Tennistavolo Biella, il talento di far crescere i giovani
- Pubblicato: 02 Novembre 2020
Il giro d'Italia fra le società che partecipano al progetto Scuole di Tennistavolo ci riporta in Piemonte, per conoscere meglio l'Associazione Sportiva Tennistavolo Biella, che ha iniziato la sua attività nel 1992. Fra i soci fondatori c'era anche Cesare Erba, che è tuttora il presidente.
Buongiorno Cesare, che ricordi hai di quel periodo?
«Siamo nati dalle ceneri dell'Oratorio Parrocchiale Vandornese, la società che era presieduta da Giorgio Gibello e aveva un dirigente infaticabile come Renato Mosca. Si era affiliata alla FITeT nel 1985 ed era andata avanti fino alla stagione 1990/1991, quando aveva cessato a causa degli impegni universitari di tutti i suoi atleti più rappresentativi. Nell'estate del 1992 io, che avevo già fondato nel 1973 la Virtus Frassati ed ero poi stato l'allenatore del Vigor Mosso, arbitro, presidente provinciale e vicepresidente regionale, Gilberto Ciarmatori, che era stato atleta, istruttore e dirigente del GS San Biagio e consigliere regionale, e Armando Segantin, già atleta e dirigente del GS G. Occhieppo, istruttore e anche presidente provinciale, creammo il Tennistavolo Biella. La nostra sede era la palestrina delle scuole elementari “De Amicis”, dove ci allenavamo e disputavanmo le partite di campionato».
A proposito di campionato, quale fu il primo?
«Partimmo dalla D1 con Cristian Ciarmatori, Antonio Crispino e Mauro Castaldelli e ci piazzammo settimi. L'anno dopo si tesserò per noi Enzo Ferrero, che negli anni '80 era entrato nei primi trenta d'Italia. Nel 1981 in coppia con Massimo Costantini vinse la medaglia d'argento in doppio ai Campionati Italiani Assoluti, battuto in finale da Stefano Bosi e Silvio Pero. Sempre nel 1993/1994 venne dai noi il giovane e promettente Claudio Sassi. Enzo, Claudio e Cristian Ciarmatori ci rappresentarono nell'avventura nella C nazionale. Arrivammo primi e nello spareggio per la promozione in B2 a Galliate perdemmo per 5-4 contro il CUS Torino di Carmelo Romano, Maurizio Negro e Fabrizio Cadamagnani. Cristian e Claudio vinsero anche il titolo regionale juniores a squadre e si qualificarono ai tricolori giovanili».
Poi cosa accadde?
«Nel 1994/1995 per fortuna, dopo lo spareggio andato male, fummo ripescati in B2 e il solito terzetto, composto da Enzo, Cristian e Claudio, ci trascinò al primo posto. Questa volta lo spareggio si svolse a Castel Goffredo e affrontammo la Polisportiva Bissuola Mestre e il Tennistavolo Alto Sebino, con in palio due promozioni. Nella prima sfida il Bissuola battè facilmente l'Alto Sebino e nella seconda noi, a sorpresa, superammo per 5-4 i mestrini. Nella terza gara ci sarebbe bastata una sconfitta per 5-3 per passare e invece, esausti, cedemmo per 5-1 all'Alto Sebino e il salto di categoria sfumò di nuovo. Il 1995 fu lo stesso un anno storico».
Perché?
«Ai Campionati Regionali giovanili, fra gli juniores, Cristian Ciarmatori ottenne l'oro in singolare e nel misto con la sorella Jessica, tesserata per il Dopolavoro Poste di Torino. Ai Regionali di terza categoria salirono sul primo gradino del podio Cristian e Claudio Sassi nel doppio maschile e Cristian e Jessica nel misto. Il bello doveva ancora venire, perché ai Campionati Italiani di terza categoria di Alassio, Claudio, che doveva sostenere l'esame di quinta superiore e aveva rinunciato al singolare e al doppio, nel quale Cristian era uscito nei quarti, si aggiudicò il titolo nel misto con Simona Vissio, della Libertas Fossano».
Quindi la delusione per la mancata promozione in B1 fu superata?
«In realtà salimmò lo stesso grazie a un altro ripescaggio. Ferrero non potè più darci la sua piena disponibilità e per affiancare Ciarmatori e Sassi ingaggiammo il giovane romeno Catalin Daniel Negrila, neo nominato responsabile tecnico del Centro di Alta Specializzazione di Genova. Con Catalin capace di ottenere oltre il 94% di successi terminammo terzi. Cristian si fece poi onore ai Campionati Italiani di terza categoria, cogliendo il bronzo nel misto con Jessica. Con Claudiò raggiunse la finale nel torneo predeterminato che organizzammo alla palestra "Massimo Rivetti", nel frattempo diventata anche la sede delle nostre gare interne di campionato».
L'esperienza in B1 è proseguita?
