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Approfittiamo della indizione del Corso per Classificatori Fitet per pubblicare questo interessante lavoro della dott.ssa Teresa Sergi che spiega nel dettaglio le caratteristiche delle dieci Classi di gioco degli atleti paralimpici, rinfrescandoci anche sul Regolamento Tecnico di gioco.

Il tennistavolo paralimpico è uno sport che tutti possono praticare a qualsiasi livello di disabilità motoria, previa visita di classificazione funzionale. 

La classificazione funzionale
Dopo la valutazione medica, si eseguono dei test funzionali che servono a definire meglio la classe in relazione alle peculiarità tecniche del nostro sport. Nei, numerosi, casi “borderline” i giocatori sono classificati nella classe a loro meno vantaggiosa. Fondamentalmente, si distinguono due gruppi di classi, a seconda che l’atleta possa praticare il tennistavolo stando in piedi o viceversa giochi seduto sulla carrozzina. I giocatori di ogni gruppo sono suddivisi, a loro volta, in cinque classi:

La classificazione per il tennistavolo in carrozzina
CLASSE 1
Gli atleti necessitano di fissare la racchetta alla mano che gioca con un guanto o con un bendaggio elastico, e si trovano nell’impossibilità di svolgere un’efficace distensione dell’arto superiore impegnato nel gioco, per cui i movimenti di estensione del gomito nascono dalla trasmissione passiva di oscillazioni della spalla. Si tratta di movimenti inerziali, in cui l’estensione del gomito è ottenuta per azione della gravità in seguito ad un movimento preparatorio di flessione del gomito stesso. Il muscolo tricipite è completamente o per buona parte inefficiente e i movimenti del tronco sono possibili solo reggendosi alla carrozzina, alla coscia o allo schienale. Tipico è l’atteggiamento con il gomito piegato dietro allo schienale; orientativamente si tratta di atleti con lesioni midollari a livello C7 o superiori. Gli atleti cerebrolesi classificati in questa classe sono tetraplegici sia simmetrici che asimmetrici, con gravi problemi di equilibrio del tronco e spasticità di grado 3-4 dell’arto superiore, mentre gli atleti mielolesi sono tetraplegici, con grave riduzione funzionale dell'arto superiore che gioca compromettendo la presa, la flessione del polso e l’estensione del gomito. La differenza tra classe 1 e classe 2 sta nel fatto che nella classe 1 l’estensione del gomito non è funzionale (i muscoli tricipiti sono assenti) e un’eventuale contrattura del flessori delle dita della mano non è controllata dai loro antagonisti (perché gli estensori delle dita sono innervati a livello C7).
CLASSE 2
In classe due, l’estensione del gomito è sufficiente e i movimenti della mano sono ben coordinati, ma senza una forza normale; le posizioni del tronco sono possibili solo reggendosi alla carrozzina, come nella classe 1. I cerebrolesi di questa classe sono triplegici con gravi problemi di equilibrio del tronco e spasticità di grado 2-3 dell’arto superiore.  Di regola un giocatore della classe 2 (analogamente alla 1), ha bisogno di bendaggio per sostenere la racchetta, mentre quello di classe 3 presenta una capacità prensile della mano sufficientemente conservata.
CLASSE 3
La classe 3 é indicata per atleti che non presentano un significativo deficit della mano che gioca, quindi, se si tratta di una lesione spinale, è necessario che siano integre tutte le radici del plesso brachiale. Orientativamente, il limite superiore è rappresentato dal livello C8 del tratto cervicale del midollo spinale, e si può considerare D7 il limite inferiore. Gli atleti della classe 3 presentano quindi una lesione dorsale alta, con arti superiori sostanzialmente indenni, e sono privi di una sufficiente capacità contrattile della muscolatura del tronco. Il giocatore appartiene alla classe 3 anche in presenza di un interessamento dei muscoli interossei della mano, considerato relativamente ininfluente per il gesto tecnico del tennistavolo. Possono esservi lievi deficit del braccio che gioca nelle lesioni più alte, ma non influenti sull’abilità di gioco. I modesti cambiamenti di posizione del tronco da seduti richiedono l'intervento del braccio che non gioca, con il quale si reggono alla carrozzina, e necessitano di mantenere la parte inferiore del tronco sempre a contatto allo schienale e i movimenti posteriori del braccio che gioca sono ridotti a causa del deficit nella rotazione del tronco. Gli atleti cerebrolesi di classe 3 sono diplegici gravi con minimo deficit di controllo degli arti superiori, moderati problemi di equilibrio del tronco e grave spasticità degli arti inferiori di grado 4. La differenza tra classe 3 e classe 4 è che un atleta in classe 4 siede liberamente ed esegue una significativa rotazione del tronco quando estende al massimo posteriormente il braccio che gioca.
