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Giada Rossi sul podio di classe 2 Campionati Europei 2019La sua rincorsa al titolo continentale di classe 2 si è conclusa a Helsingborg, dove Giada Rossi ha trionfato imbattuta, mettendo in fila con autorevolezza tutte le avversarie. L'ultima della lista è stata la russa Nadejda Pushpasheva, che aveva vinto l'oro nel 2013, nel 2015 e nel 2017 e questa volta ha dovuto passare il testimone.

Giada, complimentoni, come suona "campionessa europea"?

«Suona molto bene e sono felicissima di avercela fatta. Sono arrivata in Svezia con quell'obiettivo ben chiaro in mente. Questa volta l'ho vissuta meglio rispetto alle precedenti, ero molto più tranquilla e mi sentivo forte. Quando si lavora molto in palestra e si migliora tecnicamente, ci si rafforza anche mentalmente, essendo consapevoli di sapere cosa bisogna fare per ottenere le vittorie».

Hai dimostrato, senza ombra di dubbio, di essere la più forte.

«In realtà nessuna partita era scontata e sono soddisfatta, perché ho fatto le cose giuste, rispettando i tempi e servendo bene».

Contro Pushpasheva all'inizio quali sono stati i problemi?

«Lei aveva perso due match nei giorni scorsi e voleva riscattarsi contro di me. Ho ceduto il primo set, non riuscendo a rispondere bene e commettendo qualche errore di troppo. Dal secondo ho ritrovato la lucidità e ho ripreso in mano la partita, volevo vincerla a tutti i costi. Battere la russa è sempre uno stimolo particolare per me, essendo entrambe ai vertici della classifica».

Sei diventata la numero 1 al mondo di classe 2?

«Con i punti conquistati qui dovrei essere al comando, ora bisognerà vedere come andrà la gara a squadre. Dovrò aspettare per vedermi in testa al ranking a ottobre».

Che effetto fa essere già qualificata alle Paralimpadi di Tokyo 2020?

«Un bell'effetto. Ora che l'accesso ai Giochi è sempre più complesso e le qualifiche chiuderanno a marzo e non più a dicembre, avere la tranquillità di iniziare a lavorare per Tokyo è una grande cosa».

La prossima missione sarà conquistare il mondo?

«Direi proprio di sì. Farò il possibile per riuscirci».

Con te e Michela Brunelli in questo stato di forma, possiamo sognare anche nella gara a squadre?

«Siamo entrambe belle cariche e sicuramente saremo combattive. Le premesse sono buone, in campo metteremo tutto ciò che avremo dentro e vedremo come andrà a finire».

A chi dedichi questo titolo?

«Ai miei genitori Mara e Andrea e a mio fratello Simone, che mi stanno sempre vicini e sono qui anche oggi. Naturalmente ad Alessandro Arcigli e a Donato Gallo, perchè, senza di loro e il Centro Federale di Verona, tutto questo non si sarebbe realizzato. Grazie alla Federazione per averlo reso possibile. Il mio pensiero va anche a tutti i compagni della Nazionale e allo staff. Sono un bellissimo gruppo, come una seconda famiglia per me. Condividiamo tutto e questa è la nostra forza».