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Manuel Fortuzzi in udienza da Papa FrancescoSi è conclusa con l'udienza in Aula Paolo VI da Papa Francesco il Summit Internazionale "Sport for all - cohesive, accessible and tailored to each person", promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, in collaborazione con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione e la Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport.

A vivere le emozioni di un evento unico, grazie alla collaborazione del Comitato Regionale FITeT Lazio, presieduto da Andrea Pizzi, sono stati, in rappresentanza del Comitato Italiano Paralimpico, anche i due 14enni pongisti paralimpici Vittoria Oliva (Tennistavolo Don Bosco Varazze) e Manuel Fortuzzi (Tennistavolo Vallecamonica), che hanno anche avuto la possibilità di donare una maglietta al Pontefice (nelle prime due foto Manuel e Vittoria davanti a Francesco e nella terza i due ragazzi ai Musei Vaticani).

Vittoria Oliva in udienza da Papa FrancescoAlla presenza del Santo Padre è stata presentata e sottoscritta da tutte le autorità presenti la Dichiarazione  che invita il mondo dello sport a guardare al futuro facendo proprie tre caratteristiche fondamentali: coesione, accessibilità ed essere a misura di ogni persona.

«Lo sport è un bene educativo e sociale - ha affermato il Papa - e tale deve restare. Per questo abbiamo la responsabilità di far sì che lo sport sia accessibile a tutti. Bisogna rimuovere quelle barriere fisiche, sociali, culturali ed economiche che precludono o ostacolano l’accesso allo sport. L’impegno è che tutti abbiano la possibilità di praticare sport, di coltivare i valori dello sport e di trasformarli in virtù».

Vittoria Oliva e Manuel Fortuzzi ai Musei VaticaniL'accessibilità però non basta: «Deve esserci anche l’accoglienza,  qualcuno che tiene aperta a tutti la porta del cuore e, di conseguenza, aiuta a superare pregiudizi, paure, a volte semplicemente l’ignoranza. Accogliere significa consentire a tutti, attraverso la pratica sportiva, di poter mettersi in gioco, di misurarsi con i propri limiti e di mettere a frutto le proprie potenzialità. Così si promuove uno sport a misura di ciascuno e ogni persona può sviluppare i propri talenti, a partire dalla propria condizione, anche di fragilità o disabilità».

Il Pontefice ha poi proseguito:« Questa è un’avventura che voi atleti conoscete bene, perché nessuno di voi è un superuomo o una superdonna. Avete i vostri limiti e cercate di dare il meglio di voi stessi. Vi incoraggio a impegnarvi, affinché lo sport sia una casa per tutti, aperta e accogliente. In questa casa non si perda mai un’atmosfera familiare, affinché si possano trovare, anche nel mondo dello sport, dei fratelli e delle sorelle, degli amici e delle amiche».