CLASSE 4
Gli atleti di classe 4 siedono normalmente e possiedono normali funzioni degli arti superiori. Muovono agevolmente la carrozzina ed il tronco in senso antero-posteriore, ma necessitano dell’uso del braccio che non gioca per i movimenti laterali. Si tratta di soggetti con un discreto equilibrio da seduti, in grado di effettuare validamente la rotazione del tronco. Quando giocano possono aumentare l’efficacia dei colpi aggiungendo alla forza del braccio che gioca l’energia data dalla rotazione del tronco; inoltre possono muovere agevolmente la carrozzina. Tuttavia, se si inclinano in avanti, raggiungendo un’estrema flessione del busto, non riescono a ritornare alla posizione seduta senza aiutarsi con le braccia, e comunque ciò avviene con difficoltà. I giocatori affetti da poliomielite che abbiano un interessamento esclusivamente degli arti inferiori, possono essere classificati tra la quarta e la quinta classe, a seconda della funzionalità degli arti inferiori e del tronco, ma in nessun caso nella classe terza. Tra classe quarta e classe quinta può valutarsi come discriminante la persistenza dei muscoli adduttori: per testare la funzionalità degli adduttori, si invita il soggetto ad effettuare dei movimenti di apertura e chiusura delle cosce in differenti angolazioni di flessione delle anche. Si valuterà anche il movimento di estensione che compie il busto (flesso in avanti e appoggiato sulle ginocchia) per tornare alla posizione seduta, eseguito con le mani appoggiate dietro la nuca: tale esercizio di solito è estremamente difficoltoso o impossibile per il giocatore di classe quarta che, avendo un deficit della muscolatura lombare, non può fissare efficacemente il bacino. Gli atleti cerebrolesi di classe 4 sono diplegici moderati con modesti problemi di equilibrio del tronco e discreta spasticità degli arti inferiori, di grado 3. La differenza tra classe 4 e classe 5 è che l’atleta di classe 5 é in grado di controllare i movimenti del tronco sul piano sagittale, laddove la classe 4 mostra un evidente lordosi se si allontana il tronco dallo schienale. Orientativamente, rientrano in questa classe i giocatori con lesioni dorsali basse e i CP4 della classificazione CP-ISRA.
CLASSE 5
Gli atleti di classe 5 siedono normalmente e possiedono normali funzioni degli arti superiori, muovono agevolmente la carrozzina ed il tronco sia in senso antero-posteriore che lateralmente, senza doversi aiutare con il braccio che non gioca, fruendo anche dell’aiuto degli arti inferiori. Si è di classe quinta se si riesce a risalire agevolmente da una posizione con il busto flesso in avanti sulla carrozzina, a quella seduta senza accentuare la lordosi lombare, atteggiamento invece tipico della classe quarta. Orientativamente, rientrano in questa classe i giocatori con lesioni spinali da L2 a S2, con efficace motilità del tronco, anche sul piano sagittale, e buon controllo del bacino. Riferendosi alle classi tradizionali, vi trovano collocazione numerosi soggetti delle classi CP4 o CP5 che rispondono ai suddetti requisiti; anche amputati di A1 , A2 e A3 possono rientrare in questa classe. Gli atleti cerebrolesi di classe 5 sono diplegici lievi con minimi problemi di equilibrio del tronco e lieve spasticità degli arti inferiori, che però non consente loro di giocare in piedi. Inoltre, tutti gli amputati di arto inferiore gareggiano in classe 5 eccetto i casi di esarticolazione bilaterale delle anche e gli amputati bilaterali al di sopra del ginocchio con monconi corti (<1/3), che sono ammessi nella classe 4, poiché la ridotta base di appoggio riduce la possibilità di inclinare il tronco sul piano sagittale. Giocatori portatori di protesi interne di anca, ginocchio o caviglia ai quali sia stato proibito di giocare nelle categorie in piedi, rientrano in questa classe. Quando le lesioni midollari sono incomplete, è opportuno fare maggior riferimento alle prove funzionali in quanto il livello neurologico diventa una guida meno sicura. Si considera come handicap minimo, necessario per essere inseriti in una di queste cinque classi, il dover usare abitualmente la carrozzina per le normali attività quotidiane. Una disabilità degli arti inferiori tale da non poter ragionevolmente giocare in piedi costituisce un requisito essenziale per l’ammissione alla classe 5.

