Sonja Milic campionessa europea: «Una soddisfazione immensa»
- Pubblicato: 21 Giugno 2025
Dopo il bronzo nel singolare Over 65 di Giulia Sobrero e in attesa della finale di Rita Pogosova nell’Over 70, l’Italia ha conquistato il titolo del doppio Over 70 agli Campionati Europei di Novi Sad, grazie a Sonja Milic.
La triestina, in coppia con Ekaterina Krasnova (AIN), in finale ha battuto per 3-2 (6-11, 12-10, 11-8, 10-12, 11-6) le francesi Eliane Charbonneau e Francoise Guilloteau. Si tratta del suo primo oro continentale Master in carriera, dopo i due bronzi in singolare, a Praga nel 1997 nell’Over 40 e a Sandefjord nel 2023 nell’Over 65.
«Sono così felice - commenta Milic - che non sto nella pelle. Ekaterina è molto brava e ci siamo trovate un po’ per caso. Avrei dovuto giocare con Marcella Marcone, che alla fine non è riuscita a partecipare, e sua sorella Francesca mi ha detto che conosce una russa brava e si è informata se volesse fare coppia con me. Era libera e ci siamo messe d’accordo. Io sono mancina e lei era contenta di ciò, perché le risultava più facile attaccare con il diritto. Krasnova parla solo il russo e io conosco quattro o cinque parole, per il resto traduceva Francesca. Quelle poche parole, comunque, in campo bastavano e ci siamo intese molto bene. In tabellone la vittoria più importante è stata contro la danese Susanne Pedersen e l’irlandese Teresa Devaney, che erano le teste di serie n. 1. L’incontro è stato molto tirato e siamo andate alla “bella”, nella quale conducevamo per 7-3 e 8-6. Sull’8-8 abbiamo chiamato timeout e alla ripresa siamo salite sul 10-8 e abbiamo sfruttato il secondo match-point. In semifinale in tre set combattuti abbiamo eliminato la svizzera, di origine russa, Antonyan, che ha giocato molto in Italia con Edith Santifaller, e la tedesca Rubin. Ci siamo espresse su un ottimo livello, perché abbiamo potuto sviluppare il gioco aperto che piace a me e anche alla mia compagna. La finale è stata più complicata, dal momento che una francese aveva i puntini lunghi sul diritto e i corti sul rovescio e l’altra i puntini corti sul diritto e una liscia sul rovescio e attaccava con entrambe le gomme: Siamo state molto equilibrate nel gestire ogni punto. Alla “bella” dal 3-3 ci siamo portate sul 7-3, creando quel gap che è stato decisivo. Eravamo in vantaggio e non abbiamo rischiato nulla, eravamo convintissime di potercela fare. Alla fine eravamo felicissime entrambe e ci siamo abbracciate alla grande. Io ogni tanto sono un po’ troppo tesa ed Ekaterina mi ha sempre trasmesso calma, mi diceva di stare tranquilla e di fare due respiri profondi. Ha funzionato benissimo».
In singolare Sonja è uscita negli ottavi: «Il livello era molto più alto di due anni fa e io avrei potuto vincere o perdere contro dieci altre atlete. Mi ha battuto la danese Susanne Pedersen, perché è stata più attiva. Io avrei dovuto sbagliare meno blocchi ed essere più precisa. In un altro momento, forse avrei anche potuto farcela. Tornando al doppio, questa medaglia d’oro è una delle più belle soddisfazioni della mia intera carriera. Qui a Novi Sad sono felice, perché ogni giorno sono riuscira a giocare sullo stesso standard, sempre decisa e convinta. Le altre volte c’erano alti e bassi nel sentire la palla. Anche fisicamente mi sono trovata molto a mio agio. Ho iniziato a gareggiare piuttosto tardi, nel 1969, avevo già 14 anni. Ero in collegio e si giocava ogni giorno a ping pong. Nella mia crescita mi ha aiutato molto la scuola jugoslava, il mio primo allenatore Edoardo Bolè veniva da lì. È ancora in attività allo Sportni Kozek Kras».