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Daniele Pinto e Antonino Amato a Europei Under 21 2019C'è euforia nel clan azzurro per la medaglia di bronzo conquistata in doppio da Antonino Amato e da Daniele Pinto, guidati in panchina dal tecnico federale Lorenzo Nannoni, agli Europei Under 21 di Gondomar. Un metallo che avrebbe anche potuto diverso, perché la sconfitta in semifinale contro gli sloveni Darko Jorgic e Peter Hribar, poi laureatisi campioni, è arrivata al quinto e decisivo set.

«Nel primo set - ricorda coach Nannoni - abbiamo giocato palle troppo semplici su Jorgic e lui ne ha approfittato. Poi i ragazzi sono stati brevissimi a recuperare la situazione. Peccato per il terzo parziale, perché avremmo potuto portarlo via. In alcuni frangenti qualcosa non ha funzionato. La reazione nella quarta frazione è stata ottima e ci ha portato alla "bella", nella quale abbiamo ancora recuperato fino al 6-6. Gli sloveni hanno chiamato il timeout e al rientro il loro punto del 7-6 ci ha un po' stroncato le gambe, quando invece non c'era ancora nulla di compromesso. Daniele ha giocato un top sul rovescio di Jorgic, che ha bloccato in lungolinea con un tempo un po' diverso e Antonino ha sbagliato. La palla era scomoda, ma si sarebbe dovuto solo metterla di là e Hribar grandi cose non avrebbe fatto, consentendo poi a Daniele di avere una chance. Perso quel punto è come se si fosse inceppato qualcosa, fatto salvo che gli avversari sono stati bravi ad approfittare dell'opportunità che hanno avuto. Siamo felici di questo podio, arrivato al termine di una manifestazione che Antonino e Daniele hanno onorato anche in singolare».

C'è felicità anche nelle parole di Pinto:«Ce l'avevano quasi fatta. Jorgic sul 3-3 ha giocato due belle palline su di me in maniera molto intelligente. Dopo il cambio di cambio siamo risaliti e sul 6-6 loro erano un po' spaesati e hanno chiamato il timeout. Alla ripresa Jorgic è stato bravo a gestire un mio top senza fretta, spiazzando Antonino, che non se l'aspettava. Loro poi hanno conquistato un altro bel punto e, tra un retina e un nostro errore, è finito tutto rapidamente. Dispiace, perché l'inizio non era stato dei più facili, con gli sloveni nel primo set subìto a mille noi un po' tesi a soffrire, poi però avevamo rimesso in carreggiata la partita. Nel terzo parziale sul 10-9 per loro Jorgic, su un servizio di Antonino, mi ha messo una gran palla nell'angolo del diritto, alla quale non sono riuscito a replicare. È stato bravo e freddo a gestire un punto così importante in quella maniera. Ci teniamo comunque stretta questa medaglia in una categoria che proietta verso il livello assoluto. Riprende quella d'argento che avevamo conquistato nel 2016 fra gli juniores. Con Antonino formiamo un buon doppio e anche ai tricolori di Bolzano la scorsa settimana abbiamo impegnato Bobocica e Stoyanov. Spero di continuare a giocare con lui, sono convinto che possiamo ancora toglierci delle belle soddisfazioni».

Amato completa l'analisi del compagno:«Si è trattato di una gara positiva. In finale abbiamo avuto degli alti e dei bassi, ma abbiamo fatto il possibile. Alla fine loro sono stati un po' più bravi di noi e l'hanno spuntata. Abbiamo disputato un bel torneo. Nei sedicesimi eravamo in svantaggio contro il tedesco Engemann e il portoghese Francisco. Io e Dani avevamo appena terminato i singolari e abbiamo impiegato un po' a entrare in gara. Sullo 0-2 ci siamo scossi, perché non accettavamo di uscire subito in quel modo. Pian piano abbiamo rimontato. Negli ottavi quella contro il greco Sgouropoulos e il russo Abusev è stata una sfida complicata, però tatticamente l'abbiamo impostata bene, portandola a casa abbastanza agevolmente. Nei quarti contro il bielorusso Khanin e il polacco Kotowski siamo partiti molto carichi, conquistando i primi due set. Nel terzo siamo un po' calati, ma nel quarto ci siamo prontamente ripresi. È stata una grande partita. Puntavamo a una medaglia e siamo veramente contenti di averla ottenuta».

Anche in singolare Pinto e Amato si sono ben comportati, superando la prima fase a gironi e uscendo nella seconda senza demeritare. «Dovrò lavorare - osserva il novarese - sulla gestione dei punti delicati. In quei frangenti mi sono sfuggite di mano alcune partite. Contro il russo Ivonin ero avanti per 2-0, con l'altro russo Sidorenko sul 2-2 conducevo 10-8 e non ho conretizzato i set-point, con il belga Devos sul 2-0 e 9-8 non ho sfruttato una pallina alta. Anche contro il ceco Martinko, nell'ultimo match, che era comunque ininfluente, al settimo ero in testa per 10-8 e non ho chiuso».

Amato ha vinto il girone dalla prima fase:«Mi sono espresso su un buon livello, vincendo tre autentiche battaglie, sempre con la massima concentrazione, ma non è che il primo posto nel mio gruppo mi abbia favorito. La verità è che il livello in competizioni come questa è talmente elevato, che qualsiasi avversario è durissimo. Nel secondo girone ho iniziato affrontando il tedesco Hippler. Ho disputato un'ottima partita e sentivo dentro di me che avrei potuto portarla a casa. La sconfitta per 4-2, perdendo tre set su quattro tiratissimi, mi ha un po' condizionato nel prosieguo. Se mi fossi aggiudicato quell'incontro gli ottavi sarebbero stati raggiungibili».

I due azzurri si stanno giovando del lavoro che svolgono al Centro Federale di Formia, con lo staff coordinato dal direttore tecnico Patrizio Deniso. «Quest'anno - sottolinea Pinto - sto vincendo molte più partite ed è merito dell'impegno profuso ogni giorno sotto la guida degli allenatori. Sento che il mio gioco è più solido e che il rovescio mi dà più fiducia. Sono più tranquillo quando devo tirarlo e questo nuova sicurezza aiuta il mio modo di stare in campo nel suo complesso. Questo bronzo è un punto di partenza per me e Antonino e ora speriamo fra una decina di giorni di fare bene anche al Challenge Open di Spagna, sia in singolare sia in doppio. Ce la metteremo tutta».

Amato conferma i miglioramenti:«Ci sentiamo in progresso, ci vuole tempo, ma stiamo raccogliendo i frutti. Il percorso è ancora lungo, però i risultati ci confortano sul lavoro che stiamo effettuando. Ora dovremo cercare di ingranare la marcia giusta in ambito assoluto e il torneo che avremo a Guadalajara sarà un'occasione importante, per dimostrare che possiamo ancora crescere. Non vogliamo certamente fermarci a questa medaglia».