Italo Bolther premiato da Stefano BosiIl 91enne milanese Italo Bolther, assieme al coetaneo romano Silvio Maracchia, sarà l’atleta italiano più anziano a partecipare ai Campionati Mondiali Master di Roma. Il tennistavolo fa parte della sua vita da 74 anni. «Ho iniziato a giocare - racconta - all’oratorio di Asola nel 1950 e mi è subito piaciuto. Ho disputato le prime gare ufficiali nel 1953. Dal 1953 al 1955 sono stato in terza categoria e mi sono aggiudicato tre tornei nazionali. Nel 1956 sono entrato in seconda categoria nel secondo gruppo e nel 1961 e 1962 ero il n. 2 del primo gruppo. Ero, dunque, fra i primi 10-12 atleti d’Italia, poi sono tornato nel secondo gruppo. Fra i migliori risultati ho conquistato il successo nel 1962 al torneo nazionale di seconda categoria di Crema e nel 1963 mi sono classificato secondo in prima categoria a Sesto San Giovanni. Nel 1964 ho vinto in seconda categoria a Torino e sono stato quinto in prima».

Quali sono stati gli avversari più forti che ha battuto?

«Fra le mie vittorie più belle ci sono quelle contro Luciano Winderling, Giuseppe Molina e Gianni Rondani, che sono stati tutti n. 1 d’Italia. Nei campionati a squadre ho giocato sempre nel Tennistavolo Asola, con il quale sono stato dal 1956 al 1959 in serie A. I miei compagni erano Giuseppe Beattini, Franco Persegani e Paolo Ruggerini. Eravamo buoni amici, anche se fra noi c’era un po’ di rivalità, perché in partita il team era composto da tre atleti. Ai Campionati Italiani Veterani ho all’attivo tre titoli nel doppio maschile, nel 2008 con Persegani, nel 2014 con Fernando Lupone e nel 2015 con Giuseppe Carrer. Sono stato anche argento una volta e bronzo quattro volte e nel misto con Anna Lui ho ottenuto due argenti e quattro bronzi. L’ultimo podio è stato nel 2019. In singolare sono stato secondo in due occasioni e terzo in una. Ho sempre continuato a giocare e oggi milito nel Nerviano Tennistavolo. Sono orgoglioso di essere il tesserato più vecchio d’Italia».

Non ha, però, solo giocato?

«Più che un giocatore forte sono stato un instancabile organizzatore di tornei e campionati nazionali. Ad Asola ho creato io la squadra e ho poi continuato a mantenere in piedi l’attività e ho tenuto insieme il movimento».

Qual era il suo punto di forza?

«Ho ottenuti i miei risultati migliori quando ho utilizzato una racchetta ricoperta solo di gommapiuma, senza il rivestimento in gomma. Attaccavo bene e non sentivo il taglio avversario. A un certo momento non è stata più ammessa, perché non si avvertiva il rumore dei colpi e con la gomma sopra ero meno efficace. Aprivo molto bene di rovescio e chiudevo con il diritto, questo era un po’ il mio schema. Cercavo di attaccare e di fare il punto».

Cosa ha rappresentato per lei il tennistavolo?

«Era un divertimento, anche se, quando ero giovane, ero un po’ troppo accanito. Ero nervoso e certe partite le ho perse perché ero contratto e poco rilassato. Ora vinco poche partite, però mi diverto di più. La pratica mi permette anche di fare un po’ di ginnastica, che fa bene al fisico, oltreché di stare in compagnia».

Per quale motivo lo consiglierebbe a un giovane?

«Perché è uno sport bello e divertente. Il motore maggiore deve essere la passione ed è un’attività che si può portare avanti per tutta la vita».

È stato spesso agli Europei e ai Mondiali Master?

«Ho partecipato a parecchie edizioni, dagli anni 2000 in poi. L’ultima volta è stata agli Europei di Rimini del 2022. In quell’occasione Stefano Bosi mi ha anche consegnato una targa per la mia lunga carriera. È stata una bella emozione e un gradito riconoscimento del mio impegno ininterrotto in questo mondo».

Con quali prospettive sarà in gara a Roma?

«Farò il singolare e il doppio con il finlandese Raimo Honkanen. Spero di vincere almeno una partita in entrambi. Chissà, magari in doppio, dove le coppie non saranno molte, potremmo anche andare avanti».

In che settore ha lavorato?

«In quello degli adesivi per l’industria, all’inizio ero in laboratorio e poi ho fatto il direttore commerciale e ho girato tutto il Nord Italia. Ho macinato 80mila chilometri all’anno in auto, ma mi sono divertito, i clienti erano tutti simpatici».

Nella foto Italo Bolther premiato da Stefano Bosi agli Europei Master di Rimini nel 2022