di sfruttare tutte le occasioni di allenamento, anche quelle che sembrano meno utili. Questo perchè c'è sempre qualcosa che si può allenare. Per esempio,  la capacità di reagire a colpi non precisi, a tenere alta la tensione agonistica e la precisione come quando si è in grande vantaggio o quando si sottovaluta l’avversario... e così via...   
Nelle difficoltà cerchiamo il più possibile di reagire aumentando la concentrazione e la precisione: in un certo senso, in questo modo i nostri atleti si allenano a reagire nel caso di situazioni scomode che avvengono anche in partita (nella consapevolezza che gli avversari non sono mai "collaborativi").


Stiamo dando molta importanza, inoltre, alla gestione della tensione muscolare e della respirazione, dato che si tratta di aspetti molto utili:

1)       per gestire la tensione in competizione

2)       per sfruttare in modo strategico le pause

3)       per aumentare la percezione del controllo del gesto.

Proprio per questo facciamo attenzione a come usare le pause anche in allenamento, quindi, anche in allenamento cerchiamo di evitare di fare le cose in automatico.
Quando capita (raramente in verità) invito gli atleti a fare un bel respiro profondo e poi ripensare alla tattica o alla tecnica. 
Abbiamo iniziato a portare un asciugamano anche in allenamento: così da abituarci alle pause "tattiche" da ricercare in partita per uscire da situazioni di "difficoltà" o di "confusione" e lo usiamo durante i cambi di schema ed ogni qualvolta lo riteniamo utile.


In allenamento impariamo a gestire il livello di concentrazione in particolare in situazioni di stanchezza o nel caso di giornate "storte".

Queste condizioni di allenamento sono quelle che più si avvicinano a quelle di partita, quindi più ci si abitua a controllare la concentrazione e la lucidità e più i nostri atleti saranno capaci di farlo nelle condizioni critiche tipiche della competizione.

Stiamo iniziando, inoltre, immaginare i colpi per stabilizzarli e facilitare l'automatizzazione. Li immaginiamo con tutti i dettagli che vengono in mente: suoni e forme inclusi. Immaginiamo il corpo, le sensazioni fisiche, le emozioni, le cose che pensiamo. Grande problema è la gestione delle fonti di distrazione. Stiamo cercando di concentrare tutta la nostra attenzione alla zona del tavolo  cui stiamo giocando, all'area che occupiamo con il corpo e a quella che occupa il nostro avversario. Se l'attenzione finisce su oggetti esterni a questo spazio (ad esempio, le palline cadute lontano dal tavolo, qualcuno che cammina, rumori che arrivano da altre zone della sala), ci alleniamo a riportare l'attenzione all'interno dell'area che abbiamo individuato. Ciò per imparare ad allargare e a stringere l'attenzione alle cose che veramente sono importanti per la prestazione (e a evitare di farci calamitare da quelle che invece non lo sono).
Come visto e specificato, stiamo dando grande attenzione alla "gestione" psicologica delle varie situazioni che ci troveremo a dover superare a Londra. Conosco TUTTI i miei atleti benissimo e sono conscio di come ognuno di loro vivrà l'esperienza delle Paralimpiadi. Proprio per questo sto individualizzando al massimo la preparazione (specie psicologica) e sono certo di riuscire a tirare fuori il meglio da ognuno di loro.
Fondamentali, come al solito, tutti i componenti dello staff: dai tecnici Donato Gallo e Fabio Angiolella; al Preparatore Atletico Massimo Oliveri; alla Psicologa Francesca Borgo; al Medico Emanuele Guerra; agli Sparring Patner Ana Brzan ed Elisa Marzolla; agli Infermieri Eva Pittini ed Orlando Giraldi; per finire all'ultima arrivata la Fisioterapista Alice Bolognin. GRAZIE A TUTTI LORO PER LA PASSIONE, L'IMPEGNO E LA COMPETENZA con la quale stanno supportando la squadra paralimpica.
GRAZIE, infine e soprattutto, agli atleti (10 sono i qualificati) che si sono "affidati" con entusiasmo e convinzione alle cure della federazione e del suo staff tecnico che è diretto e coordinato dal Prof. Matto Quarantelli, altra pedina fondamentale del complesso scacchiere paralimpico.”


nella foto il tecnico Arcigli con gli atleti Alecci e Scazzieri