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Campionati Europei di Monaco di Baviera 2022 Giorgia Piccolin 1Dopo il grande risultato dei quarti di finale conquistati ai Campionati Europei di Monaco di Baviera, ieri è rientrata a casa sua a Bolzano Giorgia Piccolin (nella foto di Rémy Gros), che martedì ripartirà alla volta della Repubblica Ceca, per partecipare al WTT Feeder Olomouc.

Complimenti Giorgia, sei emozionata di aver riportato l'Italia nel terzultimo turno di una rassegna continentale a 13 anni da Nikoleta Stefanova?

«Sono veramente felice, ho raggiunto un bellissimo traguardo, anche se in realtà non mi sono ancora resa conto bene di ciò che ho fatto. Ho ricevuto molti messaggi di congratulazioni, che mi hanno fatto piacere. Giocare i quarti al tavolo 1 in un Palazzetto quasi pieno è stato una bella sensazione».

Come ti sei avvicinata agli Europei?

«Dopo i Giochi del Mediterraneo a Orano, in Algeria, che mi hanno veramente esaurito, sono andata al torneo di Budapest, dove però non c'ero mentalmente. Ho allora staccato un attimo la spina, facendo una breve vacanza, e il 1° agosto ho ricominciato con lo stage al Centro Tecnico di Terni, che abbiamo svolto congiuntamente con la Nazionale croata. Abbiamo effettuato un'ottima preparazione. Al termine non ero ancora in gran forma, ma sapevo che avevo ancora qualche giorno per rifinirla».

Con quale spirito sei arrivata a Monaco di Baviera?

«Era la prima volta che ero già in tabellone nel singolare e quindi ero contenta, dall'altro lato sapevo che avrei dovuto affrontare atlete che avevano già sostenuto dei match e che magari avrebbero potuto essere più abituate di me alle condizioni ambientali. I doppi mi sono stati utili anche per arrivare pronta da quel punto di vista».

Eri soddisfatta del primo sorteggio contro la lussemburghese Tessy Gonderinger?

«Sì in effetti non era male, l'essere favorita metteva però un po' di pressione, mentre lei non aveva nulla da perdere. In avvio c'è stato equilibrio, nel primo parziale le ho annullato due set-point e nel secondo mi ha rimontata lei. Dal terzo in poi sono riuscita a fare la differenza».

Hai poi battuto la ceca Hana Matelova, n. 26 al mondo e testa di serie n. 5. È stato il tuo successo più prestigioso in carriera?

«Ce ne sono stati altri due di rilievo, conquistati contro l'egiziana Dina Meshref quest'anno ai Giochi del Mediterraneo e contro la romena Elizabeta Samata nel 2021 agli Europei a squadre. Matelova gioca anche in Francia e avevo visto qualche sua partita. È una delle atlete di riferimento in ambito internazionale. Ero curiosa, perché, a giudicare dall'esterno, ritenevo che potessi trovarmi bene contro il suo gioco e in effetti è stato così».

Sei salita sul 3-1, poi la partita ha rischiato di complicarsi?

«Sentivo che ero vicina al successo e forse questo pensiero mi ha un po' frenato. Lei nel quinto set è partita forte, ho cercato di recuperare, ma non ce l'ho fatta. Sul 3-2 ho preso un buon vantaggio, Hana è tornata sotto, sono rimasta però tranquilla e sono riuscita a chiudere».

Negli ottavi temevi la slovacca Tatiana Kukulkova?

«In assoluto non era un brutto accoppiamento e volevo sfruttare l'occasione. Le insidie erano il suo puntino sul rovescio e l'incognita di come potessi trovarmi. A Monaco Tatiana si stava esprimendo su un ottimo standard. È stato molto importante, dopo essermi aggiudicata la prima frazione, che le abbia annullato un set-point nella seconda. Mi ha dato la carica per impormi nettamente nel terzo parziale, anche perché lei si è innervosita».

Cosa è accaduto sul 7-2 per te nel quarto?

