Mikael Appelgren, una stella a Roma per i Mondiali Master
- Pubblicato: 04 Luglio 2024
Mikael Appelgren è la stella più luminosa in gara agli ITTF World Masters Table Tennis Championships Rome 2024 - presented by Stag Global. Fra i 6.100 atleti presenti alla Nuova Fiera di Roma, nessuno ha vinto come lui, che è stato quattro volte campione del mondo e nove volte campione d'Europa. Il 62enne svedese non disputerà, però, il singolare, ma il doppio MD55 con il tedesco Carsten Jung. «Oggi mi alleno poco e svolgo qualche sessione nel mio club Spårvägen Btk a Stoccolma (il club più grande d'Europa, ndr) con la prima squadra. Insegno anche ad alcuni giocatori Elite. Questo è tutto. Non gioco più in campionato. Ho iniziato a praticare il ping pong nel 1971, quando avevo 12 anni, abbastanza tardi, e ho militato in Prima Divisione fino a 52».
La sua luminosa carriera è andata ben oltre le aspettative iniziali: «Non pensavo di vincere così tanto, ma all'epoca eravamo un'ottima squadra, ci allenavamo tanto insieme, ci rispettavamo e ci aiutavamo a migliorare. Negli gli altri team c'erano uno o due atleti bravi, invece in Svezia avevamo sette o otto giocatori di livello europeo e mondiale e questo ha fatto la differenza. C'era anche un'ottima organizzazione nella squadra svedese».
I ricordi entusiasmanti, ovviamente, si sprecano. «Il più grande con la squadra - racconta Appelgren - è stato nel 1989, quando abbiamo battuto la Cina 5-0 nella finale dei Mondiali di Dortmund. Abbiamo perso parecchie volte contro la Cina, ma quella volta abbiamo ottenuto una grande vittoria. I miei compagni di squadra erano Jörgen Persson e Jan-Ove Waldner, il numero quattro era Erik Lind e il numero cinque Peter Karlsson. Eravamo cinque giocatori molto bravi. In quel periodo la Svezia giocò sette finali mondiali di fila dal 1983 al 1995, perdendo le prime tre e l'ultima contro la Cina e battendo la Cina nel 1989 e nel 1993 a Göteborg e la Jugoslavia nel 1991 a Chiba».
Sul fronte individuale, «il ricordo più bello è quando vinsi il mio terzo titolo europeo in singolare, nel 1990 a Göteborg. Ho sconfitto in finale il polacco Andrzej Gruppa. È stato storico per me. Eravamo a casa, in Svezia, avevamo la televisione tutti i giorni ed eravamo sui giornali. La Sport Arena era gremita da diecimila persone. È stato divertente. La mia prima medaglia d'oro nel singolare è stata nel 1982 a Budapest, contro Waldner, e la seconda nel 1998 a Parigi, contro il sovietico Andrej Mazunov. A Göteborg è stato molto bello anche vincere il titolo mondiale di doppio nel 1985 con Ulf Carlsson. Sono ancora in contatto con i compagni di allora, ci vediamo spesso e ci sentiamo molto al telefono. Il mese scorso eravamo insieme a giocare a golf e ci siamo divertiti moltissimo».
Il campione scandinavo ha partecipato a tre edizioni dei Mondiali Master: «Ho vinto l’oro nel singolare Over 40 e l’argento in doppio a Yokohama nel 2004 e l’oro nel singolare Over 50 a Stoccolma nel 2012. A Brema nel 2006 sono stato bronzo in singolare. A Roma giocherò solo nel doppio Over 55 con il tedesco Carsten Jung. Difficile capire quale possa essere un obiettivo, perché non so molto degli altri giocatori. Vedremo cosa succederà. Carsten è stato a Stoccolma lo scorso dicembre e ci siamo allenati un po' assieme».
Appelgren è stato spesso in Italia e a Roma: «La prima volta in Italia è stata nel 1966, a Rimini con la mia famiglia. Ho ancora una foto di allora. Da giocatore sono stato a Roma nel 1979 agli Europei Juniores, dopo sono stato in vacanza forse sette o otto volte. Conosco molto bene la capitale. Ho disputato tante volte l'Open d'Italia, in città come Bolzano, Como e Bologna. In Italia ricordo una meravigliosa vacanza con la famiglia più o meno dodici anni fa, quando i bambini erano più piccoli. Abbiamo visitato Amalfi, Positano e Sorrento. Questa volta verrò con mia moglie Marita (che giocherà singolare e doppio, ndr). I 6.100 giocatori presenti sono un record incredibile. Roma è un posto davvero speciale, molte persone verranno a giocare e poi si fermeranno per le vacanze. Penso che rincontrerò molti amici, non vedo l’ora di rivederli».