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Debora Vivarelli esulta qualificata a TokyoAnche l'Italia del tennistavolo parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo. Oggi la Federazione Internazionale ha ufficializzato i nomi degli atleti ammessi attraverso il ranking e la 28enne altoatesina Debora  Vivarelli, grazie alla posizione conquistata al n. 71 della classifica mondiale, gareggerà ai Giochi.

Ciao Debora, congratulazioni!!!

«Grazie, stamattina stavo dormendo e mi hanno buttato giù dal letto, per comunicarmi che era uscita questa benedetta lista. Mi sono tolta un peso dalle spalle. Mi vengono le lacrime agli occhi ogni volta che ricevo una telefonata da parte di persone che si complimentano e sto ancora cercando di realizzare ciò che è acccaduto».

Come hai vissuto l'attesa?

«Male, come l'ho vissuta nell'ultimo anno. A marzo del 2020 sapevamo che sarei potuta entrare attraverso la classifica, poi a causa dell'emergenza sanitaria tutto si è interrotto ed è subentrata l'incertezza. Questo ultimo anno è stato una tortura».

Come l'hai trascorso?

«La sospensione dell'attività è stata una mazzata, anche se la decisione di posticipare le Olimpiadi è stata giusta, considerando la situazione mondiale in cui eravamo. Ciò che mi ha dato la forza di continuare a crederci e ad allenarmi è stata la consapevolezza che avevo le chance di farcela lo stesso. Abbiamo lavorato molto e bene durante l'estate, sia a livello fisico sia al tavolo. A inizio stagione il rinvio dell'inizio dell'attività agonistica nazionale e internazionale è stato pesante, perchè continuavano ad allenarci senza avere degli obiettivi ravvicinati. Purtroppo poi a novembre ho preso il Covid-19».

Come ti ha condizionato?

«Sono stata 25 giorni a letto e, anche se non mi hanno ricoverata, sono stata parecchio male, con febbre altissima per dieci giorni e dolori alle gambe e alla schiena. Tutto il lavoro svolto in estate è stato vanificato e ho perso completamente il mio tono muscolare . Ho potuto ricominciare a metà dicembre e a gennaio ho ripreso le gare con il campionato e gli Assoluti. Il problema è stato che fisicamente ero a pezzi, mi sono bloccata prima alla schiena e poi mi sono fatta male al ginocchio e non riuscivo a stare al tavolo per più di 40 minuti. Mi sembrava di essere nel corpo di qualcun altro. Dall'altro lato ci tenevo a tornare a giocare, perché eravamo fermi da un anno e c'erano le qualificazioni mondiali ed europee da affrontare. Ho ottenuto dei pessimi risultati, anche se spesso ho perso partite tirate, però ho cercato di tenere duro, avendo sempre in mente l'obiettivo finale delle Olimpiadi. Ora sto meglio e nell'ultimo periodo sono riuscita ad allenarmi di più. Nelle ultime partite di campionato e nella Coppa Italia di ieri a Riccione ho reso secondo il mio potenziale».

Quanto sei felice ora?

«Immensamente, per me, per la mia famiglia, per il mio tecnico Jason Luini e per la società, perché io alla fine scendo in campo, ma il lavoro vero lo fanno loro dietro le quinte. Sono contenta per il Centro Sportivo Esercito, perché senza di loro nulla sarebbe stato possibile, e per la Federazione, che mi ha dato la possibilità di disputare una miriade di tornei in giro per il mondo, per raggiungere la posizione che ho nel ranking, che è quella che mi ha consentito di qualificarmi. Il mio pensiero va anche al coach della Nazionale Maurizio Gatti, che mi segue da quando avevo 11 anni e dunque mi conosce fin da bambina. Siamo cresciuti entrambi, lui come allenatore e io come atleta, ragazza e donna».

Ora dunque puoi guardare al futuro con ottimismo?

«Assolutamente sì, se riesco a giocare con la stessa serenità che mi ha contraddistinto nell'ultimo periodo spero di fare quel salto in più in avanti, che mi sarei sempre aspettata. Questa qualificazione è stata il traguardo non solo dell'ultimo quinquennio. Quanto sono tornata a casa nel 2013 con Jason ci siamo messi al tavolo e abbiamo pensato di puntare alle Olimpiadi. Se non fosse stata quella di Rio 2016 ci avrei riprovato a Tokyo. Lui ha sempre creduto in me, non ha mai smesso anche quando sarebbe stata la cosa più facile da fare».

Si realizza dunque il tuo sogno di atleta?

«Tutti coloro che praticano sport agonistico sperano un giorno di arrivare alle Olimpiadi. Prima vedevo gli altri in televisione e questa volta ci sarò anch'io».

Come sarà l'avvicinamento a Tokyo?

«Prima di tutto avremo gli Europei in Polonia, con il raduno al Centro Federale di Terni dal 9 al 15 giugno e la partenza il 18. Quello sarà un primo test importante, per vedere se potrò dire veramente di essermi ripresa. Se riuscirò a esprimermi al massimo, mi auguro di fare qualcosa di buono».

Come festeggerai la qualificazione?

«Mi prenderò questa settimana libera e nel weekend ho fatto un regalo alla mia famiglia e saremo tutti insieme al lago di Garda, faremo una spedizione di undici persone. Da lunedì sarò di nuovo al tavolo, per cercare di preparare al meglio gli Europei».

Il presidente Renato Di Napoli e il Consiglio Federale si congratulano con Debora Vivarelli per il grande obiettivo raggiunto, frutto di un ottimo lavoro di squadra.