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guidoaliberti Questa mattina sono stato avvertito che era accaduta una cosa terribile. Guido Aliberti ci ha lasciato, il “conte” come era da tutti affettuosamente chiamato nel mondo del tennistavolo, ha deciso che la sua esperienza terrena poteva chiudersi qui. In queste occasioni veramente non si sa che dire. Personalmente voglio ricordarlo per le tante volte che con lui ho condiviso un po’ di tempo, da quando lo conobbi a Jesolo nel 2005 e mi si presentò come “uno dei giocatori italiani di tennistavolo più forte di tutti i tempi che come addetto stampa avrei dovuto seguire con grande attenzione” a quando come giocatore del San Giustino lo invitai un paio di anni fa alla trasmissione televisiva “Sport & Sport” dove si presentò con tanto di giacca e cravatta e lo intervistai per più di mezz’ora e fece veramente un figurone raccontando aneddoti ed episodi che gli fecero conquistare le simpatie di tutti quanti lo ascoltarono, dando una immagine così bella e positiva del tennistavolo come ho visto e sentito fare da pochi . Lo ricordo, come tutti, anche nelle tante occasioni in cui non era riuscito a controllare il suo istinto e magari aveva buttato per aria il tavolo come a Conversano o aveva reagito in maniera poco urbana con qualche avversario come a Riccione quest’anno. In queste occasioni subendo anche molte critiche abbiamo cercato di proteggerlo, di farlo ragionare, di stargli vicino, di ricordagli la necessità del rispetto delle regole che spesso gli stavano strette, ma forse è stato troppo poco. Forse potevamo fare di più. Forse valeva la pena fargli spaccare qualche tavolo in più e poterlo far restare con noi più a lungo. Ora non possiamo fare altro che piangerlo. Ciao Guido.

La Fitet, a nome di tutto il movimento esprime le sue più sentite condoglianze alla famiglia ed ai tanti amici che il Conte aveva  saputo conquistare in tanti anni di tennistavolo vissuto più col cuore che con la testa come un po’ tutta la sua vita.