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TT Corato gruppoUna storia societaria divisa in due parti. La prima è iniziata nel 1978 e la seconda nel 2012. Nell'ideale giro d'Italia fra le associazioni che hanno aderito al progetto Scuole di Tennistavolo oggi è il turno del Gruppo Sportivo Tennistavolo Corato presieduto dal mese di luglio da Carlo Roselli, che è subentrato a Franco De Palo. Chi ha invece attraversato un po' tutta la vita del club pugliese è il vicepresidente Vittorio Vangi.

Buongiorno Vittorio, partiamo, dunque, da oltre 40 anni fa?

«Appunto nel 1978 i giovani Pasquale Di Tria, Francesco Recchia, Mario Zucaro, Enrico e Cataldo Schiralli e Maurizio Vernice hanno unito le loro forze per creare il TT Corato. Io sono entrato qualche anno dopo. È nato tutto all'interno di un garage e poi Di Tria e Vernice, che erano i due più intraprendenti, si sono dati da fare per l'affiliazione alla FITeT. Negli anni '80 Di Tria ha organizzato parecchi tornei nazionali a Corato. Abbiamo frequentato con continuità la serie C1, fino al 1992, quando gli impegni di vario genere di tutti coloro che avevano fino a quel momento mantenuto vivo l'interesse impedirono all'attività di proseguire».

Avete dovuto aspettare un ventennio per riavere il tennistavolo a Corato?

«Nel 2011 Vernice mi ha convinto a tornare a giocare per il Tennistavolo Ruvo e l'anno successivo con lui abbiamo convinto i protagonisti del primo periodo di attività a riprendere in mano la racchetta, per rifondare il GS TT Corato. Sono stati tutti molto felici di rimettersi alla prova in prima persona. Siamo ripartiti dalla D2, poi, con l'avvento di Corradino Samarelli e il suo entusiasmo, siamo riusciti ad arrivare fino alla C2. Due anni fa abbiamo conquistato la promozione in C1, salvo poi retrocedere subito. Nell'ultima stagione, al momento della sospensione per l'emergenza sanitaria, eravamo primi con la squadra sponsorizzata Macelleria Equi, a pari merito con il TT Trani, e siamo entrambi saliti in C1».

Da chi era composto il team?

«L'allenatore era Leonardo Balacco e avevamo un tecnico/sparring nigeriano, Omolade Rasaq Hamzat, che è stato anche impiegato come atleta e si è aggiudicato tutti e 22 gli incontri che ha disputato. A dargli manforte sono stati Domenico De Pierro, Leonardo Marcosano e mio figlio Giuliano. Hamzat ci ha seguito fino allo stop, poi è stato richiamato in Nigeria per motivi familiari e, a causa del Covid-19, ha avuto problemi a tornare in Italia. Ha firmato un contratto con una scuola superiore nigeriana, che scadrà a fine maggio del 2021. Dunque con lui si tratta soltanto di un arrivederci».

TT Corato Vittorio Vangi premiatoQuest'anno in C1 a chi vi affiderete?

«La novità in campo sarà Dominique Straniero, che proviene dal Barletta, e si unirà a De Pierro, Marcosano e Giuliano. In panchina siamo in attesa che si riprenda Balacco, che dovrà operarsi a una spalla. Ovviamente gareggeremo per conservare la categoria. Abbiamo anche cinque compagini nei campionati regionali: una in C2, una in D1 e tre in D2».

In società quali sono stati i migliori risultati individuali?

«Nel 2017 ho vinto il terzo torneo predeterminato Verde di Mafredonia, rimontando da 0-2 a 3-2 Augusto Tommasone».

Quali sono i vostri giovani più promettenti?

«Abbiamo un gruppetto di ragazzi, composto dagli 11enni Javier Gallo e Gabriel Roselli, dai 13enni Luigi Amorese e Giuseppe Zitoli e dai 16enni Federico Acella e Vincenzo Procacci. Giocano seriamente da poco tempo e il lockdown ha rallentato un po' il loro processo di crescita. Mio figlio Giuliano ha quasi 18 anni e due stagioni fa ha già militato in C1».

Quanti tesserati avete?

«Una cinquantina, con un range di età dagli undicenni agli ultrasessantenni».

Dove svolgete l'attività?

«Abbiamo cambiato diverse sedi, fra difficoltà burocratiche, nelle scuole e nei sottoscala, e ora ne abbiamo una h24. Il contratto scadrà a dicembre e contiamo di rinnovarlo. Si tratta di un vecchio capannone, che sorge in via San Magno, nella zona industriale a un paio di chilometri da Corato. In questo periodo possiamo montare cinque tavoli e potremmo arrivare a nove. Utilizziamo solo metà spazio, per contenere i costi. Abbiamo iniziato allenandoci il martedì e il giovedì dalle ore 18,30 alle 21,30, con due turni, a seconda delle esigenze delle persone, dalle 18,30 alle 20 e dalle 20 alle 21,30. Potremmo estendere la pratica a tutti i giorni, ma per il Covid-19 e la carenza di tecnici, che hanno problemi lavorativi, siamo partiti condensando tutto in due giorni. Da ottobre vorremmo ricominciare con il corso per i neofiti e gli amatori, in programma il lunedì e il mercoledì».

Come operate per farvi conoscere?

«Avevamo l'abitudine di organizzare dei lunedì Free, nei quali, dalle 18, ospitavamo gratuitamente chiunque volesse giocare e io mi mettevo a disposizione per spiegare il tennistavolo e rispondere alle domande. Avevano avuto anche un certo successo e speriamo di avere la possibilità di riprenderli»

TT Corato sedeCon quale spirito vi siete avvicinati al progetto Scuole di Tennistavolo?

«Ho sempre cercato di fare il possibile per promuovere il nostro sport e a mio parere questa iniziativa, voluta dal Consiglio Federale, ha le qualità per avere un notevole impatto e pubblicizzare in modo positivo il tennistavolo. Nel corso, tenuto dai tutor e formatori federali, che stiamo seguendo sto trovando molto interessanti le indicazioni che ci vengono trasmesse riguardanti la gestione degli allenamenti. È molto stimolante anche il diverso approcccio che in società deve essere riservato agli atleti, ai genitori e alle altre categorie che accedono alla palestra. Sono tutti dettagli sui quali non mi ero mai soffermato a sufficienza e che sono molto importanti per aumentare la nostra credibilità. Penso che la FITeT possa aiutarci molto con la Scuola e per fare pubblicità nella nostra città».

Come sarà organizzata la vostra Scuola?

«Ne abbiamo parlato spesso con Samarelli, con il quale sto frequentando il corso ed entro un paio di settimane dovrò redigere un progetto da sottoporre al Consiglio Federale. Cercheremo di puntare in prima battuta sui più giovani, proseguendo il lavoro all'interno delle scuole elementari e medie che abbiamo già svolto nel recente passato. Al pomeriggio abbiamo anche organizzato delle esibizioni, grazie alla collaborazione di Hamzat, ed eravamo riusciti a portare in un anno una decina di ragazzini in palestra. Naturalmente non abbiamo intenzione di lasciare indietro gli amatori adulti, che sono lo zoccolo duro di una realtà come la nostra».