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Matteo e Leonardo Mutti in quarantenaErano abituati a condividere le loro giornate di allenamento e hanno vissuto separati la prima parte della quarantena per l'emergenza sanitaria da COVID-19. Da qualche settimana il 24enne Leonardo Mutti e il 19enne fratello Matteo, i finalisti degli ultimi Campionati Italiani Assoluti, si sono ricongiunti e trascorrono le loro giornate a casa a Castel Goffredo.

Buongiorno ragazzi, come è stato il vostro inizio di isolamento?

Leonardo:«Sono stato subito a casa, dal momento che non potevamo andare al Qatar Open e al Challenge Open in Polonia e a Milano la società aveva chiuso la palestra, a causa dell'ordinanza del Comune. Ho sfruttato le prime due settimane per stare tranquillo, dopo che con Mihai Bobocica e Niagol Stoyanov avevamo sostenuto parecchi tornei internazionali di fila. Giocavo solo un po' con il mio fratellino Gabriele, che ha 11 anni».

Matteo: «Ero a Formia per prepararmi con i compagni in vista degli Europei Under 21 di Varazdin, in Croazia, ai quali non abbiamo poi partecipato. C'era in ballo anche il torneo in Polonia e abbiamo dovuto rinunciare il giorno prima della partenza. Sono comunque rimasto lì, perché era l'unica possibilità di allenamento. Fino a metà marzo potevamo utilizzare la sala pesi e la pista di atletica del Centro di Preparazione Olimpica. Abitavo in appartamento con Daniele Pinto, Jordy Piccolin e Luigi Rocca. Il 3 aprile è arrivato lo stop all'attività fisica e allora sono tornato a Castel. Al rientro per due settimane non sono potuto uscire di casa».

Cosa è cambiato da quando siete di nuovo insieme?

Leonardo:«Avendo il tavolo a casa, tutti i giorni due colpi riusciamo a tirarli. Schemi di due diritti e due rovesci, giusto per sentire la palla. Possiamo anche fare un po' di servizio e risposta. Non è però facilissimo, perchè il tavolo è in garage e lo spazio non è molto. Il pavimento con le piastrelle non consente poi di muoversi bene».

Matteo:«Ci limitiamo a cose semplici, i cesti non sono possibili, perché le palline rimbalzerebbero sui muri. Comunque, rispetto ad altri, che non hanno il tavolo a disposizione, siamo già dei privilegiati».

Dal punto di vista fisico che preparazione fate?

Matteo:«Al mattino prevalentemente cyclette e al pomeriggio dei circuiti di esercizi per le braccia e per le gambe. In giardino effettuiamo delle partenze di vario tipo, balzi, skip e passi laterali».

Leonardo:«Due volte alla settimana svolgiamo delle sessioni di videoanalisi, io con Lorenzo Nannoni e Matteo con Antonio Gigliotti. Uscire a correre è praticamente impossibile, siamo stati fermati a 50 metri da casa. Ci limitiamo al giardino».

Quanto vi pesa questo stop?

Leonardo:«Molto, perché all'inizio poteva essere un modo per rilassarsi, ora è difficile, la voglia di tornare in campo e di allenarsi è troppa. Mi manca l'ambiente della Nazionale».

Matteo:«Per me è anche peggio, perché a differenza di Leo avevo fatto poche gare. Ero stato fermo un mese per un infortunio alla schiena ed ero tornato in campo a fine dicembre. Questo era un periodo che mi immaginavo a pieno regime agonistico e sto soffrendo particolarmente questa sosta».

Cosa passate il tempo oltre ad allenarvi?

Leonardo:«Di solito con mio papà e con Gabriele facciamo dei tornei di carte. Giochiamo a scala quaranta, briscola e spazzino, una variante della scopa, ed è una bella alternativa alla playstation».

In tv cosa guardate?

Matteo: «Delle serie come l'anime di "Death Note" e "Peaky Blinders", prima avevo visto la quarta stagione della "Casa di carta". Mi piacciano poi i film su Sky».

Leonardo:«Più delle serie tv prediligo i film d'azione e sono un amante dei documentari del National Geographic, sugli animali, scientifici e anche storici».

Com'è per voi giocare nella stessa squadra di club, l'Aon Milano Sport?

Leonardo:«Una bellissima esperienza, soprattutto perché possiamo confrontarci e scambiarci opinioni e consigli. Fra noi siamo molto uniti e il gruppo è importante in un team».

Matteo:«Ci permette di aiutarci l'un con l'altro e sostenerci anche a superare i momenti di difficoltà».

Cosa significa condividere le trasferte con la Nazionale?

Leonardo:«La maglia azzurra è l'obiettivo di ogni atleta e raggiungerla con un fratello è una soddisfazione ancora maggiore. Per me che sono il più grande d'età, avere Matteo in squadra è motivo di grande orgoglio».

Matteo:«Fin da piccolo ho sempre sognato di raggiungere Leo in Nazionale e ora rappresentare insieme l'Italia è veramente fantastico, una sensazione unica».

Quali sono i risultati della vostra carriera che ricordate con maggior piacere?

Leonardo:«Sono rimasto molto legato al bronzo conquistato nel doppio misto ai Mondiali Juniores di Rabat, in Marocco, nel 2013 con la croata Lea Rakovac. La ricorderò sempre. Non adoro il misto, ma una medaglia iridata non è facile da raggiungere».

