Banner MINI bando Over65 B 3

Day11Conoscere, riconoscere per controllare il movimento. Questa potrebbe essere l’estrema sintesi dell’organizzazione delle due odierne sedute ricche di non casuali stimoli coordinativi per i ragazzi. Che, ormai avvezzi ai ritmi del raduno, riescono con sempre maggiore convinzione e sicurezza a riprodurre azioni complesse in situazioni sempre meno standardizzate e più variabili.
Infatti in queste giornate dopo aver lavorato sulle sensazioni e le caratteristiche dei movimenti di piedi, gambe, anche, busto, braccia, avambraccio e mano, si è cercato di arrivare a riprodurre tali elementi creando maggiore variabilità nei parametri di circolazione della pallina: in particolare direzione, velocità, profondità. In questa seconda fase viene sollecitato un continuo impegno di decodifica di segnali rispetto alla circolazione della pallina per favorire  “l’utilizzo” di compiti ormai stabili per risolvere “il problema” di sincronizzarsi con il tempo della pallina.
Ad esempio una tempestiva “lettura” della profondità della pallina consente di poter agire impattando sopra al tavolo, alla sommità della parabola della pallina successiva al rimbalzo oppure di scegliere diverso compito con differente tempo di impatto. Una cattiva lettura invece crea l’idea di dover produrre un compito che poi si rivela non adeguato al reale tempo di impatto con la pallina (per esempio quando la pallina è nella fase discendente della sua parabola).
Il tecnico quindi favorisce l’identificazione dei riferimenti spaziali e temporali, utilizzando esercitazioni ben definite che favoriscano la focalizzazione dell’attenzione sulla traiettoria e profondità della pallina. Limita al massimo inutili e ridondanti interventi correttivi verbali.
Tale processo non sembra si possa instaurare con immediatezza, probabilmente perché confligge con precedenti esperienze di eccessiva standardizzazione. Il ragazzo che non mostra padronanza di differenti ritmi esecutivi, del tempo di movimento e della pallina, spesso esprime le conseguenze una sorta di super allenamento di situazioni che al contrario appaiono standardizzate, sempre simili. E lo si intuisce proprio quando lo si osserva avviare il proprio movimento (anche dei piedi) palesemente fuori sincro rispetto alla pallina che invece gli arriva.
Riconoscere spazio e tempo quindi deve essere obiettivo delle attività generali, speciali, specifiche per garantire lo sviluppo intellettivo, motorio, sportivo, del giovane praticante.

Tali aspetti sono stati trattati anche (non casualmente) dalla Prof.ssa Bortoli, ricercatrice di fama internazionale e mental coach degli atleti azzurri di tiro, nell’intervento introduttivo del secondo modulo del corso nazionale per tecnici sportivi.
Le cui attività formative si protrarranno fino a domenica 26 Agosto in parallelo al Campus e agli Stages delle Squadre Nazionali: molti contributi verranno promossi e strutturati sulle situazioni di pratica dei più giovani e degli atleti più esperti. Domattina quindi spazio ad Andreja Ojstersek ed alla sua esperienza di gestione e conduzione di Squadra Nazionale, analisi e valutazione dei test motori degli atleti, analisi e valutazione dell’organizzazione didattica speciale.