Spezzano, l’unico paese di origine albanese ad avere una società pongistica
- Pubblicato: 04 Gennaio 2021
Spezzano Albanese è un paese di circa settemila abitanti situato nel nord della Calabria, in provincia di Cosenza. Dista venti minuti dal Mar Ionio e quaranta sia dalle montagne del Parco Nazionale del Pollino sia dall’altopiano della Sila. Con tutta probabilità è l’unico centro di origine albanese in Italia ad avere una società affiliata alla FITeT. Il Tennistavolo Spezzano Albanese è una giovane società, che è nata nel 2014 e da allora la presiede Paolo Cucci, insegnante di educazione fisica con una grande passione per lo sport. Oltreché pongista, è stato calciatore, cestista, pallavolista, d’estate giocatore di tennis e, da 15 anni, è componente dell’Italian Spinning® Team.
Ciao Paolo, ci spieghi un po’ le origini albanesi di Spezzano?
«Facciamo parte di una minoranza etnica che dopo 500 anni cerca di mantenere usi, costumi e tradizioni, parlando l’arberëshë, la lingua albanese del 1500. Verso la fine del XV secolo, infatti, per fuggire dall’invasione turco-ottomana, molti albanesi, grazie anche all’accoglienza offerta loro dagli Aragona, memori dei grandi aiuti avuti dal condottiero albanese Giorgio Kastriota Skanderbeg, trovarono ospitalità e asilo nel territorio appartenente al Regno di Napoli. Oggi si contano circa 50 comunità, di provenienza e cultura albanese, sparse tra Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, e Spezzano Albanese è la più grande».
Sei stato tu a portare il tennistavolo a Spezzano?
«Più che altro ho contribuito all’idea di dare seguito a un’attività che già esisteva a scopo ricreativo dal 2007, nell’ambito della Polisportiva Bashkim Culturor, che in arberëshë significa “unione culturale”. Nella loro sede c’era un tavolo che divenne un punto di riferimento per tutti coloro che, come me, avevano già conosciuto e praticato il ping pong negli anni ’80, soprattutto presso il centro P.G.S. dei Salesiani, assieme all’amico fraterno e coach di volley Mario Pellegrino. Con l’appoggio di Pinuccio Acquafredda, presidente di Bashkim, e di Giuseppe De Rosis responsabile della Polisportiva, io, il maratoneta Michele Spingola, Andrea Campilongo, Saverio Gerardi, Gianfranco Frascino, Francesco Mazzafera e l’evergreen Giovanni Pittari creammo la sezione pongistica. Organizzammo così i primi tornei amatoriali e successivamente decidemmo di iscriverci alla FITeT, partecipando al primo campionato regionale di serie D1».
Cosa ricordi di quel periodo?
«L’enorme entusiasmo, che ci permise successivamente di organizzare, presso le Terme di Spezzano, un interessantissimo stage tecnico di due giorni, tenuto dal grande Massimiliano Mondello, con la collaborazione dei fratelli Antonio e Corrado Mastroianni. Una piacevolissima occasione per farci conoscere, patrocinata dell’amministrazione comunale e che vide la partecipazione di tecnici e giovani allievi provenienti da molte società calabresi».
Cosa vi ha portato in FITeT?
«La consapevolezza che esiste una notevole differenza tra il ping pong e il tennistavolo. Con il supporto e l’esperienza tecnico-organizzativa del coach Mario Federico, del TT Luzzi, volevamo fare le cose per bene e dare importanza al progetto, per questo subito partecipai al corso federale per tecnici di base, tenuto a Reggio Calabria da Matteo Quarantelli e da Joze Urh. Nel 2012 fummo ripescati in serie C2 e allestimmo forse la formazione più forte di sempre composta da me, Sergio Bartolini, Andrea Longo e Roberto Aita. Ad un certo momento l’attività al Bashkim, a causa di vicissitudini interne, non andò più avanti, ma grazie alla conoscenza dell’amico e tecnico Rosario Lombardi e alla spinta emozionale del presidente regionale Pino Petralia, decidemmo di rilevare il titolo della società di Cassano All’Ionio e di creare l’ASD Tennistavolo Spezzano Albanese».
Chi c’era con te?
