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Mihai e Alexander BobocicaNella sua carriera ha vinto otto scudetti, gli ultimi tre (2013, 2014 e 2018) con l'Apuania Carrrara. Mihai Bobocica, atleta del Centro Sportivo Aeronautica Militare, dopo due stagioni disputate in Bundesliga al Grenzau, tornerà a giocare nella serie A1 italiana e sarà nuovamente in forza alla squadra del presidente Guglielmo Bellotti e del direttore sportivo Claudio Volpi. Va ad aggiungersi, per il momento, al confermato sloveno Bojan Tokic.

Ciao Bobo, come sta andando la ripresa degli allenamenti a Formia?

«Questa è la terza settimana di attività, con Jordy Piccolin, Daniele Pinto e Luigi Rocca come sparring e con i tecnici Antonio Gigliotti e Lorenzo Nannoni. Non sto avendo particolari problemi, perché durante la pausa ho svolto un'ottima preparazione fisica».

Sotto l'aspetto tecnico, come ti stai trovando?

«Mi sento bene, mi sta aiutando moltissimo il lavoro di visualizzazione delle fasi di gioco che ci ha insegnato il mental coach Alberto Cei. Ogni giorno, quando ero a casa, mi sono esercitato e ora sto godendo i benefici di quel tipo di impegno».

Quanto vi allenate?

«Facciamo due sessioni quotidiane e ogni giorno svolgiamo anche la preparazione fisica. Sono soddisfatto».

Vieni da due campionati a Grenzau, come sono stati?

«Il primo è stato positivo. Ero con il kazako Kirill Gerassimenko, il danese Anders Lind e il paraguayano Marcelo Aguirre e in panchina avevamo il tedesco Dirk Wagner, che ora è in Nazionale, e ci ha guidato in modo perfetto, mettendo in campo sempre le formazioni più adatte a ogni avversario. Siamo anche arrivati in semifinale di German Cup».

Quest'anno come vi siete comportati?

«Abbiamo faticato molto di più. Con me e Lind sono arrivati lo statunitense Kanak Jha e il greco Ioannis Sgouropoulos, atleti bravissimi, ma non abituati alla Bundesliga, e anche il nuovo coach, molto giovane, aveva poca esperienza. Abbiamo impiegato parecchio tempo a ingranare».

Perché hai deciso di rientrare a giocare in Italia?

«Mi piace la Bundesliga e non nascondo che in futuro sarei felice di disputarla nuovamente. Almeno per il prossimo anno, però, ho preferito l'impegno in Italia, per stare più vicino alla mia famiglia. Il rinvio delle Olimpiadi ha anche dato ragione alla mia scelta, perché le trasferte con la Nazionale saranno moltissime e almeno mi risparmierò quelle in Germania».

Carrara con te non perde mai?

«Insieme abbiamo già vinto tre scudetti e mi auguro di continuare la striscia. La società è già a quota quattro e, in caso di ulteriore successo, eguaglierebbe il record stabilito da Castel Goffredo e dall'Alfaterna Nocera. All'Apuania mi trovo benissimo e quando ho ricevuto l'offerta non ho pensato un secondo a dire sì. C'è un gran bel feeling con il club e con le persone che lo compongono, che sono molto appassionate».

Che ricordi ti hanno lasciato i tre tricolori conquistati in Toscana?

«Sono stati tutti difficili. L'ultimo è stato molto bello, perché nella gara di andata pareggiata a Milano avevo perso due punti e nel ritorno casalingo mi sono riscattato, aggiudicandomi i miei due singolari, quello decisivo in rimonta su Leonardo Mutti. Nel 2014 nella sfida di ritorno a Castel Goffredo ho messo in carniere il primo match, rimontando sempre Leo da 0-2. Le emozioni non sono mai mancate».

Darete l'assalto al titolo ottenuto nel 2019 dalla Top Spin Messina?

«Hanno messo insieme una squadra veramente forte, con Joao Monteiro, Jordy Piccolin, Marco Rech Daldosso e il nuovo arrivato francese Andrea Landrieu, e sarà molto stimolante affrontarli».

Parlavi prima della famiglia, da quando sei diventato papà cos'è cambiato nella sua vita?

«Sento una motivazione superiore a quella di prima. Lo stimolo era già alto, ma talvolta perdevo un po' la carica per alcune delusioni. Ora anche se accade qualcosa di negativo, ritrovo subito la fiducia perché voglio essere un buon esempio per Alexander e spero che cresca facendo ancora in tempo a vedermi giocare e vincere. Voglio trasmettergli dei valori positivi, come la disciplina, che possano servirgli in un'eventuale carriera sportiva e comunque nella vita».

Vederlo ti fa dimenticare i cattivi pensieri?  

«È vero, quando torno a casa, anche se qualcosa non è andato per il verso giusto, mi basta il suo sorriso per riprendere il buon umore».

Alex giocherà a tennistavolo?

«Ora ha undici mesi e non si riesce a staccargli la racchetta dalla mano. Non c'è nulla che ami di più. È un po' presto per dirlo, ma per ora i presupposti affinché diventi un pongista ci sono tutti».

Torniamo a te, alla ripresa andrai a caccia anche della tua terza partecipazione alle Olimpiadi, dopo quelle di Pechino e di Londra?

«Il posticipo dei Giochi di Tokyo al 2021 mi concederà più tempo. Sto lavorando molto bene e, se continuerò in quella direzione, ho molta fiducia di potercela fare. Darò tutto me stesso per centrare l'obiettivo».