La classificazione per il tennis tavolo in piedi

La valutazione del giocatore di tennistavolo in piedi non si limita ad una analisi tridimensionale delle potenzialità motorie, il cosiddetto volume d’azione, come accade negli altri sport: per questa disciplina viene introdotta l’espressione "valutazione quadridimensionale", di rilevante interesse concettuale, inclusiva dei tempi di reazione. L’accento posto sul fattore tempo guida ad una più corretta valutazione dei giocatori affetti da paralisi cerebrale. Il volume d'azione del giocatore di tennistavolo è determinato dalla lunghezza del braccio che gioca e dalla sua mobilità, unitamente a quella del tronco e degli arti inferiori. Al pari del volume d’azione, è essenziale, ai fini prestativi, la precisione dei movimenti della mano, dipendente dalle capacità coordinative dell’arto superiore e del corpo in toto.
CLASSE 6
Giocatori affetti da gravi handicap degli arti superiori e inferiori sono classificati in classe 6. Gli atleti cerebrolesi di questa classe presentano emiplegia o triplegia comprendente il braccio che gioca, atetosi, con deficit di equilibrio e di movimento e incapacità di colpire la pallina normalmente. Gli atleti amputati presentano amputazione del braccio che gioca e di uno o entrambi gli arti inferiori, analoghe forme di dismelia o doppia amputazione al di sopra del ginocchio. I mielolesi di classe 6 presentano lesioni incomplete e sono deambulanti.
CLASSE 7
Questa classe include atleti con grave disabilità degli arti inferiori, o disabilità da grave a moderata del braccio che gioca, o paralisi cerebrale moderata comprendente il braccio che gioca. Gli atleti amputati presentano doppia amputazione di braccio o avambraccio, amputazione singola se è il braccio con cui gioca, dismelie equivalenti, singola amputazione al di sopra del ginocchio combinata con singola amputazione al di sotto del ginocchio, oppure sono amputati con singola esarticolazione di anca o singola amputazione al di sopra del ginocchio che giochino su una sola gamba senza utilizzo di protesi. Gli atleti cerebrolesi di classe 7 possono essere emiplegici, diplegici, o avere triplegia moderata includente il braccio che gioca, moderata atetosi o atassia, e sono presenti in questa stessa classe i poliomielitici gravi di entrambi gli arti inferiori e i mielolesi con lesioni midollari incomplete.
CLASSE 8
Include atleti con moderata disabilità degli arti inferiori, con un singolo arto inferiore non funzionale o con moderata disabilità del braccio che gioca. Gli atleti amputati di classe 8 presentano amputazione monolaterale sopra al ginocchio o amputazione bilaterale sotto il ginocchio, con minimi problemi di equilibrio dinamico; amputazione singola al di sotto del gomito nel braccio che gioca, in assenza di una funzionale articolazione del polso. Gli atleti cerebrolesi di classe 8 hanno emiplegia o diplegia moderata, con braccio che gioca normale. La poliomielite di un arto inferiore, le lesioni midollari incomplete e la spina bifida S1 sono disabilità equivalenti. Altre disabilità per essere classificati in classe 8 sono: anchilosi di un anca e di un ginocchio; lussazione dell’anca con visibile accorciamento dell’arto inferiore; anchilosi del gomito comprendente sia la flesso-estensione che la prono-supinazione. Le patologie dell’anca costituiscono un capitolo complesso, potendo esprimere un’invalidità funzionale anche superiore ad un’amputazione di coscia: il sistema consente al classificatore di optare per la classe 7 qualora la rigidità impedisca la libera motilità del bacino e della parte inferiore della schiena; anche anchilosi bilaterali di ginocchio possono essere incluse nella classe 7 o nella classe 8 a seconda dell’espressione funzionale dell'handicap. Al contrario, lussazioni di anca con modesti esiti funzionali possono deporre per l’inclusione nella classe 9.
