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I Campionati Italiani Giovanili di Tennistavolo da sempre sono per tutte le componenti del movimento anche occasioni di incontro e di confronto con persone che operano sul territorio nelle società sportive a contatto diretto con i ragazzi. Una di queste è Rosanna Palmiotto Presidente dei Rangers Udine e mamma di Sofia Schierano (una delle promesse della nostra nazionale giovanile) e di Giacomo, fa la ginecologa ed ha un marito fisiatra.
Di origini umbre trapiantata al nord (come del resto l’ex generale Enrico Mascelloni punto di riferimento del tennistavolo a Udine) Rosanna ci ha raccontato la sua esperienza di mamma Presidente.
“Svolgo il ruolo di Presidente della società da quattro anni e devo molto a Enrico Mascelloni che mi ha praticamente spiegato tutto della realtà sportiva, un mondo che non avevo avuto occasione di conoscere prima di questa esperienza. Mi sono avvicinata al tennistavolo di conseguenza alle scelte prima di mio figlio Giacomo e poi di Sofia.”
Come è stato il primo impatto?
“La prima impressione, poi confermata, è stata che si trattasse di una società buona dal punto di vista umano ma non particolarmente ben organizzata. Infatti per me che partivo priva di qualunque informazione, quando mi hanno coinvolto per collaborare hanno dovuto insegnarmi ad esempio cosa significa fare sport, far parte di un gruppo, l’impegno e il sacrificio che nello sport sono un valore.”
Di cosa ha cominciato ad occuparsi nella società?
“Ho cominciato occupandomi di tutto, pur di poter raggiungere il mio obiettivo principale che è sempre stato quello di poter passare più tempo con i miei figli. Ho scoperto quanto sono complicati da gestire i rapporti con i ragazzi in un contesto diverso da quello familiare, conciliare le esigenze di tutti con quelle della società, insegnare la disciplina ed il rispetto delle regole, sono tante le cose da insegnare ai ragazzi. Ma ho imparato io stessa molte cose: la gestione dei rapporti con gli altri genitori, la scoperta deludente di istituzioni che ci trascurano, le difficoltà del reperimento delle risorse. Sono molto orgogliosa del fatto che non abbiamo mai accettato proposte insane, dal punto di vista legale, da parte degli sponsor, abbiamo cercato di essere serii e di rispettare un’etica che tutti condividiamo.”
E oggi come va?
“Siamo due o tre mamme impegnate che ci dividiamo un po’ il da farsi. Ho aumentato l’esperienza e devo dire grazie anche al contatto con gli allenatori che pazientemente ci hanno spiegato i percorsi più utili per la crescita dei nostri figli. Oggi purtroppo come sappiamo molti smettono perché c’è difficoltà di sacrificarsi ed abituarsi a rinunciare a qualcosa, per non parlare delle difficoltà generale da cose banali come il rispettare la puntualità. Noi i genitori abbiamo molto apprezzato anche gli insegnamenti di carattere generale e gli esempi che ci sono stati dati dagli allenatori stranieri nel cui Paese lo sport è un vero valore.”
Cosa ha imparato sua figlia?
“La prima cosa che mi viene in mente è il senso del tempo, importante comprensione di come organizzarsi, di sapersi progettare a breve, medio e lungo termine. La mia bambina ha avuto fortuna, ha incontrato l’allenatore giusto, lei vuole vincere sempre, e pian piano sta imparando anche a saper perdere e questo anche grazie all’esperienza della nazionale. A volte è difficile il contatto con il mondo della scuola: spesso abbiamo insegnanti molto preparati che vengono incontro alle esigenze così "speciali" di questi ragazzi che fanno tante assenze, ma che non vogliono sconti dalla scuola; così come si possono incontrare persone che non cambiano assolutamente le loro impostazioni ed allora è già più difficile. Quest'ultima possibilità ci rattrista molto perchè così si spendono tante energie mentre riteniamo che sarebbe bello poter pensare lo sport e la scuola come diverse esperienze, entrambe educative e formative, come succede anche in altri paesi europei.”
Il passaggio da atleta di società ad atleta anche della nazionale come è stato per Sofia?
“La sua crescita sta passando attraverso la capacità di assimilare i linguaggi diversi tra i diversi allenatori, dopo i primi piccoli intoppi oggi va tutto molto bene anche grazie alla partecipazione alle stesse esperienze di Chiara Miani, sua amica ed altra nostra giocatrice.”
“Come cambia la vita di una famiglia che ha la figlia in Nazionale?”
“Dal punto di vista famigliare siamo pronti ad accettare le decisioni dei ragazzi però stimolandoli sempre alla riflessione, senza forzarli, aiutandoli ma non indirizzandoli ne in un senso ne nell’altro. Forse Giacomo smetterà di giocare proprio mentre Sofia sembra sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta che le sta dando grandi soddisfazioni. Due percorsi entrambi da condividere e sostenere consentendo sempre loro di sperimentare quanto più possibile.”