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Debora Vivarelli e Lorenzo Nannoni al Singapore Smash 2024Si è conclusa nei trentaduesimi l’esaltante avventura di Debora Vivarelli (n. 109 del ranking mondiale), guidata in panchina da Lorenzo Nannoni, al Singapore Smash, evento d’importanza paragonabile a un Mondiale. L’azzurra, dopo aver superato brillantemente i tre turni di qualificazione, si è trovata di fronte la cinese Chen Xingtong (n. 6) e ha ceduto per 3-0 (1-11, 4-11, 7-11).

Il primo set è filato via liscio a favore dell’asiatica, mentre nel secondo Vivarelli ha recuperato da 1-3 a 3-3, ma dal 4-4 ha subìto un break di 7-0. Nel terzo parziale Chen ha ripreso fin dal primo punto il ritmo forsennato della frazione d’apertura e la caldarese è risalita dall’2-8 al 4-8. Ha fronteggiato cinque match-point (5-10) e ha annullato i primi due.

«Oggi - commenta Debora - sapevo che sarebbe stata davvero difficile, ma ci ho provato e creduto a prescindere. Anche se dai parziali non sembra, mi sono divertita. Avere la possibilità di confrontarsi con le migliori giocatrici del mondo è un privilegio ed è un modo per imparare ancora tante cose. Sono partita per Singapore con l’obiettivo di passare il primo turno, che negli altri due anni si era rivelato ostacolo insormontabile. Quando ho visto il sorteggio ero abbastanza positiva, contro la brasiliana Giulia Takahashi avevo giocato ai Mondiali in Cina, avevo vinto 3-0 e mi ero trovata abbastanza bene. Lei è migliorata molto ultimamente, ma comunque sono riuscita a rivincere 3-0. Quando ho visto che la francese Audrey Zarif aveva perso contro la ragazzina di Singapore ho iniziato a pensare nella mia testa “questa è un’occasione d’oro, non posso farmela scappare”, e con questo pensiero mi sono messa parecchia pressione addosso. Poi figuriamoci, quando ho letto che ha 13 anni e io 31, non ho dormito tutta la notte. Sono entrata subita cattiva e aggressiva cercando di non pensare a chi avevo davanti. Sono stata brava a vincere il secondo set, nel quale ero sotto 9-4, si poteva complicare la partita. Alla fine ho chiuso con un solido 3-0».

Il decisivo round 3 è stato contro l’ucraina Solomiya Brateyko:«Contro Mia e sapevo che potevo farcela, è la mai compagna di squadra da un anno, ma le voglio un bene immenso. È fantastica come persona e come compagna il che a volte rende piu difficile lo scontro. Mi sono, però, detta “in campo non ci sono amicizie, devi solo pensare a te stessa”. È stata forse la partita più difficile che io abbia mai giocato, ma non per il livello o la difficoltà di gioco, ma a livello di nervi. Avevo questa chance, la volevo prendere a tutti i costi. Per me, per Jason (Luini, il suo tecnico, ndr), per la mia famiglia, per chi mi vuole bene e non ha mai mai mai mai smesso di credere in me. Ho dato tutto quello che avevo, alla fine non era più tattica e colpi, ma semplicemente chi ne aveva di più a livello nervoso. Avevo finito le energie e quindi ci ho messo tutto il cuore e l’anima e ho solo lottato senza pensare troppo. Infatti ero esausta e dopo l’abbraccio con Lorenzo sono crollata in lacrime dalla stanchezza. Devo dire un enorme grazie alla Federazione. che soprattutto in quest’ultimo periodo ha creduto in me e mi ha supportato in molti momenti difficili, assieme al Gruppo Sportivo dell’Esercito, che è fondamentale per me. Sapere che, oltre alla mia famiglia e alla mia società, anche loro stanno continuando a credere in me, mi ha dato ancora piú forza e fiducia. Per ultimo ci tengo a ringraziare Lorenzo. Mi conosce da quando ero piccola, e abbiamo sempre avuto un bel rapporto. Negli ultimi due anni si è fortificato e in piú di un’occasione mi è stato molto vicino. Avere qualcuno in panchina che crede in te che ha stima di te e lotta ogni punto, è fondamentale per noi atleti. Alla fine tutti sanno giocare, ma, se non sei sereno e se non sei supportato da chi ti segue, tutto diventa difficile».

Un’ultima considerazione non può non riguardare il passo avanti fondamentale verso le Olimpiadi di Parigi:«Ci ho sempre creduto, e ora, semplicemente, ci credo ancora di più».