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Dopo una mattinata dedicata ad attività ludiche di sano recupero mentale e fisico, nel pomeriggio si è avviato il terzo ciclo di sedute. Periodo conclusivo durante il quale si possono stabilizzare gli apprendimenti attraverso la proposizione di situazioni motorie e di tennistavolo che sintetizzino quanto provato precedentemente.
I due gruppi di lavoro si sono organizzati in modo da assicurare la presenza e la disponibilità di un tecnico per ogni tavolo; le proposte di attività hanno seguito la progressione già descritta nelle precedenti giornate.
E’ stato possibile lavorare su alcune combinazioni di colpi, anche in situazione partita, che hanno permesso di verificare il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. In particolare si è potuto acquisire un riscontro rispetto a
•    Riconoscimento delle traiettorie e della profondità della pallina,
•    Valutazione del tempo di movimento in relazione alla circolazione della pallina,
•    Controllo e regolazione dell’azione dei segmenti corporei.

Inoltre sono stati oggi somministrati i test di abilità motoria che rappresenteranno alcuni degli strumenti di verifica del lavoro svolto nel corso dell’anno: sono state proposte una prova di mobilità del rachide nella stazione seduta, una prova di rapidità di traslocazione con uno sprint a navetta, una prova di forza dinamica di salto. Tali prove hanno fornito utili indicatori di coordinazione e misure che potranno essere facilmente confrontate con analoghe da raccogliere durante il corso dell’anno.
L’obiettivo naturalmente è monitorare l’evoluzione della capacità di produrre una prestazione motoria ma anche verificare quanto la crescita di disponibilità di movimento possa facilitare la pratica di tennistavolo. L’età evolutiva (il periodo dell’evoluzione biologica, mentale, psichica che introduce a quella adulta) è contrassegnata da numerosi passaggi e cambiamenti che la pratica motoria e sportiva può stimolare ed accrescere positivamente. Al contrario però la vita sedentaria, l’utilizzo di apparati elettronici stimola le capacità cognitive senza avere un effetto efficace sul potenziale motorio che solo l’esercizio fisico, il gioco può sollecitare. Diviene proprio difficile muovere una mano, un avambraccio, il corpo laddove si sia abituati a stare fermi: non solo ci si irrigidisce ma non si sente quale tipo di azione si è in grado di produrre. La stessa evoluzione umana ha conosciuto epoche di crescita del sistema muscolo scheletrico per rispondere ad esigenze primarie (la caccia, il reperimento di cibo) e del cervello; altre (l’attuale, per esempio) di evoluzione del cervello ma di involuzione dell’efficienza fisica. Nonostante quindi, quanto di più nuovo venga dalla ricerca scientifica, sempre più difficile appare la ricerca di potenziali atleti all’interno di una popolazione che rispetto a 100 anni or sono può condurre una vita di relazione 100 volte meno impegnativa.