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Doppia “razione” di attività per giovani e tecnici impegnati nel primo dei due stages del Campus estivo 2011. Sostanzialmente invariata l’organizzazione e la distribuzione dei gruppi di lavoro che si integrano fra loro e con quello delle Squadre Nazionali. Quest’oggi è toccato a Jhon Oyebode, Mattia Foglia, Andrea Pillera aggregarsi al Team Azzurro.
Le scelte gestionali sono sempre orientate a creare gruppi relativamente omogenei con una adeguata assistenza da parte dei tecnici presenti. Alternando esercitazioni cooperative con il compagno ad altre di apprendimento facilitato al cesto.
Per chi volesse cimentarsi nel comprendere la qualità e l’efficacia delle attività proposte, consiglieremmo di adottare un paio di criteri di analisi della riuscita delle sedute:
•    I ragazzi riescono a praticare con continuità ed efficacia: l’esercitazione utilizzata consente di produrre gli effetti voluti, i ragazzi riescono a riprodurre la situazione progettata, la pallina rimane in gioco a lungo con precisione. Il tecnico sceglie una situazione in cui è possibile sfruttare ciò che i ragazzi sanno fare, al fine di promuovere nuove opportunità di apprendimento. Entrando in palestra, un osservatore dovrebbe recepire un frequente “ticchettio” di palline che rimbalzano, chiaro indicatore di densità di gioco.
•    Il tecnico, i tecnici intervengo identificando le situazioni di maggiore facilitazione per l’apprendimento: le esercitazioni quindi “isolano” l’obiettivo di lavoro e consentono di sollecitarlo. Ciò può avvenire attraverso la pratica dello schema di gioco fra due compagni (oppure con tecnico) oppure utilizzando il cesto multiballs. Ad esempio se una situazione globale di utilizzo dello scambio o del top spin appare evidenziare un ridotto uso dell’avambraccio, viene destrutturata: si parte da una prima attività svolta sopra il tavolo con l’utilizzo prevalente dell’avambraccio; si prosegue con una ulteriore situazione che richieda  l’azione (in andata e ritorno) di tutti segmenti corporei; si conclude con un lavoro di sintesi, in posizione distante dal tavolo, che richieda di produrre una lunga gittata della pallina con l’azione di tutto il corpo e ricercando una buona parabola.

Appare evidente che la preparazione del tecnico che si occupa di giovani deve essere fondata su una profonda conoscenza:
•    delle caratteristiche dello sport, cioè di un gioco motorio di destrezza e precisione balistica;
•    della fisica applicata alla circolazione della pallina;
•    dei processi e delle modalità di apprendimento motorio e cognitivo;
•    delle caratteristiche del movimento umano;
•    della pedagogia e della psicologia dell’età evolutiva;
•    delle situazioni di facilitazione didattica del tennistavolo.

Naturalmente questo profilo può spaventare perché potrebbe sembrare alla portata di pochi: in realtà il tecnico che si pone delle domande, che sente di “avere dei dubbi”, è disponibile ad imparare, continuando a fare esperienza e formarsi.
La cultura sportiva è disponibile a tutti, non è patrimonio, dote di alcuni fortunati.
Certamente non è sempre disponibile senza la fatica dell’uscire di casa e di dedicarvi tanto tempo. Non può così facilmente essere riprodotta nei libri oppure in supporti video.
Le occasioni concrete per conoscere, informarsi, approfondire da almeno tre anni ormai non mancano in Italia: corsi di aggiornamento e formazione, stages, competizioni internazionali per i giovani.
Di fatto, poi, uno degli scopi del Progetto Giovani è di assistere e sostenere i tecnici interessati a crescere con un paziente lavoro di studio e condivisione. Non a caso durante il corso di tutto l’anno tante opportunità di “conoscere e studiare” potranno essere sfruttate in occasione degli stages mensili organizzati dai Comitati Regionali, coordinati e condotti dai Referenti Tecnici territoriali coadiuvati dai Tecnici FITeT responsabili.
Un suggerimento potrebbe venire dall’apprendimento di una lingua straniera: lo studio della grammatica, il riconoscimento della pronuncia sono risorse importanti che si possono acquisire nella propria sede; altrettanto, forse di più,  lo è aver bisogno di parlare, uscendo dal proprio paese, andando all’estero magari per lavorare.
Il tecnico quindi deve avere “fame” e dei motivi per imparare: si metta quindi alla prova, lavori in palestra con i giovani, si confronti appena può.

Enrico Rech, Oreste Coletta, Alessandro Ruscelli, Alessandro Calvi quest’oggi si occupano del gruppo composto da Leonardo Mazzocchi,Simone Cicuttini, Agostino Cirillo, Gabriele Piciulin, Davide Murano, Filippo Venturini,Luigi Pusceddu, Gianluca Zaccone, Francesco Mundo
Nella prima parte della giornata si lavora utilizzando il Palleggio con l’obiettivo della gestione delle direzioni e del cambio di profondità.  Nella seconda parte invece si utilizzano lo scambio ed il top spin per lavorare su ritmo, direzioni, tempo di impatto.
Si concluderà lavorando sul collegamento e combinazione di Rovescio e Diritto da differenti punti del tavolo in regime di regolarità e/o incertezza.
Il gruppo delle ragazze vede il contributo di Ona Copaci, Marzia Bucca e Antonella Di Napoli e la preziosa collaborazione di Luca Palmarucci,Jacopo Endrizzi che praticano con Sara Lajmeri e Jessica Ramazzini;
Sorina State gioca con Anna Coates e Marzia Bucca con Arianna Barani
Sessioni di cesto per Antonella Di Napoli con Aurora Piras, Sofia Sfameni, Giulia Endrizzi e Giuseppe Del Rosso con Diana Giuffrida e Alice Mattana
Ad una prima parte in cui si lavora per imparare e stabilizzare la tecnica di movimento e posizionamento del corpo, seguirà una seconda di esercitazione regolare con scambio e top spin con l’obiettivo della gestione delle direzioni. Si completa la giornata con l’utilizzo di situazioni partita con servizio e risposta predefinita.