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FIERA1aLo scorso anno durante i Campionati Italiani di Riccione, scrivemmo un articolo che molti apprezzarono, altri meno, ma che fu premiato dalla curiosità di oltre 8mila contatti in questo sito, su un episodio antieducativo che personalmente giudicammo grave, accaduto durante la fase finale del torneo di IV categoria. Purtroppo ieri sera a Riva del Garda è accaduto qualcosa di simile, se non di peggiore, durante uno degli incontri, esattamente un ottavo di finale del singolo maschile IV, tra un giocatore più o meno cinquantenne  ed un quindicenne. Nell’incontro al quale abbiamo assistito, arbitrato da un giovane atleta come prassi consolidata nel nostro sport fino ad una certa fase, ma seguito da bordo campo da un attento arbitro coordinatore, il giocatore “vecchio” ha tenuto per tutta la sua durata un atteggiamento assolutamente provocatorio e di messa in ridicolo non solo della situazione contingente ma anche in qualche modo secondo noi  dell’intero movimento con una serie di gesti che nulla hanno a che fare con il consueto esultare dei giocatori, più o meno rumoroso e/o aggressivo, in occasione dei punti vincenti. Tale atteggiamento provocatorio ha evidentemente coinvolto in qualche misura anche il quindicenne che ovviamente non ha tratto il meglio dall’esempio che aveva davanti, aumentando i toni delle sue esclamazioni oltre le righe tentando di contrastare non solo con le giocate chi gli stava davanti. La ciliegina sulla torta c’è stata quando al quinto set il giocatore cinquantenne, durante la fase finale che è andata avanti punto a punto fino al 15-14 per il giocatore più giovane, all’improvviso se ne è andato. Durante questi punto a punto l’arbitro coordinatore interveniva direttamente e correttamente per sanzionare col cartellino giallo l’atleta più vecchio per motivi disciplinari. Sul 15-14 l’atleta cinquantenne dopo aver alimentato ed interpretato il suo show per tutta la partita pensava bene di ritirarsi e con un ennesima provocazione salutava tutti ed usciva dal campo non senza, a quanto ci risulta, aver prima ricordato all’arbitro coordinatore che avrebbe fatto in modo di rovinargli la carriera arbitrale grazie alle sue conoscenza altolocate.

Questo breve resoconto, sul quale noi per primi ci vergogniamo di insistere, soltanto per confortare le diverse mamme, giocatrici alcune, spettatrici altre, che ci hanno avvicinato durante ed al termine di questo incontro per lamentarsi di ciò che avevano visto definendolo un circo del quale sperano i loro figli non siano costretti a fare parte. Il tennistavolo e la Fitet non hanno nulla a che fare con atteggiamenti di questo tipo, totalmente diseducativi, provocati, per fortuna in casi sporadici su centinaia di partite, ma comunque ricorrenti, dalla commistione di adulti e bambini che personalmente chi scrive non ha mai condiviso pur sapendo che una più netta divisione generazionale comporterebbe riforme epocali delle categorie di questo sport che lasciamo ad altri più esperti  di noi ipotizzare. Ciò non toglie che vadano pensati e messi in campo da parte di tutte quante le componenti più strumenti possibili per far sì che chi ha atteggiamenti di questo tipo possa giocare  esclusivamente con i propri coetanei non avendo gli strumenti di cultura sportiva ed educativa idonei a stare all’interno del movimento così come è strutturato.

di Corrado Attili