Intervista a Piacentini
- Pubblicato: 12 Dicembre 2013
Breve trasferta di lavoro per il tecnico della nazionale Valentino Piacentini. In qualità di responsabile della categoria “Allievi”, il bronzo mondiale di Kuala Lumpur resterà quattro giorni a Cagliari per seguire i due azzurrini della Marcozzi Carlo Rossi e Jhonny Oyebode.
Ecco allora l’occasione di una intervista da parte del dinamico GP Puggioni comunicatore per le attività di tennistavolo delle sua regione.
Ti vediamo sempre più spesso in Sardegna. “Oltre al polo di Torino, dove seguo quotidianamente quattro atleti- dice Piacentini - ho in consegna anche i due atleti sardi. Mi sembra doveroso condividere dei momenti con loro anche per dare un segno di continuità alla loro attività internazionale."
Ti stai occupando solo di allievi?
“No, é giusto tenere sotto osservazione anche i più piccoli perché ricevano una linea ben precisa e non si trovino impreparati quando in futuro faranno il salto di categoria.”
Soddisfatto dei primi risultati da quando sei in sella al team della nazionale?
“Qualcosa si sta muovendo, il recente secondo posto nel doppio del duo Rossi/Pinto ne è la dimostrazione pratica. Però c’è da lavorare tanto, i nostri ragazzi devono trovarsi sempre pronti e competitivi per
l’attività internazionale.”
In che senso?
“Solo in quelle situazioni si possono individuare certe lacune. Ed infatti mi trovo qui per correggere alcuni difetti che ho riscontrato nelle loro ultime apparizioni in nazionale. In quei contesti, se l’avversario scopre un punto debole, ti martella incessantemente.”
E qui puoi contare anche sulla collaborazione del tuo amico ed ex compagno di nazionale Massimiliano Mondello.
“Grazie all’ottimo rapporto pluriennale che ho con lui riesco a capire subito come stanno andando le cose in palestra con Carlo e Jhonny. E poi c’è anche una stima professionale che rende il nostro dialogo ancor più
proficuo.”
Di cos’altro hanno bisogno i vostri ragazzi?
“Dovrebbero cambiare prima di tutto la mentalità e solo in un secondo momento concentrarsi sulla tecnica. Ma ci vuole tempo e non bisogna enfatizzare troppo i risultati positivi e tanto meno fasciarsi la testa
se attraversano dei brevi periodi di appannamento. Ci vuole sempre equilibrio.”
A livello internazionale c’è da registrare il bronzo di Leo Mutti nel doppio misto junior.
“Lo giudico un risultato importante. Ma secondo me è ancor più rilevante il suo piazzamento nei primi otto del mondo, considerato che è stato anche l’unico europeo.”