Jamila Laurenti, un argento europeo nato dal lavoro in palestra
- Pubblicato: 17 Luglio 2019
La medaglia d'argento conquistata da Jamila Laurenti ai Campionati Europei Giovanili di Ostrava è stata un risultato storico per il pongismo italiano, il migliore mai ottenuto in una rassegna continentale nel singolare juniores, maschile e femminile.
«È stata un'emozione incredibile - racconta la 16enne reatina - perchè mi sentivo bene, giocavo nel modo in cui volevo e sono riuscita a salire sul podio. È un meraviglioso riconoscimento dell'impegno che profondo tutti i giorni in palestra. La preparazione della trasferta in Repubblica Ceca è stata fatta in maniera perfetta, non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello mentale. Sono sempre andata in campo molto concentrata e ho cercato di non farmi condizionare dai momenti sfavorevoli. Il quarto di finale contro Zdena Blaskova, che oltretutto era la beniamina locale, è stato durissimo. Lei è anche una delle mie migliori amiche. Ci siamo affrontate molte volte e negli ultimi tempi mi aveva spesso messo in difficoltà. Qui è stata bravissima e il suo puntino sul rovescio mi ha dato più problemi del solito. Facevo fatica, particolarmente quando la palla mi arrivava sul diritto. In svantaggio per 3 set a 1 e 5-1 nel quinto parziale ho mantenuto la calma e mi sono imposta di resistere fino alla fine. La semifinale, invece, è iniziata benissimo e i primi due set sono filati via abbastanza lisci. Ero molto grintosa e ho commesso pochi errori. Poi la Kisel si è abituata al mio gioco e ha sbagliato meno. Sono stata lucida e ho portato a casa anche il terzo e il quarto parziale».
La finale contro la polacca Anna Wegrzyn, testa di serie numero 3, riservava parecchie insidie:«L'avevo battuta ai miei primi Europei e poi aveva vinto lei due volte. È un'atleta molto ostica per me, perché mette molte palle in campo e ha una buona mano. Rispetto alle altre avversarie è brava a variare, per non offrire punti di riferimento. Anche se ho perso ritengo di aver giocato bene. Ce l'ho messa tutta e sono contentissima comunque». Le dediche sono ovviamente molte:«A tutta la Federazione, ai tecnici Giuseppe Del Rosso e Maurizio Gatti, al preparatore Massimo Oliveri, naturalmente a mamma Monika e a papà Giovanni, a nonno Giuseppe, che non c'è più, ma per me c'è sempre, al mio primo allenatore Romano Martini e al mio ragazzo Davide (Di Veroli, campione di scherma, ndr). È anche grazie a lui se sono arrivata fino a questo punto. Avere al fianco una persona vincente è di grande sostegno, soprattutto sotto l'aspetto mentale. Qui a Ostrava ci sentivamo, anche con un semplice messaggino prima della partita, che mi aiutava a rimanere sempre concentrata e a non mollare mai. Sono felice di questa medaglia anche per le Fiamme Oro e mi auguro in futuro di ottenere risultati anche migliori di questo, sempre con loro».
L'azzurra ha condiviso la soddisfazione del podio in prima battuta con il tecnico Del Rosso, che la allena al Centro Federale di Formia e la segue in panchina in tutte le trasferte internazionali giovanili. «La medaglia - spiega il coach - è il coronamento di un lavoro durato due anni, da quanto cioè ho assunto la guida del gruppo juniores. Sarebbe stato un vero peccato non centrare l'obiettivo, dopo che nella gara a squadre avevamo effettuato un bellissimo percorso netto ed eravamo usciti nei quarti contro la Francia. In quel confronto non ci è girato nulla a favore e sono convinto che, se avessimo vinto un incontro dei primi tre, la partita sarebbe stata lunga e negli ultimi due singolari avremmo ancora potuto dire la nostra. Jamila era già stata brava in team e nel singolare si è confermata ad altissimi livelli. Dopo i primi due 4-0 contro l'olandese Van Der Zanden e la croata Bardac, sono arrivate due autentiche battaglie, vinte per 4-3 sulla russa Vishniakova sulla ceca Blaskova, che l'hanno portata sul podio e nelle quali ha dato veramente tutto ciò che aveva. La semifinale contro la bielorussa Kisel dopo i primi due set si è complicata, ma Jamila è stata più dura dell'avversaria. In finale la polacca Wegrzyn era rivale scomoda, che varia spesso il gioco, e Jamila ci ha provato in tutti i modi fino alla fine».
Poi un auspicio:«Mi auguro che questo risultato porti uno scossone nel movimento femminile italiano e invogli le donne a cambiare marcia. Noi ci abbiamo creduto e questo argento, arrivato dopo la qualificazione olimpica, è qualcosa di fantastico. Naturalmente va considerato come un punto di partenza. Bisogna non accontentarsi mai e continuare a lavorare. Voglio ringraziare il gruppo di lavoro, che al Centro Federale è composto da Sebastiano Petracca, Maurizio Gatti, e ora anche da Joze Urh, e dal preparatore fisico Massimo Oliveri. Sono felice per la fiducia ricevuta dal direttore tecnico Matteo Quarantelli, la cui scelta è stata sostenuta dal presidente Renato Di Napoli e dal Consiglio Federale. Il mio pensiero, in questo momento di grande gioia, va a tutti loro».