«C’erano il vicepresidente Rocco Gallucci e i consiglieri Katia Petroni, Domenico Lifrieri, Pietro Damiano, Luigi Blefari e Giovanni Pittari, che fungeva anche da segretario. Fanno ancora tutti parte del Consiglio, nel quale Katia ha sostituito Giovanni come segretaria. Proprio a Cassano All’Ionio mi lega un aneddoto di quando ero ancora al Bashkim».
Quale?
«Era il 2007, anno in cui passai definitivamente di ruolo nella scuola secondaria di primo grado e la prima sede fu la media “Biagio Lanza” di Cassano. Tutto ebbe inizio quando in uno spazio nascosto interno alla scuola, vidi un tavolo da ping pong completamente sommerso da vecchi libri, faldoni e scartoffie varie. Chiesi immediatamente a uno dei collaboratori scolastici di trovare a quel materiale un’altra collocazione, perché quel tavolo mi sarebbe servito, e non poco. Da lì, grazie anche al lungimirante preside Carlo Rango, furono acquistati racchette e palline. I tavoli passarono a tre, e cosi iniziò la mia bellissima esperienza pongistica nelle scuole con i Giochi Sportivi Studenteschi».
Con quali risultati?
«Grazie anche ad alunni fantastici, abbiamo vinto per due anni consecutivi il titolo di campioni provinciali. Sono cresciuti ragazzi di talento, come Giada D’Elia e Antonio Corrado, più volte, in seguito campioni regionali di categoria. Questa esperienza ha avuto un seguito e ancora maggiore risalto quando sono stato trasferito a Spezzano Albanese, dove ci siamo aggiudicati più volte il titolo sia provinciale sia regionale ai Giochi Sportivi Studenteschi. Quegli allievi hanno costituito poi l’intelaiatura della prima squadra dell’attuale TT Spezzano Albanese».
Con loro avete dunque disputato i primi campionati?
«Sì, partendo dalla D1 con i giovani Andrea Gallucci, Mattia Falco, Andrea Oriolo, Mattia Valente e il veterano Antonio Sallorenzo, da sempre con noi. Io giocavo e facevo il tecnico. Dopo i primi anni, vissuti fra grandi sacrifici, sonore sconfitte e progressi dei ragazzi, inconsapevolmente abbiamo arricchito la nostra esperienza, tanto che nella stagione 2017/2018 ci siamo classificati primi, vincendo tutte le partite del girone. Insieme a me c’erano Gallucci, Sallorenzo, Andrea Falco e Giada D’Elia. Conquistammo la serie C2 dopo uno spareggio spettacolare contro il TT Polistena del caro coach Ciccio Ferraro. Mi sono rimasti impressi nella mente e nel cuore, due ricordi particolari: la palestra invasa dal pubblico e l’abbraccio e le lacrime di Andrea Gallucci a fine gara».
Quest’anno chi sarete in C2?
«Io, Antonio Sallorenzo, Nicolino Ferraro, Giada D’Elia e vedremo poi quali ragazzi fare esordire. Andrea Gallucci sta seguendo le mie orme, studiando Scienze Motorie a Urbino. Quando è libero viene ad allenarsi con noi. Inoltre avremo per quest’anno una compagine di D1, per dare così spazio a una decina di ragazzi».
Oltre a D’Elia avete altre ragazze in società?
«Oltre a lei, che è all’ultimo anno di Scienze Motorie a Catanzaro, lo scorso anno avevamo un terzetto composto da Francesca De Giovanni, classe 2003, Angela Oriolo, del 2006, e Vanessa Baffa, del 2007. Confidando che Katia Petroni, che tra l’altro è la mamma di Andrea Gallucci, faccia il corso per tecnico di base, vorrei avviare anche un discorso al femminile. Sappiamo che non è facile, ma ci proveremo».
Dei tuoi atleti, chi ha ottenuto i migliori risultati individuali?
«Oltre alla già citata Giada D’Elia, vincitrice più volte di titoli provinciali e regionali, anche se non con la nostra società, io sono stato campione regionale di quinta categoria e più volte sul podio anche nei tornei nazionali. Sono l’attuale campione provinciale Veterani. Dei ragazzi ricordiamo Andrea Gallucci, Francesco Oriolo, Marco Sangregorio e Antonio Scuro, che sono stati campioni provinciali nelle loro rispettive categorie, oltre a essere saliti sul podio in moltissimi tornei regionali. Per quanto riguarda la categoria promozionale, lo scorso anno si sono messe in evidenza, con il titolo di campioni regionali, in campo femminile Vanessa Baffa e Angela Oriolo e nel maschile Antonio De Lorenzo e Domenico De Giovanni».
