Federico Falco esulta

A tre anni di distanza il 30enne veronese Federico Falco andrà di nuovo ai Giochi, per vivere la sua seconda esperienza, che sarà molto diversa dalla prima. «Dopo le restrizioni per il Covid di Tokyo - ricorda - questa sarà una sorta di prima volta bis. Sarà bello vivere il Villaggio in piena libertà e gareggiare davanti al pubblico».

Ti ispiri a qualche atleta paralimpico od olimpico?

«Ho seguito le Olimpiadi e indubbiamente i nuotatori, come stile di vita e dedizione, sono un esempio. Si allenano ore e ore fissando una striscia nera sul fondo della vasca, dando una dimostrazione di grandissimo spirito di sacrificio. Per Gregorio Paltrinieri basta guardare il palmares per capire di quale atleta stiamo parlando. Mi viene in mente anche Thomas Ceccon, che è veneto come me e, se non sbaglio, ho incrociato in occasione del Cangrande d’Oro, il premio più prestigioso promosso dal Comune di Verona. Non c’è, però, stata l’opportunità di parlarci e di conoscerci meglio di persona».

Torniamo per un attimo alla qualificazione di Tokyo?

«È stata molto simile a quella di Parigi. Allora avevo ottenuto il pass nel 2020, nel torneo in Spagna. Battendo per 3-2 l’argentino Bustamante, per 11-9 al quinto set, nell’ultima partita prima che chiudessero tutto, ho conquistato l’accesso, in caso contrario avrei dovuto disputare il torneo di qualificazione di Lasko dell’anno successivo. Questa volta sono sempre stato sul filo del rasoio fin dall’inizio del 2023, occupando l’ultima o la penultima posizione nel ranking, e infine, a marzo, sia a Lignano Sabbiadoro sia in Costa Brava, ho ottenuto i punti decisivi, prevalendo in due occasioni sul finlandese Natunen, che per me è sempre ostico e aveva avuto la meglio le ultime due volte, e anche sul britannico Davies, che non superavo dal 2017, e su un coreano. Con un torneo di anticipo mi sono assicurato il raggiungimento dell’obiettivo».

Gli ultimi per te sono stati anni di risultati positivi?

«Il 2022 lo è stato di sicuro, anche se ai Mondiali di Granada non sono riuscito a vincere una medaglia, cedendo per 3-2, 11-9 al quinto set a Davies. Il 2023 è stato un po’ di alti e bassi, non molto bene all’inizio e poi meglio, con degli ottimi Europei a Sheffield contrassegnati dai bronzi nel singolare di classe 1 e nel misto XD4, con Carlotta Ragazzini. Nel 2024 a eccezione di Lasko, dove ho registrato un calo, i tornei sono andati bene. A Parigi sarà completamente una cosa diversa e ormai abbiamo imparato che le grandi manifestazioni non rispecchiano i risultati precedenti. Per quanto mi riguarda, mi sento bene ed esprimo un gioco solido. Andrò in campo fiducioso».

Qual è stato il tuo miglior torneo?

«Quest’anno ho vinto in Costa Brava, però gli Open in Thailandia e di Lignano Sabbiadoro sono stati migliori, sia per la caratura degli avversari che ho battuto e sia per come sono arrivate le vittorie».

Da quali punti di vista è cresciuto il tuo tennistavolo?

«Tecnicamente abbiamo cercato di variare il numero di colpi e di scelte negli aspetti in cui avverto più problemi, legati anche alla mia disabilità, in modo tale da avere varie opzioni quando vengo messo in difficoltà, non offrendo al mio avversario un’idea sicura di ciò che possa fare. Ho la peculiarità di riuscire a giocare con il rovescio dalla parte del diritto, in modo tale da fare arrivare palline diverse, in zone del campo diverse o usando di più la forza, piuttosto che la precisione, avendo due gomme diverse, con il puntino sul diritto e la liscia sul rovescio. Abbiamo svolto allenamenti focalizzati, all’inizio per imparare tecnicamente a fare le cose e successivamente per inserirle all’interno del gioco. Rispetto al passato mi sento più padrone di ciò che devo fare».

A Tokyo hai affrontato i grossi calibri.

«Nel girone ho perso contro il coreano Joo Young Dae, che poi avrebbe conquistato l’oro, e sono passato come secondo. Nel tabellone nei quarti mi ha eliminato l’altro coreano Kim Hyeon Uk, che ha proseguito, andando in finale. Mi hanno sconfitto soltanto il campione e il vicecampione paralimpico».

A Parigi ci sarà subito l’eliminazione diretta e dunque non saranno ammessi cali di tensione?

«Già agli ultimi Mondiali avevamo avuto questa formula. Sarà un bel test, perché non ci sarà la possibilità di sbagliare».

Negli ultimi tre anni il coreano Joo Young Dae è diventato imbattibile?

«È certamente il più forte, d’altronde è anche il n. 1 del ranking. In classe 1, però, le Paralimpiadi non sono mai state vinte dallo stesso atleta per due volte di seguito. Questo significa che i giochi sono aperti. Nell’ultimo torneo in Thailandia l’ho incontrato sia nel girone sia in finale e nella prima occasione ho avuto la sensazione di essergli un po’ più vicino. Nella seconda non ho proprio avuto chance. Lui ha cambiato il gioco rispetto a prima e ha dimostrato tutta la sua esperienza, oltre a essere tecnicamente e fisicamente più forte di me. Joo è alto, ha le braccia lunghe e si muove bene, batterlo è veramente un’impresa».

A Parigi sarà il favorito?

«Senza dubbio e dopo di lui vedo l’ungherese Endre Major che secondo me è sempre un po’ sottovalutato e può fare la sua parte. A Granada nel primo turno del tabellone l’ho battuto e lui si è riscattato agli Europei, prevalendo in finale su Davies, altro giocatore di grande esperienza, qualità che in queste manifestazioni finisce per fare la differenza. Rispetto a Tokyo io non partirò senza chance. So di poter dire la mia, anche se sarà complicato. So che anche gli altri mi temono. Alla fine saranno in gara i migliori 10 di classe 1 e tutti possono battere chiunque, ma anche perderci. Questo sarà il bello».

Ultimamente hai vinto parecchie partite al quinto set, ritieni di essere cresciuto da questo punto di vista?

«Nell’ultimo anno il mio approccio alle gare è stato diverso e ho gestito meglio quelle montagne russe di emozioni che prima condizionavamo la mia continuità di rendimento. Mi capitava magari di giocare due set benissimo, nel terzo mi spegnevo e non riuscivo più a riprendere il controllo. Ora riesco sempre a mantenere un buon livello di concentrazione e a tenere sotto controllo la frustrazione o la rabbia, che mi portavano a perder il filo del gioco. Se perdo è perché l’avversario è stato più forte».

Come valuti la coppia con Federico Crosara nel doppio di classe MD4?

«Le altre coppie, soprattutto le più forti, saranno migliori di noi in tutto. Fisicamente saranno la somma di due classi 2 o di un classe 3 e un classe 1. Siamo la coppia più svantaggiata, essendo io classe 1 e Federico classe 2. Gli altri hanno anche maggiore esperienza, giocando insieme da più tempo e con più continuità. Detto ciò, è ovvio che ci proveremo, non partiremo battuti».