«Sembrava fatta e invece lei ha continuato a crederci. Si è avvicinata punto dopo punto e non ho trovato le giuste contromisure per fermarla. Nonostante tutto, però, mi sono ripresa bene nel quinto set, mi sono procurata un vantaggio rassicurante e non ho più rischiato. Non ho avuto però il tempo di godermi la vittoria, con Elena Timina abbiamo dovuto preparare la sfida contro Sabine Winter, che aveva approfittato del ritiro dell'altra tedesca Han Ying, la n. 1 del tabellone».

Contenta di trovare Winter al posto di Han Ying?

«Assolutamente sì, nel campionato tedesco ci sono state parecchie sfide fra noi e ha sempre prevalso lei, tranne una volta, ma in tutte le occasioni sono state partite tirate. Questa volta nel primo set ero avanti per 8-4 e ho perso e nel secondo all'inizio conducevo per 3-0 e mi ha di nuovo ripreso. Se avessi portato a casa almeno uno dei due, il prosieguo sarebbe stato diverso, anche perché vedevo che Sabine sentiva la responsabilità di giocare in casa e avvertiva la tensione. Nel mio caso l'emozione ha avuto un suo ruolo. In certi momenti forse ho rischiato troppo, ma vedevo che per conquistare il punto dovevo fare qualcosa di speciale».

Questi Europei sono stati la tua consacrazione internazionale?

«Spero che siano l'inizio di una nuova fase della mia carriera a un livello sempre più alto. Il mio gioco è cresciuto molto, anche se ci sono degli aspetti nei quali devo progredire. Questo risultato mi aiuterà a salire nel ranking, penso di almeno una decina di posizioni (attualmente è n. 83, ndr), ed è una bella iniezione di fiducia per continuare a lottare, per andare alle Olimpiadi di Parigi nel 2024».

Parliamo del tuo gioco?

«Il diritto è notevolmente migliorato e anche con il servizio e la risposta, che sono fondamentali, ho fatto dei passi avanti. Per essere sempre più competitiva, devo essere brava a trovare soluzioni diverse quando le avversarie adottano la tattica giusta per mettermi in difficoltà. Per esempio contro Winter, invece di andare di fretta, cercando subito il controtop, avrei dovuto rallentare, affidandomi al block, e magari cambiare più spesso la direzione dei colpi. Un altro aspetto sul quale lavorare è che talvolta dovrei rimanere più vicina al tavolo, per mettere a frutto meglio il mio gioco, e invece ho la tendenza ad allontanarmi».

Un quarto di finale da dedicare a chi?

«Alla mia famiglia prima di tutto e poi al Centro Sportivo Esercito. Ovviamente ai tecnici Elena Timina e Giuseppe Del Rosso, al preparatore fisico Massimo Oliveri, al mental coach Alberto Cei, al fisioterapista Francesco Viscusi e alla Federazione, che mi sostiene e mi permette di disputare i tornei in giro per il mondo e di aumentare la mia esperienza».

Venendo all'attività di club, il prossimo sarà il tuo quinto anno in Germania?

«Esattamente e cambierò società, passando dal TTG Bingen al TTC Weinheim, vicino a Francoforte. Avrò come compagne, fra le altre, la brasiliana Bruna Takahashi, la croata Mateja Jeger e le tedesche Wan Yuan, con la quale sono già stata a Bingen, e Sophia Klee . L'obiettivo sarà di arrivare fra le prime quattro. Sul fronte degli allenamenti, invece, con Niagol (Stoyanov, ndr) lasceremo Parigi e torneremo in Italia»

Dove sarà la vostra base?

«A Livorno, ho bisogno di fare fisioterapia alla spalla tutti i giorni e lì avrò uno specialista di fiducia, oltre al preparatore atletico. Pensiamo che quella possa essere la soluzione migliore, anche se, a dire il vero, considerate tutte le trasferte per partite, tornei e stage, non è che a casa trascorreremo molto tempo».