Attualmente chi sono i giovani più promettenti?
«Antonio Scuro e Giovannino Sirimarco, entrambi classe 2006, anche se devono capire bene che solo se c’è impegno e sacrificio ci saranno in seguito risultati e soddisfazioni. Inoltre mi aspetto qualcosa dalle ragazze.».
Nella tua scuola insegni il tennistavolo?
«La mia scuola è Centro Sportivo Scolastico dal 2012, e nella mia programmazione curricolare l’argomento Tennistavolo è sempre presente, sia a livello pratico, con la conoscenza, preparazione e partecipazione ai Giochi Studenteschi, sia teorico, con la famosa “diplomazia del ping pong” degli anni ’70 durante la guerra fredda tra Cina e Stati Uniti. Sovente aderisco a progetti P.O.N., che mirano a contrastare l’abbandono scolastico, favorendo l’avviamento alla pratica sportiva. Lo scorso anno ho svolto un interessante progetto destinato ai ragazzi delle classi quarte della scuola primaria, con lezioni di un’ora e mezza al pomeriggio una volta alla settimana. Ha riscosso grande entusiasmo e grande partecipazione, prima che il COVID-19 interrompesse bruscamente il tutto. Spero di riprenderlo, appena sarà possibile».
Cerchi di fare proseliti anche fra i tuoi colleghi insegnanti?
«In veste anche di delegato FITeT per la provincia di Cosenza, sto provando a dare la giusta considerazione a questo sport, che credo si presti in maniera importante a ogni grado di scuola. Ho sempre offerto la mia totale disponibilità a tutti i colleghi per un necessario aggiornamento, visto che molti di loro sono ancora fermi a regole di 20- 30 anni fa. Appena ci sarà la possibilità di ritornare tutti a scuola in presenza, spero si possa di nuovo avviare questo discorso. È importante conoscersi, confrontarsi, e permettere ai ragazzi di vivere quest’esperienza sportiva».
Dove svolgete, come TT Spezzano, la vostra attività?
«Nella palestra della scuola media dell’Istituto Comprensivo “Rita Levi-Montalcini”. Grazie all’amministrazione e ai dirigenti scolastici che si sono succeduti in questi anni, ho avuto sempre la possibilità di usufruire della struttura. Non è molto grande, ma ci consente comunque di sistemare 5 aree di gioco. Attualmente occupiamo i giorni di martedì e giovedì dalle ore 17,30 alle 20.30. Il turno fino alle 18,45 è dedicato a corsi di avviamento e quello successivo agli agonisti e alle ragazze. Abbiamo poi la disponibilità della domenica per le gare di campionato. Purtroppo sono l’unico tecnico di base della società, ma Katia Petroni, aspirante tecnico, compatibilmente con i suoi impegni professionali, mi dà una mano. Ferraro mi aiuta con i ragazzini più piccoli e Gallucci, quando torna da Urbino, è disponibile anche come sparring».
La Scuola di Tennistavolo costituisce un traguardo importante per voi?
«Molto importante. Ho frequentato con grande interesse il corso tenuto dai formatori questa estate e ho trovato interessantissimo il confronto con tecnici e dirigenti delle altre società del sud Italia. Ciò ha contribuito al chiarimento di molti dubbi. Oltre alla capacità tecnica e professionale di chi ha gestito il corso, ho apprezzato l’attenzione riservata all’ORGANIZZAZIONE dello staff societario nonché l’importanza della preparazione tecnico-atletica, in particolare verso tutta quella serie di esercizi riguardanti gli arti inferiori. Spesso ci si fossilizza sulla ripetizione del gesto tecnico, dando risalto solo ai colpi con la racchetta, senza prestare abbastanza attenzione ai movimenti del tronco e delle gambe. Mi è piaciuta molto la struttura delle lezioni e la rilevanza che la Federazione riserva al progetto. I potenziali utenti devono comprendere che all’interno di una Scuola di Tennistavolo potranno contare sulla professionalità e sull’esperienza che in altre realtà non troveranno. Credo inoltre sia fondamentale puntare anche sulla collaborazione con il territorio, perché si cresce e si migliora soltanto se si collabora. Per quanto ci riguarda, abbiamo ottimi rapporti con tutte le altre associazioni del nostro comprensorio: il TT Cosenza, il TT Luzzi, ma in particolare il TT Castrovillari dell’amico Giuseppe De Gaio, visto che dista solo 20 km da Spezzano».
