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Open dAustria 2016L'Open di Svezia è ai nastri di partenza e a passargli il testimone è stato il Major Series che si è svolto in Austria. Nel singolare maschile è andato a segno, per la prima volta in un torneo dell'Ittf World Tour, il 25enne giapponese Kenta Matsudaira, che in finale ha battuto per 4-2 (6-11, 11-5, 5-11, 11-7, 11-9, 12-10) l'ottimo brasiliano Hugo Calderano. Nel femminile la 16enne nipponica Mima Ito ha approfittato dell'uscita di scena anticipata della taipeana Cheng-I-Ching per aggiudicarsi il titolo, per 4-0 (11-4, 11-4, 11-7, 11-7) in finale sulla sua connazionale Yui Hamamoto. Per lei si è trattato del terzo successo sul circuito.

Nei doppi il tedesco Patrick Franziska e il danese Jonathan Groth, campioni d'Europa in carica, hanno superato per 3-0 (11-4, 11-6, 11-7) i cinesi Fang Yinchi e Zhu Cheng e in un derby tutto giapponese Honoka Hashimoto e Hitomi Sato hanno prevalso per 3-2 (8-11, 11-8, 8-11, 11-8, 16-14) su Hina Hayata e Miyu Kato. I singolari Under 21 sono andati al coreano Park Ganghyeon, per 3-1 (12-10, 11-6, 6-11, 11-8) sul francese Enzo Angles, e alla giapponese Sakura Mori, per 3-2 (9-11, 11-6, 9-11, 13-11, 11-7) sull'hongkonghese Doo Hoi Kem.

In chiave azzurra il tecnico federale Lorenzo Nannoni traccia un bilancio delle prestazioni dei quattro atleti impegnati Alessandro Baciocchi, Leonardo e Matteo Mutti e Antonino Amato. «Alessandro ha disputato un torneo contraddistinto da alti e bassi. In alcune partite ha mostrato un buon livello di gioco e in altre ha commesso troppi errori, con i quali è difficile essere competitivo. È ancora un po' insicuro nel gioco di controllo, quando si deve difendere, e nella gestione delle palline corte che rimangono sopra il tavolo. Con il diritto trova molti punti e sicuramente è progredito quando deve effettuare l'apertura con il rovescio e poi doppiare con lo stesso colpo. La partita che dispiace di più aver perso è stata quella del girone Under 21 contro il danese Claus Nielsen, che è comunque atleta molto attento, che sbaglia poco e non regala punti. Alessandro al contrario è stato piuttosto falloso nel gestire molte palline. Nel girone dell'assoluto ha ceduto al russo Mikhail Paikov per 4-2, dopo essere stato avanti per 2-0. Complessivamente ha disputato una discreta partita, trovando anche parecchie soluzioni. In un tre su cinque per come era partito avrebbe potuto portare a casa il match, ma al meglio dei quattro set su sette per riuscirci avrebbe dovuto fare qualcosa di più. Sul 2-2 era in vantaggio per 8-1 nel quinto, che poi ha perso per 11-9. Vincere quel parziale sarebbe forse stato decisivo».

Per quanto riguarda Leonardo Mutti, che ha anche giocato meno, essendo ammesso di diritto al tabellone Under 21, «contro gli asiatici si è espresso bene, dimostrando di essere capace di fare un po' tutto. Aveva le sue chance e i match scorrevano via in modo fluido. In altre situazioni ha giocato male, come per esempio contro Marc Duran. È stato abbastanza fuori dalla partita, tranne il secondo set, in cui ha dominato. Lo spagnolo rallentava molto e non consentiva a Leo di dare ritmo ai suoi colpi, inducendolo all'errore. Il suo servizio è migliorato e si tratta di un'arma importante per vincere le partite. Non è necessario fare punto subito, ma creare i presupposti per avere un vantaggio nello scambio».

Diversa la situazione dei più giovani Matteo Mutti e Antonino Amato. «Si tratta di due juniores di livello - spiega Nannoni - che sono stati capaci di vincere il titolo europeo a squadre. Matteo è anche visto con un occhio di riguardo, perché a Zagabria ha battuto gente come Tomas Polansky e Darko Jorgic. A Linz si sono però trovati in difficoltà opposti ad atleti più esperti di loro. Matteo nell'Under 21 ha vinto una buona gara per 3-1 contro lo slovacco Samuel Kaluzny, che ha tre anni più di lui ed è stato un bel test. Per il resto ha faticato, perché ha mantenuto un po' lo stesso atteggiamento delle gare juniores, nelle quali mette a segno più facilmente i punti. A livello assoluto gli avversari sono più attenti e concentrati e bisogna essere abituati a giocarsi lo scambio più a lungo contro pongisti che non sbagliano. Il torneo di Linz è servito sicuramente a fargli prendere coscienza di questo aspetto. È stato anche importante poter assistere a sfide di alto livello in cui la pallina rimaneva molto più in campo. Per quanto riguarda Antonino, non si è espresso bene e anche in Ungheria, nel torneo giovanile, in singolare non era stato molto convincente, mentre in doppio era salito sul podio con Daniele Pinto. È progredito di rovescio, però anche per lui c'è bisogno di tempo e vale il discorso fatto per Matteo sull'abitudine a giocare in ambito assoluto. Questi ragazzi avranno bisogno di fare anche in futuro altre esperienze del genere per crescere».