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Leonardo Mutti vincitore Assoluti 2019 a BolzanoI Campionati Italiani Assoluti al maschile hanno offerto un elevato numero di atleti capace di dare spettacolo davanti al folto pubblico che ha gremito il Centro Tennistavolo "Maso della Pieve" di Bolzano. Una buona notizia per il direttore tecnico Patrizio Deniso, che ha assistito con attenzione alle gare tricolori.

Patrizio, Leonardo Mutti ha saputo imporsi dopo la sconfitta nel girone. Ti ha convinto il suo torneo?  

«Sono contento che abbia vinto, però non sono soddisfatto che a livello tecnico soffra ancora molto in ambito internazionale. Spero che ritorni a essere incisivo come alcuni anni fa e da lui devo aspettarmi qualcosa di più. A Minsk a fine 2018 ha registrato un ottimo percorso e mi auguro che prosegua su quella strada. Tecnicamente rispetto ad altri lo vedo un po' fermo. A Bolzano caratterialmente è stato molto positivo e infatti si è aggiudicato parecchi set ai vantaggi, in semifinale contro Mihai Bobocica e nei quarti contro Marco Rech Daldosso».

Ti aspettavi una gara del genere da parte di Matteo Mutti?

«Pensavo che andasse avanti, magari non fino alla finale. Per lui si tratta di un grande risultato. Ha giocato molto bene, in modo aggressivo, e, a mio parere, quella contro Daniele Pinto in semifinale è stata la partita più bella dei Campionati. Se le sono date di santa ragione e la pallina rimaneva molto in campo. Hanno espresso un gioco internazionale. Anche con Antonino Amato negli ottavi Matteo è stato bravo. L'unico match che non lo ha visto all'altezza della situazione è stata la finale contro il fratello».

Fra le note liete c'è anche Pinto?

«Di Daniele ho già sottolineato la sua grande semifinale contro un Matteo Mutti che sbagliava pochissimo. L'unico appunto da fargli è che tirava sempre a ritmo sostenuto e per esempio nel terzo set, quando era avanti per 6-1, avrebbe potuto rallentare un po'. Ha confermato di essere migliorato molto di rovescio. In doppio lui e Amato hanno messo in difficoltà in finale Bobocica e Stoyanov e avrebbero anche potuto farcela. Sono molto soddisfatto anche di Gabriele Piciulin e di Amato, perché sono progrediti e il bello è che abbiano ancora molto margine. Antonino deve giocare più vicino al tavolo, Gabriele su certe palline deve essere più smaliziato e anche Daniele rimane spesso troppo indietro. Sono giovani e si faranno».

E l'altro semifinalista Bobocica?

«Non mi è piaciuto né come atteggiamento né tecnicamente. Diciamo anche che ha  perso contro un avversario come Leo Mutti che lui soffre. Però nel complesso è stato troppo passivo e ha commesso molti errori quando il livello si alzava».

Il campione uscente Niagol Stoyanov è stato sotto le attese?

«Non direi. Ha raggiunto i quarti e ha fatto la sua onesta partita contro un Matteo Mutti che l'ha pressato, mettendolo in difficoltà fin dalla risposta lunga. In alcune occasioni è rimasto un po' indietro. Ci può stare. I campionati nazionali non sono un torneo come gli altri. Anche in  altri Paesi gli atleti più esperti sono usciti prima del tempo».

Marco Rech è arrivato fin dove poteva?

«Ha certamente fatto il suo e nei quarti è anche stato un po' sfortunato. Forse è stato quello che ha giocato meglio contro Leo. Per essere preso in considerazione in Nazionale per i prossimi appuntamenti importanti, dovrà però fare qualcosa di più».

Veniamo alle delusioni?

«Certamente Jordy Piccolin, dal quale mi sarei aspettato moltissimo. Al di là del fatto che abbia perso negli ottavi per mano del futuro vincitore Leo Mutti, ha stentato anche nel girone, in cui è stato sotto di due set con Lorenzo Ragni e Lorenzo Cordua. È già migliorato sotto questo aspetto, ma deve essere più agonista, più cattivo e più aggressivo. Deve lavorare mentalmente.

Carlo Rossi?

«Ha reso meno del dovuto anche se è stato l'unico ad avere battuto Leo Mutti nel girone. La tecnica non gli manca e può fare molto, ma non è un atleta concreto. Non riesce a sviluppare ciò che sa fare. Deve essere più incisivo al tavolo e anche lui migliorare molto di testa. Dal suo comportamento emerge un certo nervosismo, che Carlo deve essere bravo a trasformare in cattiveria agonistica».

Chiudiamo con John Michael Oyebode?

«È un atleta dalle grandi potenzialità, non ancora espresse per mancanza di disciplina e maturità tattica. Può per alcuni minuti non sbagliare mai, come fare un filotto di semplici errori in brevissimo tempo. Fa ancora molta confusione, ma ha solo 17 anni. Arriverà anche lui a essere competitivo, sempre che continui a lavorare con umiltà e impegno, come sta facendo in questi ultimi mesi»

In conclusione i tre che stanno per partire per i Campionati Europei Under 21, Amato, Matteo Mutti e Pinto, possono ben figurare?

«Ritengo proprio sì, sono tutti in forma e speriamo che riescano a proiettare la loro buona condizione in campo continentale. Sarà una manifestazione molto impegnativa».

Nella foto di Marta Moratti, il vincitore Leonardo Mutti in azione