A chi vi rivolgerete?
«In modo particolare a tutti i giovani del territorio, ma anche ai praticanti neofiti o amatori. Oltre a garantire loro un’opportunità di qualità per stare bene, l’obiettivo è quello di farli diventare tecnicamente anche più bravi. I ragazzi, e non solo loro, attraverso l’attività sportiva vivono in un’ambiente gratificante, che li fa sentire parte di qualcosa. In questo periodo molto difficile, il discorso aggregativo e sociale purtroppo è venuto a mancare. Stiamo pensando di creare un album di figurine, assieme alle associazioni sportive esistenti in paese, perché gli atleti possano sentirsi in qualche modo protagonisti. Ho sempre creduto nei valori dello sport e nel fair play e gradirei che i nostri atleti crescessero avendoli sempre bene in mente. Se faremo bene il nostro lavoro, sono convinto che, oltre ad avere molti tesserati, avremo, di conseguenza, molte più squadre partecipanti ai campionati e, cosa importante, compagini formate da prodotti del vivaio».
Avete anche realizzato un filmato per staccare i ragazzi dai cellulari e portarli in palestra?
«Si, l’idea era proprio quella di “smuovere” un po’ questa gioventù ormai sempre più dipendente dal cellulare. Grazie anche al prezioso ausilio di un mio amico giornalista, Emanuele Armentano, abbiamo sviluppato questo progetto, girato in pochissimo tempo, quasi due anni fa, e lo abbiamo postato poi sulla nostra pagina Facebook. Racconta di un ragazzo seduto, tristemente solo, su una panchina, impegnato con il suo inseparabile cellulare. Tre dei suoi coetanei felici e spensierati stanno andando all’allenamento di tennistavolo, giocando con una pallina, e gliela fanno rimbalzare davanti. In questo modo lo coinvolgono e lo invitano a venire in palestra. Il video termina con il nuovo arrivato che, incredibilmente, batte in una partita un pongista molto più esperto di lui. Oltre a dare luce alla nostra piccola società questo breve video ha cercato essenzialmente di fare pubblicità al nostro bellissimo sport. Ci siamo divertiti moltissimo durante le prove. L’accoglienza poi è stata molto positiva, ricevendo moltissime visualizzazioni e numerosi commenti lusinghieri. Ora non ci resta che sperare che questo incubo chiamato COVID-19 sparisca al più presto e si possa così tornare a giocare in sicurezza. Siamo fermi da troppo tempo, non è giusto».
Foto 1: gruppo del TT Spezzano Albanese
Foto 2: lo staff Bashkim nel 2009 allo stage tecnico con Massimiliano Mondello
Foto 3: squadra della scuola media “Biagio Lanza” di Cassano All’Ionio, campione provinciale 2010 ai Giochi Sportivi Studenteschi, da sinistra Aldo Polillo, il professor Paolo Cucci, Giulio Maria Lanzillotta, Francesco Zaccaro e Andrea Lombardi
Foto 4: squadra maschile e femminile dell’I.C. “Rita Levi-Montalcini” di Spezzano Albanese, campione provinciale e regionale 2016 ai Giochi Sportivi Studenteschi, da sinistra Andrea Oriolo, Marco Sangregorio, Jessica De Giovanni, Paolo Cucci, Giusy Luci, Andrea Falco e Nicolino Ferraro
Foto 5: le squadre del 2018/2019 (in maglia nera la C2 e in azzurra la D1), da sinistra Giovanni Sirimarco, Antonio De Lorenzo, Antonio Scuro, Domenico De Giovanni, Nicolino Ferraro, Andrea Falco, Andrea Gallucci, Antonio Sallorenzo, Paolo Cucci, Giada D’Elia, Francesca De Giovanni, Vanessa Baffa, Domenico Alessio e Antonio Marini
Foto 6: lo spareggio del 2017/2018 contro il TT Polistena per la promozione in serie C2
Foto 7: il presidente Paolo Cucci campione regionale di quinta categoria 2017, premiato dal presidente della FITeT Calabria Pino Petralia
Foto 8: gruppo attività scolastica extracurricolare del 2014 all’I.C. “Rita Levi-Montalcini” di Spezzano Albanese