jozeDai primi di settembre Joze Urh è il nuovo Direttore Tecnico della Slovenia, il suo Paese. Una nuova sfida per nuovi obiettivi dopo sei anni passati in Italia, in molte occasioni vincendo con la maglia azzurra dei vari Rech, Pavan, Mutti, Baciocchi. Seretti, Pinto ecc.

Vedere Joze a Bordighera schierato al fianco dei suoi atleti dall'altra parte dell'Italia, lo devo confessare, mi ha fatto un certo effetto. Ma lo sport è anche questo, cambiare per inseguire sogni e successi e Joze lo aveva saputo fare anche un po' di anni fa quando accettò le proposte della Fitet, una fiducia che ha ripagato ampiamente. Un uomo col quale il tennistavolo italiano ha condiviso esperienze e successi e al quale guarderemo sempre tutti con grande rispetto e stima per il suo impegno, la sua simpatia e la qualità del suo lavoro.

Joze Urh che esperienza è stata quella di questi anni in Italia?

»Nel 2006 e` venuto da me Franco Sciannimanico e mi ha fatto la proposta di tornare in Italia come responsabile dei maschi, dagli allievi in giù. Devo dire che in quella riunione fui subito colèpito dal grande entusiasmo di far bene, di grande voglia di ricostruire  un settore giovanile, ho visto una federazione con delle ambizioni, dopo un po' supportate anche da risorse economiche che permettevano di svolgere un lavoro in una certa maniera programmata e proiettata da lì a qualche anno in avanti. Da questo punto di vista Franco, come lo chiamano tutti,  ha cambiato la federazione completamente. Ha capito che le risorse economiche dal Coni non bastavano, che per fare un lavoro bisognava trovare anche degli sponsor che però non arrivavano da soli ma invece bisognava andare a  cercarli e trovarli e per tutto questo ci voleva anche una certa immagine. Lui ha dimostrato di aver capito che bisognava curare anche questo aspetto. Quello che pero interessava a me era di poter svolgere il mio lavoro come volevo io e di aver carta bianca quando si trattava  di cose tecniche nel mio settore.
Ho avuto la fortuna di aver preso subito dall'inizio giovani come Marco Rech Daldosso,  Leonardo Mutti, Damiano Seretti, Alessandro Baciocchi, Federico Pavan etc. Che oltre ad avere un tasso tecnico molto buono hanno anche deciso di dedicarsi a questo sport a tempo pieno. Nonostante tantissimi problemi che ti mette di fronte la scuola in Italia sono comunque riusciti a trovare un equilibrio per farla bene e nello stesso tempo riuscire a svolgere anche il nostro programma. Con certi di questi ragazzi in un anno ho passato piu` di 130 giorni. Questo solo per dare un'idea e far capire l'importanza del lavoro.
Inutile rielencare i risultati adesso perche li sappiamo tutti. Ce ne sono stati buoni e anche, a volte, non buoni. La responsabilità è stata sempre la mia e mi le prendo tutto sulle mie spalle.  Quello che voglio sottolineare e che ho cercato di far diventare questi ragazzi atleti veri, che sapessero vincere però anche perdere, che riuscissero ad imparare anche dalle sconfitte nelle quali sempre ci sono anche cose buone, che essere un atleta vuol dire vivere uno stile di vita ogni giorno, che in ogni singolo allenamento si deve lavorare per fare bene subiti, la settimana dopo ma allo stesso tempo far bene per cercare di essere giocatori bravi e veri anche quando diventeranno senior. Per ottenere queste cose non bastava solo il lavoro in palestra ma anche tutto quello che succedeva nel cosiddetto tempo libero. I ragazzi, come è normale, avevano  caratteri molto diversi e bisognava trovare punti di interesse comuni. A volte ce stata la partita di carte a briscola, a volte le mitiche partite di calcetto, a volte varie scommesse di vari scherzi dove però tutti cercavano sempre  di vincere. In questi casi hanno imparato l'importanza di fare gruppo che in uno sport individuale come il nostro non è sempre facile. La figura da battere ero spesso io, tutti contro di me…e si divertivano..anche se le regole le davo io e spesso vincevo di conseguenza.hahaha.
Sono contento che molti di questi ragazzi oggi facciano la parte della nazionale assoluta. Oggi L'Italia ha una nazionale maschile assoluta molto giovane e una delle piu` promettenti in Europa. Lo dicono tutti anche all'estero.
Anche dietro nella categoria allievi e ragazzi abbiamo  tanti giovani bravi e del tutto competitivi con i migliori giocatori europei. Per cui nel settore maschile non c'è nessun problema se si lavorerà bene  con i migliori allenatori e con obiettivi ben precisi come siamo riusciti a fare in questi anni.
Diversa la cosa nella femminile dove a mio avviso si e` rimasti addormentati per troppo tempo sui risultati delle big…solo ultimamente si e` cominciato  a lavorare con le giovani per un obbiettivo a lungo termine. Le ragazze sono molto brave pero` ci vorrà un pò di tempo ancora. Che altro dire... questa e` stata la mia esperienza piu` bella. Mi sono divertito, anche quando non è andato tutto liscio.«
 
