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Squadre juniores sul podioDelle quattordici medaglie conquistate dagli azzurri all'Ittf Junior & Cadet Italian Open di Lignano Sabbiadoro, ben cinque sono state ottenute nella categoria juniores maschile, con l'oro del doppio composto da Antonino Amato e Daniele Pinto, l'argento nel singolare di Amato e il bronzo di John Michael Oyebode, che però è ancora in cadetto, e l'argento a squadre di Amato, Pinto e Matteo Mutti e il bronzo del team B di Carlo Rossi, Gabriele Piciulin e Matteo Cerza (la foto di gruppo è di Domenico Vallorini).

«Nel suo complesso - commenta il tecnico federale Lorenzo Nannoni - si è trattato di una partecipazione molto positiva da parte dei ragazzi. C'è un bel gruppo di atleti che ha voglia d'impegnarsi e a mio parere mostra anche un gioco di livello internazionale. Da un punto di vista tattico, invece, facciamo fatica. In un'analisi più specifica possiamo partire da Antonino, che ha disputato un'ottima gara, nonostante non stia attraversando un buon momento. Speriamo che il suo rendimento qui a Lignano gli offra una base solida per capire che questo deve essere d'ora in poi il suo standard. Meglio di così non l'avevo mai visto giocare, ma è uno capace di fare i numeri quando ha i momenti di esaltazione».

C'è molta recriminazione per aver perso la finale del singolare? «Assolutamente sì e mi dispiace anche che gli arbitri abbiamo permesso all'avversario, l'austriaco Maciej Kolodziejczyk,di fare la sceneggiata, fingendo l'infortunio alla gamba e camminando in modo lentissimo. Diciamo che Antonino avrebbe dovuto vincere e se ha perso è esclusivamente colpa nostra. Però quando un avversario palesemente perde tempo perché ha capito che con il suo modello di gioco non ha chance, dimostra sicuramente di essere sveglio ed esperto più quanto dica la sua età, ma gli arbitri avrebbero dovuto sollecitarlo a giocare. Se così fosse stato la partita sarebbe proseguita nella direzione in cui si era già incanalata. Alla fine Antonino era anche stanco. Dopo un'intera giornata di partite si vede la tenuta mentale di un giocatore, che purtroppo a lui manca».

Anche la gara a squadre avrebbe potuto essere alla portata degli azzurri. «Avremo potuto vincere - osserva Nannoni - . Certamente il successo di Antonino nel terzo singolare avrebbe potuto essere decisiva. Anche il primo, però, era iniziato bene e Daniele nel set d’apertura contro Hippler aveva il gioco in mano, poi la situazione gli è sfuggita. Sono convinto che se avesse portato il punto sarebbe finita 3-0 per noi, perché poi anche Antonino, avendo la possibilità di chiudere, non l’avrebbe mancata. Eravamo un po’ più forti di quella compagine tedesca e ciò che è accaduto dimostra che mentalmente siamo deboli. Le gare sono così, bisogna mantenere la lucidità anche dopo giornate di incontri».

La coppia Amato-Pinto ha ancora una volta dimostrato di essere competitiva:«È ormai abbastanza consolidata, anche se ciò non vuol dire che non ci siano problemi. Daniele in doppio deve servire meglio e non risponde neanche bene. Loro due sono un destro e un mancino, Daniele ha certe caratteristiche e Antonino ne ha delle altre e insieme si compensano bene. Nella finale il quinto set è stato il picco della loro partita. Hanno sbagliato pochissimo, dimostrando di essere forti di testa». Sul fronte del singolare Pinto non attraversa un momento facile. «Ci sono delle problematiche non semplici da risolvere - afferma Nannoni - . Vedo però il ragazzo stramotivatissimo e con una grandissima fiducia e sono dell'opinione che quando c'è questa voglia di lavorare qualcosa alla fine viene fuori. Comunque già agli Assoluti di Riccione e poi a Lignano qualcosa di meglio dei mesi scorsi si è visto. Veniamo anche da un periodo di molte gare e quando non ci si allena qualcosa si perde nell'esecuzione tecnica dei colpi. Con Daniele stiamo lavorando moltissimo sul rovescio e il mio auspicio è di arrivare ad avere un colpo che gli consenta di toccare la palla due volte e di giocarne una di apertura o di giocare un rovescio e girarsi poi sul diritto. Intanto bisognerebbe cercare di arrivare ad avere un grande diritto e delle grandi gambe. Lebesson è un giocatore che riesce a supplire all'assenza di un ottimo rovescio e potrebbe essere un buon esempio per Daniele. È migliorato un po' di rovescio ed è spaventoso di diritto e ha vinto un titolo europeo».

Venendo a Matteo Mutti, «è in una fase di alti e bassi, legato anche al fatto che nell'ultimo mese è stato a lungo influenzato, perdendo allenamento. Il suo non è un periodo di grande forma e lo abbiamo visto anche a Riccione. Non mi preoccupo, però, perché sappiamo che appena riprende ad allenarsi con costanza la sua condizione torna subito ad alzarsi. Svolge la sua attività a Milano e in occasione di alcune gare è venuto a svolgere degli stage a Formia. In vista degli Europei giovanili dovremo organizzare dei momenti più frequenti di presenza al Centro Federale». Carlo Rossi è reduce da grandi cambiamenti:«Il primo è stato quello di vita, perché è sempre vissuto a casa, mentre ora sta fuori e si allena a Formia e a Ochsenhausen. Lo vedo molto migliorato di rovescio, mentre ha perso qualcosa di diritto, che bisogna recuperare. A Lignano è stato un po' altalenante, però ha fatto vedere momenti di gioco molto positivi. Ha molte soluzioni e sopra il tavolo sente molto la palla. Un po' anche lui deve mettersi in discussione, perché finora, avendo questo talento di base, non ha mai avuto molti problemi. Ora è passato junior e non è più sufficiente ciò che da cadetto gli bastava. Sul fronte dell'allenamento il cambio di passo è comunque già stato fatto, perché fra Formia e Ochsenhausen l'impegno è notevole».

Puntuale la valutazione di Nannoni anche su Piciulin e Cerza:«Gabriele ha fatto una gara discreta, vincendo delle buone partite e perdendone alcune combattute, come nel singolare contro il tedesco Hippler. Deve crescere a dismisura a livello caratteriale. Bisogna rendergli atto che ha una voglia pazzesca, ma deve essere molto più calmo e sereno interiormente e meno istintivo. Matteo è molto progredito di diritto, che è molto più potente di prima, e il rovescio è un po' calato. Inizia ad avere una sua fisionomia di gioco, però ha sempre il difetto che si ferma quando accade qualcosa di negativo. Pesa molto sul suo rendimento l'approccio e il modo di stare in campo ed è un problema di carattere mentale. Può anche disputare delle grandi partite, come quando si è aggiudicato il torneo nazionale di Terni, però perché ciò avvenga non deve subentrare alcun contrattempo e questo non è quasi mai possibile».