CLASSE 9
Include atleti con lieve disabilità degli arti inferiori, o grave disabilità del braccio che non gioca. Paralisi midollari o nervose si presentano negli atleti di classe 9 come  lieve poliomielite di un o entrambi gli arti inferiori, ma con buona mobilita; spina bifida incompleta; completa paralisi del plesso brachiale del braccio che non gioca o lieve disabilità del braccio che gioca. Amputazioni e patologie articolari sono: amputazione attraverso la mano; amputazione delle dita; rigidità del polso o delle dita tali da impedire una presa funzionale nel braccio che gioca; ridotta mobilità articolare della spalla o del gomito del braccio che gioca; singola amputazione al di sotto del ginocchio; rigidità articolare di un anca o di un ginocchio; grave artrosi dell’anca, con limitazione di 90° in flessione e movimenti di abduzione e intrarotazione inferiori al normale; grave artrosi del ginocchio con limitazioni articolari e atrofia muscolare e amputazione sopra al gomito con moncone ≤ 1/3 del braccio che non gioca. Gli atleti cerebrolesi di classe 9 presentano  minimi problemi degli arti inferiori, con braccio che gioca quasi normale.
CLASSE 10
Include atleti con minima disabilità del braccio che gioca o degli arti inferiori, disabilità del braccio che non gioca da moderata a grave e gravi limitazioni funzionali della schiena (cifosi o scoliosi). Amputazioni e patologie articolari o neurologiche presenti in classe 10 sono: amputazione o dismelia delle dita; anchilosi del polso; limitazioni articolari della mano che gioca, ma con presa funzionale; singola amputazione; dismelia con moncone ≤½ dell’avambraccio nel braccio che non gioca; paralisi parziale del plesso brachiale; disabilità equivalenti; perdita di funzionalità nel braccio che non gioca a causa dell’amputazione monolaterale fino al terzo prossimale dell’avambraccio o monoplegia.  Il nanismo di per se  costituisce un handicap minimo e quindi consente di partecipare alle gare in classe 10.

Regolamento Tecnico di gioco
L’unica vera differenza regolamentare è che nel singolare non si può battere lateralmente al tavolo, mentre nel doppio in carrozzina non c’è l’alternanza dei colpi tra i giocatori come in quello in piedi. Più precisamente si ripete il servizio quando la pallina lascia il tavolo uscendo dalla linea laterale della superficie del ribattitore, e anche quando battendo sulla parte del tavolo, si muove in direzione della rete fermandosi nella parte del tavolo del ribattitore; se il ribattitore gioca la palla prima che abbia oltrepassato la linea laterale o che rimbalzi per una seconda volta sulla superficie del tavolo, la battuta è data per buona; se il giudice di gara ha l'impressione che il battitore  abbia servito volutamente premeditatamente con più out sulla linea laterale, prima di avere eseguito una battuta valida, il giudice dovrebbe giudicare il battitore per comportamento scorretto e punirlo con  il cartellino giallo o rosso. Nel doppio la palla può oltrepassare la linea laterale destra (vista dal ribattitore. Nel doppio il battitore fa una battuta corretta e il ribattitore risponde correttamente, poi ciascuno dei giocatori può  giocare la pallina.  Nessuna parte della carrozzina può sporgere dal prolungamento immaginario della linea centrale del tavolo: se ciò avviene, il giudice di gara assegna il punto al doppio avversario. Mentre la pallina è ancora in gioco, un giocatore  può utilizzare la superficie di gioco per ristabilire il proprio equilibrio dopo un colpo (il tavolo non viene mosso).  La mano libera invece non può toccare il tavolo mentre la pallina è in gioco. Le carrozzine debbono avere almeno due ruote grandi ed una piccola. Possono esserci degli appoggiapiedi, se essi sono necessari, tuttavia ne gli appoggiapiedi ne i piedi possono toccare il pavimento durante il gioco, altrimenti il punto è perso. Nessuna parte del corpo sopra il ginocchio può essere fissata alla sedia, poiché questo potrebbe migliorare l'equilibrio del giocatore.  Se un giocatore per motivi medici dovesse avere bisogno di una stabilizzazione o di una legatura, questo deve essere annotato nel foglio di classificazione.