La Nazionale azzurra al Villaggio Paralimpico sotto il simbolo delle ParalimpiadiLa Nazionale azzurra si sta allenando, sotto la guida del direttore tecnico Alessandro Arcigli e dei tecnici Massimo Pischiutti e Hwang Eunbit, alla South Paris Arena 4, per preparare al meglio il suo esordio agonistico alle Paralimpiadi, che avverrà giovedì, con le gare di doppio maschile, femminile e misto, i cui tabelloni sono stati sorteggiati ieri.

Domani sarà il giorno della grande cerimonia di apertura, che per la prima volta, come già accaduto per le Olimpiadi, si svolgerà all’esterno di uno stadio, nel cuore della capitale francese, fra Place de la Concorde e gli Champs-Élysées.

Alessandro, i sette pongisti in gara a Parigi testimoniano la qualità di un movimento che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del panorama sportivo italiano?

«Nello sport, e soprattutto nello sport paralimpico, dietro ogni atleta c'è un percorso e un lavoro che coinvolgono una comunità, grande o piccola che sia. Sono certo che anche a Parigi le gesta dei nostri ragazzi sapranno non solo entusiasmarci, ma, soprattutto, si riveleranno un volano determinante per quell’azione "culturale" che la Federazione Italiana Tennistavolo effettua in maniera sempre più capillare, per diffondere l’offerta di sport a favore di molte persone con disabilità. Una rete di persone, competenze e valori, che consente ai campioni di esprimersi al meglio e di ottenere grandi risultati».

Non stiamo parlando solo di risultati, vero?

«Sappiamo di avere una grande squadra, che può regalarci molte gioie e soddisfazioni. Prenderemo, però, parte a questi Giochi anche per continuare ad alimentare quella rivoluzione che sta contribuendo a cambiare la percezione della disabilità nel nostro Paese. Oggi le Paralimpiadi hanno ancora un forte valore sociale, e tra i loro obiettivi principali c’è sempre quello di favorire l’inclusività attraverso lo sport. Va, però, riconosciuto che ormai sono qualcosa di molto più grande e molto diverso. Sono un evento seguito a livello globale, capace di attirare grandi investimenti e sponsor, in cui non è sempre semplice trovare il giusto bilanciamento tra l’aumento della competitività e l’inclusività».

Tornando al campo, cosa alimenta le vostre speranze?

«Abbiamo la certezza che sia stato fatto un buon lavoro, in primis dagli atleti e dalle società affiliate, che è stato assecondato da un professionale impegno profuso da un grande staff tecnico federale e societario, capace di motivare e preparare i pongisti fino all’ultimo, rendendoli consapevoli delle scelte tecniche e tattiche fatte e della loro ratio, in modo da non perdere il senso del loro percorso di crescita».

Ti riferisci al concetto di famiglia, che è così caro al tuo modo di lavorare?

«Sono convinto che la miscela della serietà del lavoro e del forte senso di responsabilità, solidarietà e reciproco sostegno facciano sì che la voglia di crescere, non solo tecnicamente, ma soprattutto umanamente, continui a essere determinante per il conseguimento dei risultati auspicati. È proprio con questa speranza e con questa certezza che siamo fieri di rappresentare la bandiera italiana che il Presidente Mattarella ci ha consegnato, con grande senso di gratitudine verso tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo traguardo».

Parlavi prima delle società al fianco degli atleti?

«Infatti, desidero ringraziare i club di appartenenza di ogni singolo atleta della nostra Nazionale, e dunque Bentegodi Verona, Radiosa Palermo, Tennistavolo Castel Goffredo, Kras Sgonico, Lo Sport è Vita Onlus Imola e, naturalmente, il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, nonché gli allenatori e gli sparring che hanno curato la preparazione assieme a me. In primis mi riferisco ai tecnici federali Massimo Pischiutti, che da anni e a tempo pieno si è dedicato all’attività paralimpica, dando un pieno e continuo supporto, e Hwang Eunbit, che è una coach di assoluto valore mondiale. A cascata mi piace citare, per la professionalità e la disponibilità, il preparatore atletico Alessandro Sellan, gli infermieri Eva Pittini e Mauro Bianchini e la fisioterapista Anna Simonatto, nonché coloro che, negli ultimi tempi si sono alternati, con passione e competenza, negli allenamenti al tavolo. Sto parlando di Luca e Marco Bressan, Gianni Novi e Matteo Orsi. Naturalmente non ho finito».

E dunque?

«La mia gratitudine va al presidente federale Renato Di Napoli, al Consiglio Federale, allo staff della FITeT, con il segretario generale Giuseppe Marino, il responsabile del settore paralimpico Luca Rizzoli e Alessia Bertini e Giuseppe Vella, che lavorano con lui, al Comitato Italiano Paralimpico, dal presidente Luca Pancalli a tutti coloro che fanno parte della Preparazione Paralimpica, Angelica Mastrodomenico, Federica Pacini, Maria Marinopiccoli, Cosimo Bianchi, Daniele Biagiotti e Maria Cristina Barboni. Voglio ricordare anche Claudio Barbieri dell'Animus, con il quale abbiamo personalizzato i telai di molti dei sette atleti qualificati, i professionisti della ditta Tarta, che hanno studiato e predisposto nei minimi particolari gli schienali e i cuscini di alcune delle carrozzine da gioco usate dai nostri ragazzi e, ultimi, ma non per importanza, Federico Delaini, amministratore delegato del Bella Italia Village di Lignano Sabbiadoro, e la direttrice Ada Salgarella, che ci ospitano facendoci sentire a casa».