franco sciannimanico Anticipiamo come sempre l'Editoriale, stavolta redatto con la forma dell'intervista, con cui il Presidente apre l'ultimo numero della rivista, ottobre n.5, in corso di spedizione in questi giorni.

Al centro del mio impegno le persone
di Franco Sciannimanico

Presidente Sciannimanico, o meglio Franco come ti fai chiamare amichevolmente da tutti, siamo giunti alla fine del tuo secondo mandato alla guida della Fitet.

 
Da cosa sono stati caratterizzati questi quattro anni?

“Credo che questo secondo mandato, quanto mai intenso, abbia confermato il trend positivo del precedente quadriennio, con una sensibile crescita della pratica sportiva, testimoniata dal complessivo aumento delle attività e della loro partecipazione. Ci sono state una serie di iniziative, che avviate nel primo quadriennio sono state potenziate e definitivamente realizzate con successo come il Progetto Giovani che oggi risulta essere un fondamentale punto di riferimento per tutte le società sportive, attraverso l’opera dei Comitati Regionali.”

 

Quali momenti vorresti ricordare?

“Direi intanto la costante crescita di partecipanti alle nostre attività agonistiche che sia in ambito territoriale che nazionale si è dimostrata notevole. Il nostro “matrimonio” con il Tennistavolo Paralimpico, con grande onore ereditato dal CIP, che ha spinto il Consiglio Federale a sviluppare l’impegno sportivo con la creazione del Centro Federale Paralimpico di Lignano. La convezione con l’Aeronautica Militare che ha condotto all’arruolamento nel Gruppo Sportivo di alcuni nostri atleti Nazionali. I risultati degli atleti delle Squadre Nazionali (il titolo Europeo di Mutti, le Qualificazioni ai Giochi Olimpici, le medaglie ai Campionati Europei Assoluti e Giovanili).

I tanti riscontri della attività territoriale del Progetto Giovani che si è evoluto trovando piena collaborazione di tante società sportive. Infine, ma certamente l’elenco potrebbe continuare, Il Consiglio ha riconosciuto un forte impulso alla formazione professionale dei tecnici perché è maturata la forte convinzione che l’acquisizione di conoscenze ed l’aggiornamento permanente possa contribuire a creare tante piccole imprese sportive all’interno delle società.”



In quale modo il Consiglio Federale ha interpretato il proprio ruolo istituzionale?

“Una federazione sportiva è una Organizzazione di Diritto Privato che deve essere gestita oggi in termini manageriali. Nostro compito è stato e sarà sempre quello di esaltare il valore della pratica sportiva ed il contributo dei praticanti. Dunque grande attenzione alla gestione del budget nel segno di una sempre maggior efficacia del proprio intervento.”

 

Questa attività si è tradotta in un vero proprio indirizzo strategico?

“Non vi è dubbio che il principale obiettivo risiedesse in una crescita qualitativa e quantitativa dell’organizzazione della pratica sportiva del tennistavolo con un maggior coinvolgimento delle strutture territoriali e delle società sportive. Non ci dimentichiamo dove ci si ritrovava a giocare fino ad otto anni fa, in situazioni difficili che oggi quasi non esistono più. Abbiamo privilegiato l’utilizzo delle risorse per la pratica sportiva. Ci siamo impegnati anche, ma non soltanto, nell’organizzazione di eventi di grande spessore, dei campionati italiani individuali, che rappresentano una grande vetrina del nostro sport, corteggiata ormai dalla più importanti località turistiche. In tutti questi progetti abbiamo coinvolto, spesso con condivisione di responsabilità, atleti, dirigenti, ufficiali di gara, famigliari. Tanto per rimanere nel concreto.”

 

Dal punto di vista finanziario come è stata ed ormai è organizzata la Federazione?

“Il CONI ed il CIP finanziano una serie di attività che garantiscono la pratica sportiva agonistica, la cosiddetta attività di alto livello e preparazione olimpica, il funzionamento della struttura federale e il costo del personale amministrativo. Il nostro lavoro di sintesi di tutto ciò, si è realizzato nel rendere sostenibili tutte queste inderogabili necessità, cioè di valorizzazione delle risorse umane, di contenimento dei costi, di sviluppo di progetti di pratica sportiva. Oltre a queste entrate istituzionali ci sono poi quelle derivanti dalla attività sportiva (dai nostri praticanti). Esse sono contenute ed è bene che lo siano, perché i costi non debbono gravare sui contribuenti diretti. E’ un piccolo esempio di Italia che grazie alla collaborazione produce un immenso lavoro senza gravare “sui soliti noti”. E’ giusto dire che gli Eventi Speciali sono stati sostenuti da sponsor che di volta in volta sono stati coinvolti nei progetti. Il nostro impegno si è espresso con l’obiettivo di far conoscere all’esterno, e intendo ai Media, alle Istituzioni, agli sponsor, il grande lavoro che i tecnici delle società svolgono su tutto il territorio nazionale per creare le condizioni di crescita e di affermazione del nostro sport sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.”

