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Paralimpiadi di Tokyo 2020 Alessandro Arcigli fra Michela Brunelli e Giada Rossi con le medaglie di bronzoSulla via del ritorno da una un'edizione delle Paralimpiadi che, ancora una volta, ha riservato soddisfazioni all'Italia del tennistavolo, il direttore tecnico Alessandro Arcigli traccia un bilancio agonistico della spedizione a Tokyo 2020, conclusa con la medaglia di bronzo conquistata da Michela Brunelli e Giada Rossi (con lui nella foto) nella gara a squadre di classe 1-3.

Allora Alessandro, partiamo proprio dal podio?

«Commentare una sofferta vittoria è sempre più agevole che commentare una sconfitta, seppur di misura. I sentimenti e le emozioni sovrastano la semplice analisi tecnica e tattica e, con questa premessa, ti confesso la mia profonda gioia per aver visto Michela e Giada salire sul podio paralimpico per la seconda volta. Michela aspettava questo momento da 13 anni (Pechino 2008), quando con Clara Podda, Federica Cudia e Pamela Pezzutto era stata sconfitta in finale dalla Cina. Per Giada è stata, invece, la prima volta in una competizione a squadre, dopo il bronzo individuale di Rio 2016».

Entrambe hanno confessato di avere un conto in sospeso ...

«Da 5 anni aspettavano questo momento di rivalsa, bruciando ancora la decisiva sconfitta con la Corea, e Michela voleva mettersi alle spalle anche il quarto posto di Londra. Grande merito va proprio a lei, che, dopo la cocente delusione di Rio, aveva esclamato "vorrà dire che ci rifaremo a Tokyo" e non ha pensato a farsi prendere dal legittimo sconforto e a interrompere una carriera di assoluto prestigio internazionale. Ha fatto bene, perchè si è laureata nel 2017, sempre con Giada, campionessa mondiale a squadre e nel 2019 vicecampionessa europea nel singolare di classe 3. In questi giorni ha coronato il suo sogno, tornare sul podio paralimpico».

Venendo a Giada?

«Non ci sono parole, la delusione per la gara individuale è stata grande, ma, come solo i campioni sanno fare, ha archiviato immediatamente le sensazioni negative e si è immersa con il giusto spirito nella competizione a squadre, vincendo l'incontro con la thailandese di classe 3 Dararat Asayut, autrice di un grande torneo di singolare e in uno stato di forma perfetto. L'incontro è stato, come previsto, difficile e in questi casi non vince chi gioca meglio, ma chi ha "qualcosa in più" e Giada quel "quid" in più lo ha certamente e lo ha messo in campo quando serviva. Non faccio torto a nessuno se la definisco una grande campionessa e, nel contempo, sono certo che l'aver come compagna di squadra una grande atleta come Michela la metta sempre nelle migliori condizioni. Il podio è stato strameritato e, a conferma di ciò, è venuta la fantastica semifinale con la Cina, che, per la prima volta in 15 anni, ha avuto paura di perdere. Si è vinto il doppio e Michela avrebbe potuto battere Li Qian (bugiardo il 3 a 0). L'incontro è stato molto divertente e ben giocato da entrambe le parti, peccato!».

A bocce ferma, cosa provi? 

«Torniamo a casa, ancora una volta, con una medaglia e con la consapevolezza di aver operato bene. Tutti gli atleti (Federico Falco, Andrea Borgato, Matteo Orsi, Matteo Parenzan, Amine Kalem Kalem e le due medagliate Brunelli e Rossi) hanno la certezza di poter essere presto tra i migliori al mondo e sono consapevoli di essere sul giusto percorso. Ringrazio, quindi, gli allenatori che hanno curato la gestione delle gare a Tokyo assieme a me, Donato Gallo e Massimo Pischiutti, nonchè gli infermieri al seguito della squadra Eva Pittini, Giovanni Botta e Mauro Bianchin. E poi ...».

E poi?

«Non posso non accomunare a loro la fisioterapista Elisa Quaglia e coloro che, negli ultimi tempi si sono alternati per brevi periodi negli allenamenti al tavolo, ovvero Vladimir Sorbalo, Marco Dal Fabbro, Luca Bressan, Romualdo Manna ed Erik Paulin. Un enorme ringraziamento, inoltre e specialmente, va al presidente federale Renato Di Napoli, che, con l'intero Consiglio Federale, ha creduto in questi atleti e in questo modo di lavorare. Impossibile dimenticare lo staff della FITeT, con il segretario generale Giuseppe Marino, il responsabile del settore paralimpico Luca Rizzoli e i suoi collaboratori Alessia Bertini e Giuseppe Vella e il Comitato Italiano Paralimpico del presidente Luca Pancalli, del segretario generale Juri Stara e di tutti coloro che fanno parte della Preparazione Paralimpica, coordinata da Angelica Mastrodomenico e composta da Federica Pacini, Maria Marinopiccoli, Cosimo Bianchi e Maria Cristina Barboni».

E che dire delle società di appartenenza degli atleti?

«Bentegodi Verona, Radiosa Palermo, Tennistavolo Castelgoffredo, Tennistavolo Savona, Kras Sgonico, Tennistavolo Romagnano e Lo Sport è Vita Onlus Imola hanno giocato un ruolo fondamentale e con loro i tecnici, che hanno allenato i nostri atleti nella loro carriera. Grazie, infine, a Federico Delaini, amministratore delegato del Bella Italia Village di Lignano Sabbiadoro, che ci ha ospitati per un biennio come persone di famiglia e nella massima serenità possibile. In questo modo ha permesso a noi tecnici e sparring e a tutti i pongisti di sentirci "a casa" e di portare avanti il  nostro lavoro in condizioni invidiabili. Ancora un grazie a mia moglie Silvana, per la quale non riesco, e di solito non mi succede, a trovare le esatte parole per esprimere quanto sia importante per contribuire ai nostri successi».