Banner MINI bando Over65 B 3

Paralimpiadi di Tokyo 2020 Michela Brunelli e Giada Rossi esultano dopo il successo in doppio nella semifinale contro la CinaLa medaglia di bronzo conquistata da Michela Brunelli e da Giada Rossi, guidate in panchina dal direttore tecnico Alessandro Arcigli, nella gara a squadre di classe 1-3 delle Paralimpiadi di Tokyo 2020 ha permesso alla Nazionale di tennistavolo di salire sul podio per la quinta edizione consecutiva della manifestazione. L'ultima volta che gli azzurri erano tornati a casa a mani vuote era infatti stata a Sydney 2000.

A rendere possibile l'approdo al bronzo, prima dell'onorevole sconfitta odierna per 2-1 a opera della Cina, è stato in realtà il grande successo in rimonta da 0-1 a 2-1 ottenuto ieri in semifinale ai danni della Thailandia. Un altro grande risultato a squadre per le due azzurre, dopo il titolo mondiale del 2017 e i terzi posti agli Europei del 2015, con Clara Podda, e del 2019.

«Avevo due conti in sospeso, dopo i quarti posti di Londra 2012 e Rio 2016, - ricorda Brunelli - e sono strafelice di ritrovare il podio a 13 anni dall'argento di Pechino 2008. Ieri siamo state costrette a recuperare contro le thailandesi. Non ci aspettavamo proprio che il doppio andasse in quel modo. Avevamo impostato il gioco sulle palle angolate che tornassero indietro e non siamo riuscite a metterle in pratica, come avremmo voluto. Dopo quello 0-3 non ci siamo perse d'animo e ci siamo dette che avevamo un compito da portare a termine e avremmo dovuto fare tutto il possibile per centrare l'obiettivo. Nel mio singolare, contro una classe 2, ero favorita e sapevo perfettamente cosa avrei dovuto fare. L'incognita era la gara di Giada, che aveva di fronte la Asayut, di classe superiore. Ho sempre pensato che potesse farcela, la conosco e sapevo che, se fosse stata in grado di esprimere ciò che sa fare, avrebbe avuto una possibilità. Così è andata».

Euforica anche Rossi:«Il quarto posto di Rio era stato molto amaro. Contro la Thailandia sapevamo che sarebbe stata una partita impegnativa ed è diventata ancora più difficile, dopo aver ceduto velocemente il doppio.  Sentivamo un po' la pressione, per voler fare tutto al meglio, e abbiamo sbagliato qualche servizio di troppo. Loro sono state brave a utilizzare i puntini e noi forse siamo state un po' passive. Non abbiamo comunque avuto timore che quel risultato negativo potesse essere decisivo e anzi ci ha trasmesso la carica per reagire. Ci siamo rimboccate le maniche come sappiamo fare. Dopo il successo di Michela io ho affrontato la classe 3 Asayut, che ha i puntini lunghi sul rovescio, con cui la mia tattica si sposa bene. Ho risposto bene e ho piazzato la palla dove andava messa, per poi creare le occasioni per alzare i pallonetti e fare il punto. Sono molto felice di come è finita».

Contro la Cina, invece, il doppio ha compiuto l'impresa. «Nel primo set - afferma Michela - non abbiamo subito attuato la tattica giusta, poi siamo andate in panchina e Alessandro (Arcigli, ndr) ci ha consigliato di puntare molto di più sulle alzate sulle palle veloci delle cinesi. Quelle traiettorie alte e corte costringevano le cinesi a sollevarsi dalla carrozzina e l'arbitro le ha sanzionate più volte, facendole anche innervosire. Insomma tutto ha funzionato nel modo migliore. Nel mio singolare ho perso due set su tre ai vantaggi e nel primo ho anche avuto una palla per chiudere. Ho lottato alla pari, a eccezione del secondo parziale, che è andato via veloce, anche perché ho calato la concentrazione. Peccato, perché ho fatto la cose giuste per metterla in difficoltà. Soprattutto all'inizio, però, ho sofferto i suoi servizi, che erano talmente veloci che non riuscivo a capire dove li direzionasse».

Per Giada «se facciamo giocare le cinesi come vogliono loro, ossia spingendo con i puntini, la situazione si complica e infatti il primo set è stato a senso unico. Dal secondo, invece, abbiamo iniziato ad alzare ogni tipo di pallina e loro hanno perso un po' le sicurezze. Avevamo già vinto un doppio contro le cinesi nel torneo di Lasko, ma è chiaro che questo successo ha un peso molto superiore. Pur essendoci aggiudicate il doppio, il pronostico rimaneva comunque dalla loro parte, perché potevano contare su due atlete di classe 3 e oltretutto fortissime. Michela ha disputato un ottimo singolare e per un momento ci abbiamo anche creduto. Io più di tanto, contro la campionessa di classe 3, non potevo fare e ho cercato di figurare nel modo migliore possibile, dopo un primo set filato via liscio per lei. Non eravamo mai state così vicine alla Cina e usciamo da questo confronto con una consapevolezza moltiplicata. Medaglie come questa ripagano tutto l'impegno profuso negli allenamenti».

Una medaglia così importante merita delle dediche. «La dedico a mio papà Giovanni - racconta Brunelli - che è mancato lo scorso anno e teneva tanto a questo podio. Sono certa che ci abbia dato una mano dall'alto. Il mio pensiero va anche al mio compagno Bruno, che se lo merita. Si è sottoposto a parecchie rinunce per sostenermi sempre nelle scelte agonistiche.  Ovviamente anche a tutta la squadra, ai tecnici e ai compagni, e alla Federazione. Siamo una Nazionale fantastica, nella quale ognuno è sempre pronto a supportare gli altri, una bellissima famiglia».

Rossi, che ha compiuto 27 anni il giorno della cerimonia inaugurale, si è fatta uno splendido regalo per il suo compleanno. «Lo sarà anche - confessa - per mia mamma Mara, che compirà gli anni domani, e per mia nonna Franca, che dopodomani festeggerà gli 80 anni. In generale dedico questo bronzo a tutta la mia famiglia, che mi è stata sempre vicina e in particolare in questo ultimo anno veramente pesante. Lo dedico anche al direttore tecnico Alessandro Arcigli, al tecnico Donato Gallo, al tecnico/sparring Massimo Pischiutti e al resto dello staff, che per me sono una seconda famiglia, e alla FITeT. Il successo di uno è il successo di tutti. Questa medaglia è anche per tutte le persone che mi hanno sempre supportata».

La premiazione sarà domani mattina alle ore 8 italiane, con diretta su Rai2.