Banner MINI bando Over65 B 3

Elisa Marzolla Palma di BronzoNei giorni scorsi a Novara, la sua città, Elisa Marzolla ha ricevuto la Palma di Bronzo al Merito Tecnico, quale attestato di benemerenza per il lavoro svolto nel settore paralimpico a partire dal 2012. «Sono entrata in Nazionale come sparring - ricorda - e mi sono appassionata moltissimo. Quando mi è stata data anche la possibilità di svolgere il ruolo di tecnico, mi sono sentita letteralmente al settimo cielo. Dalla scorsa stagione per il progetto "Rio 2016" ho fatto per due anni l'allenatrice "a casa" di Michela Brunelli».

Quanto avete lavorato insieme?

«Ogni mese andavo una settimana da lei e tutti i giorni ci allenavamo due ore al mattino e altrettante al pomeriggio. Seguire una delle atlete azzurre migliori per me è stato un autentico onore. Ora qui al Tennistavolo Savona mi sto dedicando tutti i pomeriggi a Matteo Orsi, uno delle giovani stelle della Nazionale, che ha già ottenuto degli ottimi risultati in Italia e all'estero. A questo proposito posso fare un ringraziamento?».

Prego

«Voglio ringraziare Alessandro Arcigli, perché se faccio quello che faccio è perché lui mi ha dato questa bellissima opportunità. Con Alessandro ci eravamo parlati al telefono qualche mese prima e poi, nel 2012, mi ha convocata come sparring negli stage estivi. Di lì è iniziato tutto. Non potrei più stare senza questi atleti».

Al TT Savona ti occupi anche dei ragazzini normodotati?

«Alleno dei bambini che hanno dagli 8 ai 12 anni e altri quattro ragazzini di 14-15 anni. Seguire i giovanissimi è sempre stato il mio piccolo sogno nel cassetto e sono felice perché sto riuscendo a realizzarlo».

C'è qualche pongista particolarmente promettente?

«Un bambino di 9 anni è molto bravo, anche se gioca da soli tre mesi. Si chiama Leonardo Baudo e ha una grande passione, anche se la condivide con il calcio. C'è da lavorare moltissimo su tutti ed è proprio quello che mi piace fare».

Riesci ad allenarti per disputare l'A2?

«Gioco in squadra con Stella Frisone e Dana Saporta e in effetti ho poco tempo per allenarmi. Sono nel mondo del tennistavolo da 23 anni. Praticavo il minivolley e mia madre un giorno mi chiese perché non iniziassi il ping pong, che mi piaceva molto. Dalla sera in cui ho provato non ho più smesso».

Come ti valuti come atleta?

«Mi sono sempre considerata abbastanza talentuosa, purtroppo non ho mai avuto qualcuno che mi abbia seguito. Da piccolina ho sempre fatto qualche stage regionale, ma mi è mancata la figura dell'allenatore che mi urlasse dietro quando avessi fatto qualcosa di sbagliato. Sono andata avanti giocando parecchie partite. Comunque in classifica sono riuscita a fare una bella scalata, arrivando a ridosso delle prime 30 Ora voglio crescere come allenatrice. Come atleta ormai il mio l'ho fatto e ora gioco più che altro per divertimento».

Quali risultati ricordi con piacere?

«Non dimenticherò mai che dopo sei mesi dalla prima volta che ho impugnato una racchetta ho partecipato ai Campionati Italiani giovanili e fra le Giovanissime ho conquistato la medaglia di bronzo in singolare. È stata la mia soddisfazione più bella e anche inaspettata. Ricordo anche un argento nel doppio di terza categoria, in coppia con Dana Pellegrini, dopo aver sfiorato anche l'oro».

Com'è stato lasciare un'occupazione sicura in nome della passione?

«Sono stata per sei anni in una ditta che produce silicio per semiconduttori per elettrodomestici e svolgevo i turni. Cinque anni fa ho deciso che avrei voluto lavorare nell'ambito del mio sport e dopo essermi licenziata mi sono buttata a capofitto in questa nuova vita. Ho seguito il mio cuore e sono felice della scelta. Ho la fortuna di trascorrere le mie giornate facendo ciò che amo. Una situazione invidiabile».