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Squadra cadettiGrande soddisfazione per la medaglia di bronzo di Carlo Rossi in singolare e un po’ di dispiacere per il podio sfumato nella gara a squadre, fatto salvo che il bottino avrebbe potuto essere più ricco, perché l’atleta di punta della Nazionale azzurra cadetti è stato eliminato nei quarti nel doppio, con il russo Lev Katsman, e nel misto, con la ceca Zdena Blaskova. Sono questi i sentimenti del tecnico Valentino Piacentini al rientro dai Campionati Europei giovanili di Zagabria.

Valentino, partiamo proprio dalla medaglia di Rossi?

«Molto volentieri, essendosi trattato di un’autentica impresa. Sono troppo felice. Essere fra i primi d’Europa in singolare è risultato che fa onore al ragazzo, al'impegno che è stato profuso, a chi lo ha gestito e a chi ha lavorato con lui. Il suo percorso in tabellone è stato lungo e impegnativo, perché in giro c’è grande competitività. Giocare quattro set su sette è cosa diversa dal tre su cinque della gara a squadre. Carlo ha avuto la forza di affrontare e superare tutte le insidie che ha trovato. L’unico rammarico riguarda il modo in cui ha perso la semifinale contro Sidorenko. Ci sarà il modo di lavorare su alcuni aspetti mentali, che andranno migliorati nella quotidianità».

Quanto è grande l’amarezza per non essere saliti sul podio a squadre?

«Ci speravamo, anche perché abbiamo lavorato molto per raggiungere l’obiettivo. La medaglia ci è sfuggita per un soffio e devo purtroppo rilevare che nei quarti di finale a noi è capitata una squadra cinese e non europea. Non si tratta di una giustificazione di comodo, perché è in atto una protesta da parte di tutte le Federazioni, attraverso una petizione, per il fatto che i ragazzi schierati dall’Azerbaijan sono nati nel 1998, e dunque sono molto più grandi dei cadetti, e vivono e si allenano in Cina. C’è stata un’ingiustizia sportiva acclarata, ma io mi occupo di giudizi tecnici e ritengo che avremmo comunque potuto vincere quella partita, nella quale ha pesato anche l’inesperienza di John Oyebode e Matteo Gualdi, che erano al loro primo Europeo da titolari».

Peccato anche per l’uscita di Rossi nei quarti del doppio e del misto.

«Quelle gare sono sempre un po’ strane e la coppia non è mai la somma di due qualità individuali. È mancata un po’ di lucidità ed è anche subentrata la tensione, innescata da alcuni errori commessi nei momenti topici, che hanno compromesso set che sembravano ampiamente alla portata. Basta un attimo per far girare le partite, dando coraggio agli avversari in difficoltà».

Quali messaggi hanno dato questi Europei sul conto di John Oyebode, Mattteo Gualdi e Andrea Puppo?

«I primi due avranno ancora un anno in categoria e il terzo altri due. Tutti hanno capito, toccando con mano, quanto lavoro ci voglia per essere competitivi a questi livelli. Vincere qualche match in Italia non basta. Sono convinto che stiamo percorrendo la strada giusta, ma dobbiamo crescere ancora di più nella voglia di migliorarci. Questi ragazzi dovranno dare qualcosa in più. Conforta sapere che ci siano delle buone basi su cui lavorare. È necessario però rimanere umili nell’affrontare la quotidianità».

Entrando nel merito, come hai visto Johnny?

«Ha compreso che il gioco troppo rischioso che ha adottato finora deve diventare più equilibrato. La sua gestione deve essere più matura e questo lo aiuterà a fare delle scelte più corrette. È un punto su cui dovrà concentrarsi. Detto questo, è progredito tecnicamente, fisicamente e mentalmente. È un ragazzo che sta dedicando tutto a questo sport e tutti abbiamo assoluta fiducia in lui».

Riguardo a Matteo?

«È intelligente e ha delle buone idee durante il gioco. Mi aspetto da lui dei miglioramenti tecnici e fisici. Dovrà impegnarsi molto su questo fronte, per arrivare in futuro a competere in ambito europeo. Ha sicuramente le qualità per riuscirci e sta a lui e alla sua società intraprendere un lavoro più mirato a questi aspetti».

Che dire di Andrea?

«A squadre ha fatto delle ottime prestazioni e nel singolare penso che abbia anche pagato un po’ la stanchezza e la mancanza d’esperienza. Deve maturare molto nel rimanere concentrato costantemente nel corso dell’incontro. Andrea è all’ultimo anno nella categoria Ragazzi e nessuno avrebbe potuto aspettarsi da lui grandi risultati. Non dobbiamo però pensare che sia troppo giovane. Mi auguro che anche lui abbia capito quanto sia importante la gestione della giornata di allenamento, per crescere il più in fretta possibile».