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Il Centro Federale giovanile della FITeT è stato inaugurato domenica 6 settembre all'interno del Centro di Preparazione Olimpica di Formia e dunque sono trascorsi i primi tre mesi e mezzo di attività. Vi lavorano stabilmente i tecnici Antonio Gigliotti, Lorenzo Nannoni, Sebastiano Petracca e Valentino Piacentini, coordinati dal direttore tecnico nazionale Patrizio Deniso. Gli atleti scelti per partecipare al progetto sono Antonino Amato (Stet Mugnano), Luca Bressan (Tt Castel Goffredo), Matteo Cerza (Tt Campomaggiore Terni), Nicholas Frigiolini (Tt Torino), John Michael Oyebode (Marcozzi Cagliari), Jordy Piccolin (Tt Torino), Gabriele Piciulin (Tt Torino), Daniele Pinto (Tt Torino) ed Elisa Armanini e Jamila Laurenti (entrambe del Castel Goffredo). Si lavora in ottica Tokyo 2020.

Patrizio Deniso, com'è avvenuta la selezione dei giocatori?

«Abbiamo scelto gli elementi di età compresa fra i 12 e i 16 anni più promettenti in Italia, a parte Carlo Rossi e Matteo Mutti, che non hanno aderito. Rossi potrebbe entrare prossimamente, anche se a me farebbe piacere che iniziasse fin da subito. Il Centro di Formia, al di là di questi dieci casi specifici, sta diventando un volano anche per altri ragazzini interessanti, che non vivono stabilmente lì, ma vengono per svolgere allenamenti e stage con i tecnici delle Nazionali, in sinergia con il "Progetto Italia Giovanile". In futuro coinvolgeremo sempre di più in questo discorso, chiamandoli a Formia, gli allenatori che operano nelle società seguendo gli atleti che ci interessano maggiormente. Per ora abbiamo avviato un modello che secondo me potrà portare grandi risultati. I nostri giovani devono innalzare la loro capacità di allenamento, per riuscire a reggere i ritmi che possano renderli competitivi in ambito internazionale».

Come si svolge una giornata tipo a Formia?

«Al mattino di solito, dopo la colazione alle 7,30, si va a scuola. Oyebode e Piciulin frequentano l'Istituto Ada Colabello, a indirizzo tecnico-commerciale, gli altri, a eccezione di Piccolin, che è iscritto al Liceo Scientifico Toniolo di Bolzano e deve tornare a casa una settimana al mese, e delle due ragazze, che fanno la terza media, studiano all'Istituto Mater Divinae Gratiae, a indirizzo sociosanitario. Dopo pranzo ci sono due allenamenti, al tavolo e di preparazione fisica, dalle 15,30 alle 18,30 e dalle 19,30 alle 20,45. Il Colabello ci consente una maggiore autonomia di gestione e, nei giorni in cui i ragazzi non vanno a scuola, la giornata inizia dalle 8,30 alle 9,10 con una sessione di servizi, seguita dalle 9,30 alle 11,30 dall'allenamento. Al pomeriggio dalle 14 alle 15 c'è un'ora di studio con un tutor e dalle 15,30 alle 18,30 un secondo allenamento. A seconda dei casi può essercene anche un terzo, dalle 20 alle 21,30, solitamente dedicato ai servizi e alle risposte».

Come si avvicendano i tecnici al Centro?

«Abbiamo creato una programmazione che prevede la presenza costante di tre allenatori. Petracca è più indirizzato all'aspetto scolastico e di tutoraggio, mentre Gigliotti, Nannoni e Piacentini hanno una responsabilità più tecnica. Ci sono anche un preparatore atletico, che interviene sui ragazzi tre volte alla settimana con un programma fisico, e uno psicologo, che fa da filtro fra gli allenatori e i giocatori. Siamo soddisfatti, perché in questi tre mesi e mezzo abbiamo riscontrato in ognuno degli atleti dei miglioramenti sia tecnici sia fisici. Non dimentichiamo poi l'importanza di vivere in un ambiente performante, in cui sia possibile entrare in contatto con campioni, ai massimi livelli, degli altri sport».

Quale sarà il futuro di questo gruppo di atleti a Formia?

«Subirà delle modifiche e sulla base di una valutazione generale potrebbero esserci delle new entry. A questo proposito, dopo i Campionati Italiani Giovanili di Terni di fine aprile farò delle proposte al vice presidente Renato Di Napoli, referente del Centro, e, naturalmente, al presidente Franco Sciannimanico e al Consiglio Federale. Vorremmo avere un gruppo un po' più cospicuo nel range di età dai 12 ai 14 anni, in modo tale da incidere ancora prima sull'aspetto tecnico e fisico. Siamo felici di essere partiti, perché sempre di più si sta affermando la tendenza, nel mondo e in Italia, relativamente alle altre discipline, ad avere un Centro Federale, dove poter sviluppare appieno un programma di preparazione che sia il più intenso possibile. Il lavoro svolto in un Centro permette di capire al meglio l'atteggiamento di un ragazzo, di far emergere i problemi e le capacità di ognuno e di comprendere dunque chi valga e chi meno».

Inaugurazione Centro Formia