Matteo:«Il titolo a squadre juniores agli Europei Giovanili di Zagabria del 2016, con i successi personali sullo sloveno Darko Jorgic e sul ceco Tomas Polansky, per me è stato il top, come anche il secondo posto ottenuto al Top 10 Europeo Giovanile del 2018 a Vila Real, in Spagna».

Qual è la recrimazione maggiore?

Leonardo:«Nel torneo Under 21 dell'Open del Qatar del 2016, in semifinale contro il francese Alex Robinot, ero in vantaggio per 2-1 e 10-7 e andare in finale contro l'hongkonghese Ho Kwan Kit, che avevo già battuto, sarebbe stato il mio piazzamento migliore, avendo già conquistato il bronzo precedentamente. Alla fine ho perso per 3-2 e ci sono rimasto veramente male. Un argento l'ho portato a casa comunque, poi in Bielorussia, ma quella sconfitta a Doha, in un evento importante, mi è dispiaciuta molto».

Matteo:«Agli Europei Giovanili a squadre del 2017 eravamo ai quarti contro la Germania e nel singolare che mi opponeva a Tobias Hippler non ho sfruttato un match-point per andare in semifinale e dunque avere la certezza del podio. Ho avuto sulla racchetta la chance per chiudere e avrei potuto giocarmela meglio. Quella partita mi ha lasciato molto amaro in bocca».

Cosa rappresentate l'uno per l'altro?

Leonardo:«Il fatto che Matteo sia cresciuto tanto costituisce per me anche una bella sfida. Il confronto è utile e quando inizia in famiglia è ancora più significativo. Mi spinge ulteriormente a dare il massimo in tutto ciò che faccio. Ci siamo di stimolo reciproco».

Matteo:«Per me Leo è sempre stato un punto di riferimento e arrivare al suo livello e magari superarlo è una motivazione. Lui ha ottenuto qualche risultato di spicco in più, ma complessivamente sono soddisfatto di essere riuscito a eguagliarlo in parecchie occasioni».

Qual è il colpo che vi invidiate?

Leonardo:«Certamente il suo diritto. Ne parlavo un giorno con il nostro tecnico Yang Min e lui mi diceva che, se avessi il diritto Matteo, sarei un giocatore più forte».

Matteo: «Invidierei il suo rovescio se avessi la gomma liscia, ma avendo io il puntino, non potrei avere il suo stesso colpo. Mi piace l'aggressività del suo gioco, stando molto vicino al tavolo».

Quali sono i pregi pongistici e umani dell'altro?

Leonardo:«Apprezzo molto la sua potenza di diritto, che gli permette di fare male all'avversario e metterlo in difficoltà anche nel block. Io devo puntare maggiormente sulla velocità o sul commettere meno errori possibili. Un altro aspetto da sottolineare è che i risultati che ho conquistato prima di lui non gli hanno messo pressione e anzi gli hanno dato la forza per superare le difficoltà e riuscire a emularmi. Umanamente Matteo è un ragazzo molto solare ed è bello trascorrere del tempo con lui. Ci sono mille argomenti di cui parlare».

Matteo:«Leo è bravo ad affrontare nel modo giusto i punti decisivi e, a mio parere, è una qualità che può fare la differenza. Come persona è altruista e ha la capacità di scherzare molto, di essere divertente e di alleggerire le situazioni».

C'è un difetto che vi rimproveriate?

Leonardo:«A volte con Gabriele è troppo severo a volere mantenere il suo punto».

Matteo:«Talvolta ha bisogno di avere dei momenti in cui stare da solo».

Chi vorreste battere in un match ideale?

Leonardo:«Mi piacerebbe vincere contro un cinese. In un'edizione dei Mondiali Juniores abbiamo sfiorato con Alessandro Baciocchi la possibilità di salire sul 2-0 contro la Cina e in quell'occasione non ce l'abbiamo fatta. Riuscirci in futuro sarebbe la migliore dimostrazione della crescita delle mie prestazioni».

Matteo: «Sono d'accordo con Leo, avere la meglio su un cinese mi darebbe un segnale forte di essere sulla strada giusta verso l'elite del tennistavolo internazionale».

Qual è il prossimo obiettivo?

Leonardo:«Andare alle Olimpiadi, voglio provarci. Quest'anno ho avuto un ottimo periodo, in cui stavo vincendo molto, ma non era abbastanza, ho bisogno di salire di più. Punto dunque a entrare nei primi 100 del ranking mondiale e poi mi impegnerò per qualificarmi a Tokyo. Il rinvio dei Giochi di un anno può essere positivo per me. Il traguardo non è impossibile».

Matteo:«Non è legato a un risultato singolo, ma ad arrivare a essere più competitivo con gli atleti più forti di me »

Avete un sogno da raggiungere insieme?

Leonardo:«Un giorno sarei felice se facessimo squadra in Nazionale noi tre fratelli, compreso, dunque, anche Gabriele. Con Matteo sarebbe bello vincere qualcosa d'importante in doppio o come team».

Matteo:«Condivido in pieno».

Tutti e due ai Giochi di Parigi del 2024?

Leonardo:«Perché no? Sarebbe fantastico».

Matteo:«Non chiederei di meglio, ci proveremo».