«Sì, ma con fatica. Negrila era andato alla Regaldi Novara e intendevamo sostituirlo con il nigeriano Johnson Olatunde, proveniente dalla stessa società. Improvvisamente, però, sparì e non si ebbero più sue notizie. Lo rimpiazzammo con il giovane torinese Dario Semita. Alla fine siamo retrocessi e la stagione successiva Cristian ci ha lasciati per trasferirsi a Torino al Dopolavoro Poste. Sassi e Semita si accasarono alla stessa società. A quel punto abbiamo deciso di cedere il diritto al Dopolavoro Poste e di ripartire dalla C2 regionale».
Quando tornaste nelle serie nazionali?
«Nel 2000 abbiamo acquisito la C1 dal Dopolavoro Poste, diventato Tennistavolo Torino, ed è rientrato a Biella Cristian Ciarmatori. Con lui, Martino Di Bitonto, Mauro Castaldelli e Gianpiero Vanzini abbiano chiuso terzi. Poi Cristian ha deciso, per la prima volta, di cessare l'attività agonistica e abbiamo ceduto il diritto della C1 all'Ossola 2000. Fino a gennaio abbiamo giocato alla "Rivetti", poi causa l'inizio dei lavori di ristrutturazione ci siamo spostati nel nuovo impianto di Chiavazza che sarebbe diventato il PalaSarselli, dove siamo rimasti fino al 2008. Siamo tornati in C1 acquisendo il diritto dal TT Alessandria e abbiamo tesserato l'astigiano Andrea Nucibella, che ha affiancato i nostri Alessandro Peretto, Di Bitonto e Castaldelli. È rimasto con noi solo una stagione, quando se n'è andato siamo retrocessi. Nel 2007 sono entrati in società i Grano, papà Roberto e il figlio Gabriele, e siamo risaliti in C1. Roberto a Bolzano si è anche laureato campione italiano di singolare Over 60. Nel 2008 c'è stata la svolta».
Quale?
«Per la prima volta dopo 15 anni abbiamo ingaggiato un allenatore professionista, il romeno Adrian Panaite, con l'intenzione d'incentivare il settore giovanile. Intanto avevamo preso anche Amine Kalem, di origine tunisina, che partecipò alla C1, dove ci siamo piazzati terzi. Siamo stati promossi nella stessa categoria anche con un'altra squadra. Grano a Conversano ha conquistato il titolo italiano di doppio Over 65 con Stefano Mura (Ossola 2000). Nel 2011, dopo 17 anni, abbiamo rivisto la B2, con Gabriele Curtolo, Kalem, Mirko Berti e Alessio Bonavita. La permanenza è durata però solo un anno. Siamo riandati in B2 nel 2017 e in B1 l'anno successivo».
Come stava andando il lavoro di Panaite con i giovani?
«Iniziava a dare i suoi frutti e Jacopo Sulis, convocato nella rappresentativa regionale per la finale nazionale del Ping Pong Kids, si è classificato quinto in singolare. L'anno dopo anche Vincenzo Carmona ha partecipato alla manifestazione e il Piemonte è arrivato primo. Ai tricolori di Terni, Jacopo e Vincenzo hanno conquistato il bronzo a squadre Giovanissimi. Nel 2013 le medaglie sono diventate tre: l'argento a squadre Giovanissimi, con Sulis, Simone Cagna e Davide Gamba, e i bronzi di Sulis in singolare e in doppio con Andrea Millo (Avalon Club Novara). Il Piemonte ha rivinto il Ping Pong Kids, con tre nostri tesserati, Jacopo, Lucia Macchione e Francesco Gamba. Nel 2014 c'è stata l'apoteosi, perché Sulis fra i Giovanissimi ha ottenuto quattro ori su quattro, nel singolare, in doppio e a squadre con Cagna e nel misto con Silvia Indelicato (TT Novara). Jacopo e Francesco hanno anche fatto parte del team piemontese che si è imposto al Ping Pong Kids. Ai tricolori abbiamo poi continuato a mietere podi».
Con chi?
«Nel 2015 abbiamo ottenuto l'argento nel doppio Giovanissimi con Francesco Gamba, che ha fatto coppia con Federico Vallino Costassa (Tennistavolo Torino), e i bronzi a squadre Ragazzi con Sulis, Cagna e Davide Gamba e Tommaso Ferraris, nel singolare Ragazzi con Sulis e nel singolare Giovanissimi con Francesco Gamba. Nel 2016 ci sono stati gli ori nel doppio Ragazzi di Cagna e Sulis, che nel frattempo era passato al TT Torino, nel singolare Giovanissimi di Gamba e nel doppio Giovanisismi di Gamba e Vallino Costassa (TT Torino). Nel 2017Anna Loro ha vinto l'argento nel doppio Juniores con Martina Nino (TT Torino) e nel 2018 Gamba si è aggiudicato l'argento nel doppio Ragazzi con Giacomo Allegranza (Cus Torino). Gli ultimi podi sono stati, nel 2019, i bronzi a squadre Giovanissime di Arianna Gamba, Lodovica Motta e Federica Prola, nel misto Juniores di Vincenzo Carmona, assieme a Nino (TT Torino), e nel misto Allievi di Gamba, con Chiara Zanetta (Regaldi Novara). Sono state anche le ultime medaglie con Adrian Panaite alla guida. Recentemente ci ha lasciato, per accasarsi altrove. Ora a seguire i nostri ragazzi viene tre volte alla settimana Alberto Margarone, che già collaborava con noi come sparring. Abbiamo poi tre tecnici di primo livello, Gilberto e Cristian Ciarmatori e Martino Di Bitonto, e mio figlio Stefano».
