Per il Frandent Group Cus Torino è il terzo successo in quattro anni
- Pubblicato: 09 Giugno 2018
Ha fatto tris di titoli a squadre negli ultimi quattro anni il Frandent Group Cus Torino, che rimane dunque il punto di riferimento in Italia fra le società in piedi (classe 6-10). Un grande risultato per Lorenzo Cordua, Sergio Pelissero, il capitano Roberto Panipucci e Luca Spinnicchia, guidati in panchina da Aldo Vassarotto (tutti insieme nella foto di Ioan Nechita). In semifinale si sono già superati per avere la meglio per 3-1 sullo Sport Club Etna di Paolo Puglisi, Renzo Carmelo Puglisi, Fabrizio Valastro e Massimo Chillemi. Cordua ha prevalso per 3-0 (11-2, 11-4, 11-6) su Renzo Puglisi e Paolo Puglisi ha regolato Pelissero per 3-0 (11-4, 11-8, 11-3). In doppio Cordua e Pelissero si sono imposti per 3-0 (11-9, 11-4, 11-5) e poi Cordua ha chiuso i conti, con il 3-0 (11-6, 14-12, 11-5) su Paolo Puglisi.
In finale i torinesi si sono ripetuti per 3-1 sul Circolo Tennistavolo Molfetta, che in semifinale aveva usufruito della rinuncia della Muraverese. È stata una sorta di rivincita rispetto al 3-0 dei pugliesi in regular season, quando però mancava Cordua. Il numero uno cussino ha esordito con il 3-1 (11-4, 11-13, 11-4, 11-9) su Pietro Motolese. Lorenzo Magarelli ha portato le sorti in parità, non lasciando set (11-5, 11-5, 11-6) a Pelissero. In doppio Cordua e Pelissero hanno piegato Magarelli e Motolese per 3-1 (9-11, 11-8, 11-9, 11-6). Cordua ha avuto la meglio su Magarelli per 3-1 (11-6, 5-11, 11-9, 12-10), confermando l’esito della finale del singolare giovanile e consegnando ai suoi il tricolore.
«Dei tre titoli che abbiamo conquistato - spiega il tecnico Vassarotto - questo è stato veramente il più inaspettato. Si è trattato di un’autentica impresa, perché abbiamo un grande numero uno come Cordua, ma gli altri tre sono dei quinta categoria. Il punto cruciale sapevamo che sarebbe stato il doppio e sono stato nell’incertezza su chi schierare fra Pelissero e Spinnicchia. Li ho tenuti sulla corda tutti e due e alla fine ho scelto il primo, che ha un fastidioso antitop sul rovescio. In finale, però, Sergio è stato bravissimo e ha giocato anche dei diritti bellissimi. La chiave di volta è stato il recupero nel secondo set, che perdevamo per 7-2, dopo aver ceduto il primo. Dedichiamo questa vittoria al presidente Riccardo D’Elicio e al nostro responsabile di sezione Adriano Muzio, che credono in noi e ci mettono nelle condizioni migliori per lavorare».
Cordua ha retto bene alla responsabilità di dover fare sempre i due punti in singolare:«Me la sono assunta volentieri e ho sempre cercato di dare il massimo, anche se Magarelli mi ha veramente impegnato moltissimo, anche nel torneo di singolare giovanile. Sono felice di questi due titoli e anche molto stanco, perché le gare sono durate parecchio. A squadre non eravamo certamente i favoriti e pensavamo di perdere già in semifinale. Il segreto di questa vittoria è stato il grandissimo doppio con Sergio Pelissero, che ha dato molta fiducia alla squadra e ci ha permesso di arrivare fino in fino».
Il fresco 49enne Pelissero è stato dunque l’arma a sorpresa:«Ero molto emozionato, essendo all’esordio ai Campionati Italiani, in questa gara in cui il Cus Torino mi ha voluto per cercare di difendere il titolo. Puntavamo tutto sul doppio, perché sapevamo che i miei singolari non avrebbero portato punti, e in effetti all’inizio un po’ di tensione c’è stata, poi grazie a Lorenzo e alla sua fiducia nei miei confronti sono riuscito a liberarmi dall’emozione e ho anche tirato fuori dei bei colpi. Il resto lo ha fatto lui, vincendo tutti i suoi singolari».
Felicissimo il capitano Panipucci:«Questo titolo, rispetto ai precedenti, ha un significato particolare, perché non partivamo con i favori del pronostico. Per la prima volta, in veste anche di responsabile dell’area paralimpica del tennistavolo cussino, mi è stata data carta bianca per la costruzione del team, dopo la partenza di Manfredi Paolo Baroncelli. Il compito non era facile e tutti insieme abbiamo dimostrato che, anche in presenza di valori tecnici inferiori, il lavoro fatto bene e la dedizione pagano sempre».
Ha contribuito alla causa anche Spinnicchia: «Sono contento di fare parte di questo gruppo, che ha nell’unione il suo vero punto di forza. Siamo amici e cerchiamo sempre di aiutarci a vicenda».