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Iin Giappone a YokohamaUna carriera invidiabile sotto ogni profilo. E un vanto per la Sardegna del Tennistavolo. Ha arbitrato di tutto, dai Campionati del Mondo a Squadre in Germania, alla Coppa del Mondo in Italia e vari Open Mondiali
Super Serie. Per intenderci ha avuto a che fare con quasi tutti i primi 100 giocatori delle classifiche mondiali sia maschili sia femminili.
L’arbitro internazionale Emilia Pulina colleziona soddisfazioni con la consapevolezza che tutti i sacrifici fatti, alla fine ripagano sempre. Ultima stratosferica esperienza in ordine cronologico, quella come primo arbitro nella finale del singolo femminile all’Open del Giappone.
La sua storia pongistica comincia a Sassari quando aveva sedici anni. Prima in un dopolavoro del vecchio “Partito Sardo d’Azione”, poi al glorioso Sporting Club Sassari dove ha giocato per circa tre anni “ma  sempre ad un livello abbastanza basso” ci tiene a precisare. Il suo miglior risultato è stato un terzo posto nel doppio misto 3^ cat. ai Campionati Italiani di Napoli, forse nel 1975, con il sassarese, trapiantato a Portotorres, Tore Piga. Sempre verso la prima metà degli anni settanta ha disputato i concentramenti di serie B femminile per l’accesso alla serie A, “miseramente falliti” precisa ancora Emilia Pulina, con le sorelle Careddu. Nel 1976 decide di smettere di giocare e su richiesta dell’allora Presidente dello Sporting Club Sassari, Giovannino Manca, ha frequentato il primo corso per arbitro. “Dopo un lungo periodo di gavetta nel quale ho arbitrato serie D2, D1, C2, C1 – puntualizza Emilia Pulina-  ho sostenuto gli esami per i vari passaggi di categoria a G.A.P., G.A.R., G.A.N. e nel 1998 ad Arbitro Internazionale.

Con l'approdo alla pensione si sono aperti ulteriori spazi di manovra nella tua attività di arbitro internazionale?

Sicuramente con più tempo libero ho la possibilità di potermi muovere senza problemi. Prima utilizzavo tutti i giorni di ferie per impegni arbitrali e non riuscivo mai a riposare. Per anni sono rientrata al lavoro immediatamente dopo qualsiasi manifestazione, sia in Italia che all’Estero e la cosa era abbastanza stressante.

Nell'ultimo anno sei uscita spesso, ci ricordi il tuo giro del mondo nel nome della racchetta e della pallina?

Se per ultimo anno si intende da giugno dello scorso anno la lista è abbastanza lunga: agosto 2013 Open del Canada e Campionati America del Nord a Vancouver, febbraio 2014 Open Kuwait e Open Doha, marzo 2014 Latin American Championships Santo Domingo, Aprile 2014 Open Lussemburgo, maggio 2014 Open Filippine e infine giugno 2014 Open Giappone.
Al solo pensiero c’è da restare impressionati..Diciamo che mi sono “fatta male” da sola perché viaggi così lunghi e impegnativi non possono essere fatti a distanza di pochi giorni. Il prossimo anno vedrò di programmare la mia attività in modo meno  stressante.

Le esperienze che ti hanno coinvolto di più?

Sicuramente la manifestazione più toccante è stata quella di Santo  Domingo, non sul piano agonistico ma su quello emotivo personale.  Infatti ho visto delle situazioni di povertà e miseria che non  immaginavo esistessero ancora. Passavamo dal nostro Villaggio 5 stelle,
fantastico per i turisti, a ghetti e capanne dove vivevano in situazioni estreme famiglie con tanti bambini che chiedevano qualcosa da mangiare e tentavano di venderti qualsiasi cosa (palme, pietre, conchiglie, noci di cocco, etc.) pur di racimolare qualche spicciolo. Montagne di spazzatura accatastate in ogni strada, camioncini semidistrutti che fungevano da mezzi di trasporto, degrado delle costruzioni, servizi essenziali
inesistenti (acqua, luce, manutenzione strade), insomma veramente un “terzo mondo”!

I campioni del Tennistavolo sono molto lontani dai nostri campioni italiani?

Molto, molto, molto lontani.. Per loro il tennistavolo è un lavoro che svolgono con la massima serietà, professionalità, educazione e impegno.

Sotto l'aspetto della disciplina sui tavoli noi italiani come ci raffrontiamo con gli stranieri?

Dipende molto dalla loro provenienza. I più corretti sono senz’altro gli asiatici. Gli italiani hanno lo stesso temperamento abbastanza “acceso” degli europei e dei sud americani.

Cosa significa per te dover avere la valigia sempre a disposizione, una tortura o un piacere?

Quando i viaggi sono troppo frequenti diventa uno stress, ma se lo faccio evidentemente è anche un piacere.

C'è qualche campione internazionale che ti ha colpito in modo particolare?

Il mio giocatore preferito attualmente è il n. 2 del mondo Ma Long anche se rimane la mia vecchia passione per Samsonov……

I souvenir più curiosi che ti sei portata al tuo rientro in Sardegna?

Purtroppo nei miei viaggi non ne posso portare molti per via delle limitazioni del bagaglio. Forse il più carino è un dipinto su tela con disegni tipici della Repubblica Dominicana, molto colorato e di effetto.
Poi ho tante bamboline dei diversi paesi e non mi manca mai la calamita per il frigo con la scritta del luogo visitato! Ah, dimenticavo il vestito tipico delle donne arabe che ho comprato in Kuwait, compreso di velo. Non l’ho ancora messo, ma per il prossimo viaggio in Arabia...

Ma la Sardegna come si pone al cospetto dei bellissimi paradisi turistici che hai visitato?

Per quanto riguarda il mare non abbiamo niente da invidiare al resto del Mondo! Le spiagge sono solo molto più lunghe e inesplorate. Poi certamente il Nord America ha tanto verde, acqua, parchi e giardini curati che a noi mancano. Quello che ho notato in molti paesi (primo il Giappone!) è il rispetto per la natura, la pulizia, l’ordine e la cortesia delle persone, cose che in Italia lasciano un po’ a desiderare..

Sei sempre proiettata verso mete internazionali, ma il tennistavolo sardo continuerai a seguirlo con attenzione?

Certamente. Anzi spero che in Sardegna si riesca ad organizzare qualcosa di internazionale, ma in caso contrario continuerò a seguire tutte le manifestazioni anche a livello amatoriale!

I più bei complimenti che ti hanno fatto durante una partita?

L’ultimo è stato dopo la finale del singolo femminile che ho arbitrato in Giappone, dove uno spettatore mi ha raggiunto alla fine dell’incontro e dandomi la mano mi ha detto: “Complimenti! Bella voce!” (ero  microfonata!). La cosa mi ha fatto ridere perché tutti mi dicono che ho una voce maschile! Poi mi hanno fatto anche piacere i complimenti del Referee Giapponese Yukito Seta.

Nella foto Emilia Pulina con una collega asiatica

(intervista di Gipi Puggioni, uff. stampa Fitet Sardegna)