Tornando alle squadre, a quali campionati vi siete iscritti quest'anno?
«Avremo la compagine di B1, sponsorizzata Carrozzeria Campagnolo, composta da Cagna, Carmona ed Eugenio Panzera, campione italiano di terza categoria nel 2015 con il TT Torino, che è venuto da noi nel 2018, e quella di C1, targata Assi Biella, con Tommaso Ferraris, Pietro Furno e Francesco Gamba. Cinque team parteciperanno ai campionati regionali».
A Biella avete portato parecchio tennistavolo internazionale, vero?
«Prima ancora che nascesse la società, a dicembre 1991, ho organizzato l'incontro di Lega Europea fra l'Italia, che schierava Massimo Costantini, Lorenzo Nannoni e Gennaro Di Napoli, e l'Austria. Vinsero gli avversari per 4-1, con il punto azzurro opera di Costantini. Subito dopo la fondazione del TT Biella, nel dicembre del 1992, abbiamo avuto, nella palestra Rivetti, l'incontro triangolare amichevole tra le nazionali di Russia, Romania ed Italia. Per l'Italia sono scesi in campo Luca Ricci, Cristian Mersi, Laura Negrisoli e Michela Merenda. I tre incontri sono tutti terminati con il punteggio di 2 a 2 (un singolare maschile, uno femminile e due doppi misti). A settembre del 1995 abbiamo ospitato l'incontro di Superdivisione femminile fra l'Italia e la Romania, vinto dalle ospiti per 4-2 su Fliura Bulatova, Alessia Arisi e Laura Negrisoli. Dal 2006 abbiamo poi sempre avuto per una decina d'anni uno stage che ha coinvolto atleti francesi della Costa Azzurra. Nel 2014 e nel 2016 abbiamo effettuato un raduno a Biella con il Malta International Table Tennis Center, al quale nel 2015 abbiamo restituito la visita».
Com'è la vostra situazione sul fronte impiantistico?
«Piuttosto delicata. Quando nel 2008 abbiamo lasciato il PalaSarselli di Chiavazza, ci siamo sistemati per tre giorni alla settimana nella palestra dell'IIS Quintino Sella di Biella, di proprietà della Provincia, con 14 tavoli, e per altri due in quella più piccola delle scuole elementari De Amicis, del Comune, che è stata la nostra prima sede. Il problema è che, in questo momento di emergenza sanitaria, Provincia e Comune non stanno assegnando le strutture in gestione alle società sportive e dunque abbiamo dovuto orientarci verso un'altra soluzione. Abbiamo trovato la palestra dell'Oratorio della Parrocchia di Santo Stefano, che affittiamo, nella quale abbiamo ripreso gli allenamenti il 28 settembre. Abbiamo montato sei tavoli fissi, però i costi stanno lievitando e non sono facili da sostenere. Abbiamo la disponibilità tutti i giorni e, prima del ridimensionamento imposto dall’ultimo DPCM, svolgevamo l'attività dalle 17 alle 21,30. Due sere alla settimana andavamo avanti fino alle 23 con gli amatori. Il COVID-19 sta condizionando anche i nostri numeri. Alla fine dell'anno scorso avevamo 79 tesserati, il 70% dei quali appartenenti al settore giovanile. Riattestarci a quel livello in futuro sarà molto difficile».
Come valuti la vostra partecipazione al progetto Scuole di Tennistavolo?
«Il corso dei formatori tenuto da Ivan Malagoli e Domenico Colucci, che abbiamo frequentato io e mio figlio Stefano, ci è stato molto utile. Sono stati sottolineati ed esposti in maniera articolata degli aspetti importanti ai quali noi ci siamo dedicati da sempre, come gli interventi nelle scuole in orario curricolare. Fondamentale è anche la cura del rapporto con i genitori dei nostri atleti più giovani. Certamente i ragazzi devono trovare al nostro interno un ambiente gradevole e stimolante, però a fianco è determinante offrire alle mamme e ai papà la garanzia che i loro figli siano inseriti in un serio percorso educativo di crescita, non soltanto sportivo. Il dirigente societario deve preoccuparsi soprattutto di quello».
Saranno i giovani il target preferenziale della vostra Scuola?
«Assolutamente sì, anche se continueremo a offrire una qualificata e professionale assistenza in palestra anche agli adulti».
Foto 1: A Natale al Tennistavolo Biella ci si scambiano gli auguri
Foto 2: Lo stage del gennaio 2013 con gli atleti francesi della Costa Azzurra
Foto 3: Il raduno organizzato a settembre 2016 con gli atleti maltesi