Banner MINI bando Over65 B 3

Carlo Rossi e John Oyebode sono stati i principali protagonisti azzurri all'Open giovanile di Polonia, che si è disputato a Wladyslawowo. Al loro ritorno in Italia, il collega Giampaolo Puggioni, addetto stampa della Fitet Sardegna, ha realizzato due interessanti interviste, che pubblichiamo in versione integrale.

CARLO ROSSI: “TEMPORANEAMENTE SOTTOTONO”

Con Katsman costituite un duo pericolosissimo.

«Ci troviamo molto bene, il grado di affiatamento è alto, sia in campo, sia fuori. Dal punto di vista del gioco e dei movimenti possiamo migliorare tantissimo. Penso che siamo tra le coppie favorite anche in proiezione Europei, seppur ci siano tante cose da migliorare».

Bilancio complessivo della trasferta polacca?

«Non sono molto soddisfatto poiché, a parte l’ultimo giorno di gare in cui ho rischiato di prendere la medaglia in singolo, nei giorni precedenti mi sono espresso male, al di sotto delle mie potenzialità».

Ci dobbiamo preoccupare?

«Penso che si tratti semplicemente di un periodo in cui non sono molto in forma. In questo mese farò di tutto per riacquistarla in vista dell’importante rassegna continentale di Zagabria. Ammetto che se gli Europei si dovessero disputare domani, non avrei di certo buone sensazioni, sia per il gioco sia per la forma».

Fra un mese sarà un’altra cosa.

«Tirando le somme, a Wladyslawowo non è andata benissimo, anche se i quarti di finale giocati con l’americano dal mio punto di vista hanno cambiato tante cose. Ma punteremo a fare molto meglio nei Campionati Europei».

 

JOHN OYEBODE: “PIÙ TESTA PER DISTINGUERMI”

Come giudichi la tua ultima esperienza in azzurro?

«Abbastanza bene, soprattutto in termini di gioco, era l’aspetto che mi importava di più. Sono molto contento per la medaglia a squadre, in quanto ultimo torneo prima degli Europei, credo che sia un bel segnale. Senza nulla togliere alla medaglia conquistata nel doppio con Matteo Gualdi. Abbiamo dimostrato di essere ad un livello molto competitivo nel continente. Non c’è stata partita in cui ho giocato sotto il mio standard, ma forse mi manca il gioco in termini di risultati».

Quali sono state le prestazioni che ti hanno convinto?

«Sono diverse, sia in singolo, sia in doppio. Contro il forte Moregard sono andato sopra per 2-0. Sapevo che sarebbe stata una partita difficilissima, contro di lui non sono mai riuscito a combinare niente. Ma in questa partita sono andato molto vicino al risultato che manco io mi sarei aspettato. C’è mancato veramente poco, il tecnico Valentino Piacentini ha detto che per battere un giocatore come lui bisogna essere perfetti. Io sono stato quasi perfetto. E ho capito che posso essere competitivo anche con giocatori di alti livelli come lo svedese».

Ce ne sono altre?

«Quella con l’austriaco n. 7 d’Europa, molto bravo che avevo già battuto in Svezia. Con lui mi sono espresso bene soprattutto sotto l’aspetto mentale. Questo a dimostrazione che valgo di più rispetto a quello che dicono le classifiche. Potrei tranquillamente rientrare tra i primi sedici d’Europa. Questo però significa che a livello mentale devo ancora maturare».

E del doppio che mi dici?

«Mi ha convinto la gara contro Moregard e Friis, avversari che in coppia sono davvero molto bravi. Sono contento di essere riuscito a vincere e ciò mi fa sognare una medaglia agli Europei in questa categoria. In tutti i tornei disputati recentemente io e Matteo siamo risultati essere molto competitivi, arrivando sempre tra i primi otto. E salire sul podio in un torneo difficile come questo polacco è stato davvero bello».

 E poi c’è la competizione a squadre

«La stessa coppia svedese l’abbiamo affrontata io e Carlo. Non stiamo giocando molto bene assieme, ma l’aver vinto contro due diretti avversari nella gara a squadre fa capire che potrebbe essere un punto molto importante nei Cadet. Significa che possiamo vincere con tutti».

Cosa hai capito da quest’esperienza?

«Per essere al top devo lavorare molto sull’aspetto mentale che mi impedisce di essere tra i migliori d’Europa. Il gioco c’è, me l’ha confermato anche Valentino Piacentini».

Quindi nelle prossime settimane che ci dobbiamo aspettare?

«Mi sento abbastanza fiducioso e positivo. Agli italiani punto a vincere sia il singolo, sia il doppio (con Matteo Gualdi) della terza categoria. Nei seconda punto ad arrivare più in alto possibile conciliando buon gioco e miglior risultato possibile».

E in vista degli Europei?

«Credo che la nostra stia diventando una squadra molto compatta e di buon livello. Vincere l’oro a squadre non è impossibile. Io ci penso tutti i giorni e credo possiamo farcela anche se sarà difficile. Sognarlo non è una cosa sbagliata. Nel singolo vorrei arrivare tra i primi sedici e, dopo quello visto in Polonia, penso che possa essere un obiettivo concreto. Nel doppio sarà difficile, ma io credo in una medaglia».

BC7A0664 1