 

Immagine, comunicazione, marketing, fattori importanti di crescita?

“Direi proprio di sì. Il Consiglio Federale ha progettato e realizzato una serie di azioni tese a creare una immagine positiva del tennistavolo e della sua federazione di riferimento; ad identificare nuovi potenziali investitori; a favorire la crescita organizzativa e gestionale degli eventi agonistici federali; a promuove una cultura della comunicazione manageriale presso i nostri dirigenti e portatori di interesse. I progetti hanno consentito di comunicare verso l’esterno attraverso le tante ore di tennistavolo trasmesse da Rai Sport, le periodiche uscite sui principali quotidiani sportivi, il lavoro costante e capillare che svolgono sui media locali i nostri comitati ed i nostri club più organizzati. Verso l’interno è stato fatto un lavoro costante ed è il tipo di comunicazione che ha avuto maggior riscontro grazie al quotidiano apporto del nostro sito web ed alla puntualità di contributi proposti dalla Rivista “Tennistavolo”.

 

Passando alle competizioni, su questo fronte ci sono state molte novità?

“E’ stato uno degli obiettivi principali del quadriennio. La struttura delle competizioni individuali e di squadra è stata ripensata, rielaborata in relazione alle esigenze dei praticanti. La quantità di eventi competitivi è decisamente cresciuta così come il numero degli atleti che vi hanno partecipato. Tra le novità più rilevanti ricordo la creazione della Quinta Categoria, la riorganizzazione dei tornei di categoria con ammissione tramite Ranking, la riorganizzazione dei Tornei Giovanili, l’organizzazione dei Tornei Paralimpici. Su tutto ciò abbiamo un’ampia documentazione con dati precisi che testimoniano anche nei numeri queste mie affermazioni.

 

La politica organizzativa del Consiglio Federale ha avuto una reale ricaduta?

“Debbo dire che l’impegno nei confronti delle società sportive e dei Comitati sia sotto gli occhi di tutti. In particolare il fattore di maggiore vitalità di queste relazioni, si è rivelato proprio il Progetto Giovani, che attraverso personali rielaborazioni di ogni organizzazione, ha favorito l’attivazione di nuove esperienze sportive qualificate. Ne vorrei riconoscere un paio di riscontri: la pratica di competizione del settore giovanile si è praticamente raddoppiata, con particolare rilievo di quella delle giovani atlete; la pratica sportiva del settore Veterani si è stabilmente affermata e sviluppata in tutte le regioni, tanto che ora si organizzano in Italia anche eventi internazionali di categoria. Infine è ampiamente cresciuto il numero di eventi, di attività promozionali organizzati dalle strutture territoriali, con una particolare attenzione alle proposte scolastiche. Certamente non in tutto il territorio nazionale questo feedback esprime caratteristiche omogenee: vi sono realtà più attive altre meno. Ma questo, credo, possa essere una sfida ulteriore ”

 

Come può essere brevemente sintetizzato il criterio con il quale il Consiglio Federale ha deciso, scelto di utilizzare le risorse disponibili?

“E’ stato un percorso molto articolato e responsabile che ci ha dato notevoli soddisfazioni. Posso meglio esprimerlo con un esempio. Le risorse dedicate alle attività di Alto Livello sono state utilizzate agendo su un ampio profilo di interventi: non ci siamo in effetti limitati alle attività degli atleti Big (che per il vero ci hanno portato grandi risultati) ma lo abbiamo “spalmato” su tutto il processo formativo dell’atleta: dal reclutamento, alla selezione, all’avviamento allo sport, alle attività delle Squadre Nazionali. E di conseguenza le risorse sono state orientate rispetto le azioni che esprimevano queste scelte: 16% per incentivazioni ai Comitati Regionali per il Progetto Giovani, per attività a loro dedicate; 28% per incentivazioni alle Associazioni Sportive; 28% per Attività Squadre Nazionali Giovanili; 28% per attività Squadre Nazionali Assolute. Se poi oltre alle percentuali vogliamo comprendere ciò che è stato fatto, allora dobbiamo elencare tra le attività dei Comitati Regionali quelle riconducibili all’attività territoriale (stages, competizioni promozionali e agonistiche, eventi promozionali, corsi, seminari di aggiornamento e formazione dei tecnici sportivi), e quelle riconducibili all’attività nazionale (campus, competizioni dedicate, corsi, seminari di aggiornamento e formazione dei referenti tecnici territoriali). Se vogliamo comprendere la frequenza di quanto sia stato fatto, dobbiamo verificare che solo nell’ultimo anno abbiamo organizzato uno stage mensile su base regionale, bimensile su base zonale; abbiamo effettuato interventi diretti presso le società sportive degli atleti azzurri al ritmo di uno alla settimana; abbiamo organizzato tre Campus di livello nazionale e due competizioni sempre su base nazionale.”

