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Nazionale paralimpica al Costa Brava Spanish Para Open 2022A qualche giorno dal rientro da Platja d’Aro, dove la Nazionale azzurra ha disputato il Costa Brava Spanish Para Open, il direttore tecnico Alessandro Arcigli commenta le molte note liete emerse nel corso della trionfale trasferta.

«È fin troppo facile - afferma - parlare di un torneo in cui, su 8 atleti iscritti alle gare di singolare, l’Italia ha conquistato 6 medaglie (due d’oro con Giada Rossi e Matteo Parenzan, una d’argento con Federico Falco e tre di bronzo con Michela Brunelli, Federico Crosara e Lorenzo Cordua). Consideriamo, inoltre, che nelle nuove competizioni paralimpiche di doppio e doppio misto i nostri pongisti hanno arricchito il bottino con due argenti e tre bronzi e, anche in questo caso, la percentuale di podi è stata strepitosa perché avevamo iscritto solo 6 coppie».

Alessandro, partiamo dai singolari?

«Con piacere. Rossi e Parenzan hanno chiuso imbattuti. Giada ha superato per 3-1 sia la finlandese Aino Sirri Maaria Tapola sia la polacca Dorota Buclaw, mentre Matteo nel girone si è imposto per 3-0 sul finlandese Aaro Toivo Samuli Makela e sull’australiano Lennard Properjohn e ha poi battuto in semifinale per 3-2 il francese Esteban Herrault e in finale per 3-2 il giapponese Kazuki Shichino. Vincere e convincere ha accomunato il cammino dei due atleti del Friuli Venezia Giulia, Regione che ospita il Centro Federale Paralimpico. Entrambi, infatti, hanno confermato una solidità, mentale prima ancora che tecnica, che, a questi livelli, fa la differenza fra l’ottimo atleta e il campione. Adesso siamo impazienti di vederli all’opera al torneo di Lasko in Slovenia, che ospiterà dal 5 al 10 maggio un parterre di partecipanti paragonabile a un Campionato Mondiale e, sono certo, che chiunque dovrà fare i conti con entrambi».

Falco è stato l’artefice del successo più entusiasmante della manifestazione?

«Assolutamente sì. Ha prima ceduto per 3-1 all’ungherese Endre Major, poi però ha prevalso per 3-2 sul coreano Joo Young Dae, numero 1 al mondo e campione paralimpico in carica. Il successo su Joo non solo gratifica gli sforzi degli ultimi anni, ma pone il giovane veronese fra i pongisti più forti e pericolosi della sua classe. L’altro Federico, Crosara, tornava in campo dopo aver smaltito la delusione per la mancata qualificazione alle Paralimpiadi e ha dimostrato di aver fatto bene a raccogliere l’invito a non mollare e a riprovarci. Il veneto ha vinto, infatti, per 3-0 con lo spagnolo Daniel Rodriguez e con il portoghese Nuno Duarte Almeida, ma è il 3-1 sul ceco Jiri Suchanek a rendere memorabile la sua presenza in terra spagnola. Prevedibile, infine, la sconfitta in semifinale con il fuoriclasse francese Fabien Lamirault, che nulla toglie alla sua convincente performance».

Brunelli si è confermata, per l’ennesima volta, una sicurezza.

«È vero. Combattiva come sempre, è stata fermata per 3-1 dalla turca Nergiz Altintas e ha disposto per 3-0 della croata Helena Dretar Karic e per 3-1 della brasiliana Marliane Amaral Santos, per poi cedere in semifinale per 3-0 alla croata Andela Muzinic, n. 4 del ranking mondiale. Il bronzo paralimpico in carica, nella competizione a squadre con Giada Rossi, non è stata condizionata dal necessario, improvviso e imprevisto cambio di materiali (rispetto a Tokyo le gomme con cui giocava non sono più omologate) e si è dimostrata, ancora una volta, atleta ostica per tutte»

Quali le impressioni sul giovane Cordua?

«Ha prevalso per 3-1 sullo spagnolo Marlon Lopez e per 3-2 sull’altro iberico Edgar Mataro e ha perso per 3-1 contro il polacco Igor Misztal e per 3-0 con il francese Mateo Boheas. Lo hanno battuto due atleti che gli sono superiori e Lorenzo ha lasciato la Spagna con la grande soddisfazione di una meritatissima medaglia di bronzo e specialmente con la convinzione di essere atleta in grado di competere a livello internazionale».

Carlotta Ragazzini e Mirko Bruschi, gli unici a non salire sul podio, hanno giocato in classi per loro tutte nuove. Quali le difficoltà?

«Carlotta è stata sconfitta per 3-1 dalla croata Muzinic e dalla turca Hatice Duman e Mirko è stato battuto per 3-0 dall’olandese Bart Van Der Zanden, dallo spagnolo Ander Cepas e dall’australiano Ma Lin. La faentina era alla prima esperienza in classe 3, essendo scesa dalla 4, e il senigagliese alla prima in 9, essendo salito dalla 7, con rivali, dunque, assolutamente inediti. Questo non vuole essere un alibi, ma la semplice constatazione di un nuovo panorama di avversari al quale dovranno abituarsi».

Anche i doppi sono stati fucina di soddisfazioni.

«Rossi e Brunelli hanno avuto la meglio per 3-0 sulla finlandese Aino Sirri Maaria Tapola e sulla turca Hatice Duman e, successivamente, sulla britannica Susan Bailey e Cristina Rubio, per perdere contro Ragazzini e la coreana Kang Oejeong. In semifinale si sono imposte per 3-1 sulle storiche rivali croate Helena Dretar Karic e Andela Muzinic e in finale hanno sono state fermate per 3-1 alle turche Irem Oluk e Nergiz Altintas, mettendosi al collo l’argento. Da questa coppia ci aspettiamo grandi risultati nel quadriennio, considerando non solo il valore individuale delle due atlete, ma il grande affiatamento cementato in anni di successi insieme. Falco e Crosara, all’esordio internazionale, sono stati battuti dal polacco Rafal Czuper e dal ceco Jiri Suchanek, chiudendo terzi, ma lasciando intravedere spiragli per successi futuri. Le altre due medaglie sono venute dal doppio misto, una competizione mai giocata finora a che dovrà prevedere un maggior impegno in allenamento».

Last but not least, come si sono comportati i tecnici Hwang Eunbit e Massimo Pischiutti?

«Hanno guidato in panchina gli azzurri in maniera egregia, dimostrandosi assolutamente all’altezza della situazione. Sono entrambi giovani e, oltre a essere stati indispensabili in allenamento, ci hanno consentito di avere all’angolo un supporto spesso decisivo. Sono veramente felice di poter contare sulla loro preziosa collaborazione».