 

Per partecipare a tutto ciò le società sportive sono state incentivate?

“Certamente, soprattutto quelle che hanno lavorato di più. Abbiamo incentivato le società con una serie di percorsi molto precisi: il Premio “Elia Mazzi” che ha distribuito 70.000 euro a 40 società sportiva per la pratica sportiva giovanile; abbiamo erogato un contributo di 25.000 euro per la partecipazione alle gare a squadre nei Campionati Italiani Giovanili; con il Premio “Gino Mario Cini” abbiamo sostenuto le società sportive nella loro pratica sportiva di categoria; abbiamo ideato un contributo di incentivazione all’utilizzo di Sparring per 66.000 euro; abbiamo destinato 25.00 euro a borse di studio per atleti in età di scuola superiore.”

 

Tutto questo lavoro si è tradotto in una serie importante di risultati?

“Sempre si può fare meglio ma crediamo di poter andare fieri dei risultati raggiunti dai nostri atleti che sono tornati su podi che non frequentavamo da decenni. Volendo fare un elenco ti ricordo: la medaglie d’oro di Leonardo Mutti nel singolo maschile cadet 2010; la medaglia di bronzo agli Europei Giovanili 2010 con Mutti e Alessandro Baciocchi nel doppio maschile cadet; la medaglia di bronzo nella gara a squadre junior ai Campionati Europei 2012; la qualificazione ai Giochi Olimpici della Gioventù a Singapore di Mutti e oltre 30 medaglie in competizioni internazionali per quadre nazionali giovanili. Per quanto riguarda invece le nazionali maggiori abbiamo vinto l’oro ai Giochi del Mediterraneo 2009 con la squadra femminile, l’argento nel doppio femminile agli Europei 2009 bissando la stessa medaglia del 2008, abbiamo qualificato due atleti, Bobocica e Monfardini, alle Olimpiadi di Londra 2012. C’è da dire anche che abbiamo avviato un progetto di ringiovanimento che già vede una integrazione efficace tra le nostre squadre giovanili e quelle assolute, un progetto che crediamo già a medio termine si rivelerà portatore di soddisfazioni. Nella maschile il ricambio già avvenuto ci consente di avere un gruppo già fortemente competitivo mentre nel femminile il processo è più complesso e stiamo cercando di risolvere alcune problematiche esistenti.”

 

Infine uno sguardo all’attività Paralimpica?

“E’ un settore al quale abbiamo dedicato da subito grandi attenzioni nell’intento di continuare e se possibile migliorare le prestazioni ed i risultati. Alcune scelte sono state adottate con immediatezza per le Squadre Nazionali con la creazione del Centro Nazionale di Preparazione di Lignano Sabbiadoro, l’organizzazione di raduni per 10 giorni al mese, l’incentivazione all’utilizzo di sparring per gli atleti di interesse internazionale: Poi abbiamo potuto agire anche per il complesso del movimento introducendo incentivazioni per le società sportive, organizzando altri eventi importanti (Lignano Master Open, Campionati Italiani, Tornei Nazionali), e promuovendo incentivazioni ulteriori.”

 

E gli atleti Paralimpici hanno ricambiato con una serie lunghissima di medaglie?

“E’ vero, sono sempre puntualissimi nel salire sul podio e per citare solo quelle più importanti hanno riportato ai Campionati del Mondo in Corea 2010, una medaglia di argento e una medaglia di bronzo. Il titolo europeo con Pamela Pezzutto ai Campionati Europei di Spalato 2011, si sono qualificati in 12 per i Giochi Paralimpici di Londra dove sempre la Pezzutto ha conquistato l’argento nel singolo ed abbiamo disputato la finale a squadre per il bronzo. I tecnici di questo settore, che approfitto per ringraziare al pari degli altri, che non ho citato prima, quelli cioè delle nostre nazionali giovanili e assolute, stanno lavorando con grande impegno avvicinando al nostro sport anche un nuovo gruppo di giovani che potranno infoltire le fila di questi atleti speciali di cui andiamo tutti molto orgogliosi.”

 

Sappiamo – non è un mistero - che hai intenzione di ricandidarti al terzo mandato: che cosa ti senti di immaginare per un futuro impegno di Consiglio Federale?

 

Credo senz’altro di voler mettere al centro del mio impegno le persone, non solo quelle con cui abbiamo costruito in questi anni una Organizzazione solida. Ma anche coloro i quali con cui non sono ancora riuscito a confrontarmi e collaborare. E che silenziosamente si dedicano quotidianamente al tennistavolo. Non mi piace fare proclami ma semmai di parlare di idee realizzabili.

Mi pare di dover portare all’attenzione di tutti che all’interno del nostro movimento in effetti i portatori di interesse sono numerosi, non sempre con esigenze simili. Chi si occupa di sport dei giovani, chi di quello agonistico dei meno giovani, i cosiddetti veterani. Chi ha tempo, voglia, capacità per occuparsi della propria società sportiva. Chi riesce anche a mettere a sua disposizione la sua esperienza per la comunità, all’interno dei Comitati.

E’ giunto il momento di uscire dall’equivoco che la parola tennistavolo rappresenti una unica anima: forse è meglio immaginarsi realtà diverse, velocità diverse, interessi differenti. Soprattutto responsabilità di diversa entità. Pensa quanto possa essere complesso gestire gli atleti più bravi, al contrario quanto possa essere più praticabile avviare dei giovani. Sono entrambi impegni importanti: il secondo alla portata di diverse fra le nostre società; il primo, temo, a pochissime.

Ciò dovrebbe condurci a creare due profili almeno: lo sport a tempo pieno vicino ad un modello professionale, al quale prestiamo grande attenzione come anche il recente accordo con la Marina Militare dimostra, che forse oggi è realmente proprio di un ridotto numero di persone; lo sport per tutti che invece è assai più vicino alle sensibilità della maggior parte dei praticanti.

Ho, o meglio abbiamo in mente, una chiara evoluzione organizzativa che orienti le risorse in modo chiaro verso queste due espressioni del tennistavolo in Italia.

Una sfida che l’attuale Consiglio Federale ha reso possibile e che il prossimo dovrà affrontare.

D’altronde se vorremo perseguire da una parte i risultati con la Nazionale Assoluta e dall’altra far crescere il numero di praticanti, dovremo avere percorsi assolutamente diversi: il primo concentrico poiché dovrà essere proprio la Federazione motore e responsabile del cambiamento; il secondo invece del tutto eccentrico perché dovrà veder protagoniste le società sportive.

Non immagino qualcosa di scontato e semplice, al contrario. Il Consiglio Federale dovrà spendersi in una eccezionale opera formativa. Oggi non saremmo del tutto pronti.

Questa Visione profilerà grandi novità in tutti i settori, soprattutto quello agonistico che ha raggiunto una sorta di saturazione (per eccesso di impegni). Semplificando potrei dire che sceglieremo le competizioni adatte a seconda delle esigenze e della disponibilità “delle tasche”.

L’area tecnica federale subirà - anzi usiamo il condizionale, ci dovrà pensare il nuovo Presidente! – una riorganizzazione che prevederà due livelli di attività (Full time Alto Livello – Attività Giovanile U15) con strategie che si richiamano all’Alto Livello ma prevedono scelte organizzative assai diverse. Abbiamo già da un paio d’anni anticipato questa idea ma il nuovo quadriennio porterà anche ad una nuova responsabilità bipartita (Due Direttori Tecnici, uno per il profilo Full Time ed uno per quello U15).

Scelte che cercano di interpretare al meglio il mandato che il CONI, il CIP, il nostro Paese ci hanno riconosciuto e che si esprime non solo nella ricerca di risultati al più elevato livello internazionale ma anche nello sviluppo della funzione sociale, aggregativa, educativa dello sport.

Un segnale che viene rivolto al mondo sportivo e quindi anche a noi. E che a mio parere deve essere affrontato con meno speculazioni e più fatti. Con meno controversie e più voglia di lavorare insieme.

Oggi partirei con una idea anche un poco provocatoria: il primo progetto dovrà essere indirizzato ad incentivare la promozione dello sport al femminile. Ecco da qui dovrebbe partire il cambiamento.