Per te grandi successi riconosciuti da tutti con i nostri giovani. Cosa si poteva fare di più e quali consigli puoi dare ai tuoi successori?

»E` vero che sopratutto all'estero tutti riconoscono i miei risultati, il cui merito lo voglio sottolineare va condiviso con tutti i miei collaboratori e anche con tutti quanti hanno lavorato per il settore giovanile. Questo viene evidenziato da come molti di tante nazioni mi chiedono consigli sul come siamo organizzati oppure se potevano venire in Italia ad allenarsi con noi etc. E poi un altro significato molto importante sono le offerte di lavoro e lo capisci quando i vari dirigenti ti si avvicinano e scopri che ti hanno seguito gia` da un po' e sanno tutto  su di te e del tuo lavoro.
Pero` mi ricordo anche quando all'inizio non era così. I nostri primi  successi  li davano piu` come un caso oppure pensavamo... tanto prima o poi questi si fermano. A grandi linee non ci prendevano sul serio.
Da questo punto di vista il successo di Leo è stato decisivo per cambiare l'atteggiamento nei nostri confronti, completamente. Hanno capito che siamo capaci di portare le cose fino in fondo, che siamo stati capaci di strappare un titolo Europeo ai Francesi in una gara di singolo alla quele loro tenevano moltissimo e che per un pò di anni nessuno era riuscito in questo. Hanno capito anche che lavoro abbiamo fatto con Alessandro Baciocchi che da zero e` diventato del tutto competitivo con i migliori giocatori Europei. E tutto a un tratto e` cambiato. Adesso tutti ci guardano con molto rispetto. Questi giocatori italiani, Mutti, Baciocchi, Seretti ed ora anche Pinto sono molto stimati.
Mi chiedi se potevamo fare di più. Sempre si può fare meglio. Considerando che pero` non abbiamo un centro federale fisso, non credo si potesse fare piu` di tanto. Pero` questa che riguarda il centro e` una scelta  della federazione e non dipende solo da me. Io ho dovuto lavorare dentro il sistema attuale. Forse qualche piccolo rimpianto ce l'ho solo per Baciocchi che per via di tanti problemi non ha avuto la possibilità di svolgere un tipo di allenamento sempre di alto livello perchè lo considero un giocatore con delle enormi possibilità. Sono stato molto contento della medaglia di bronzo conquistata da Mutti, Baciocchi e Seretti a Vienna perchè significa che stiamo continuando sulla strada giusta, così come esserci salvati in prima fascia con i cadetti col punto decisivi di un esordiente come Daniele Pinto, credo resti un grande risultato«

Quali sono i ricordi più belli di questi anni?

»I ricordi piu` belli sono tanti e diversi. Sono quelli legati ai risultati che rimangono evidenziati da qualche parte e poi sono quelli non scritti che sono le relazioni personali con i mie amici allenatori, dirigenti e quelle piu` importanti tra me e i giocatori. Questi raporti sono sempre stati di un livello... al di sopra. Abbiamo sempre risolto tutti i problemi con il dialogo. Per questo non ho mai avuto problemi ed e` la cosa della quale sono molto orgolioso.
Di consigli per il futuro non voglio darne. Uno che si dimette non ha diritto  di continuare a dare i consigli altrimenti non mi dimettevo e continuavo a lavorare. Molti lo fanno, vanno via e continuano a parlare, parlare... A me sembrano le cose di basso livello.  Certamente sarò sostituito da gente esperta e con loro idee molto chiare. Se poi un giorno qualcuno volesse chiedermi  qualcosa….ben volontieri…ma potrei averne bisogno anch'io.«.

Ora la Slovenia. Una scelta fatta col cuore o con la testa? Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

»Slovenia. Scelta di testa. Perche di testa? Perche` nella mia vita ho lavorato più in Italia che in Slovenia. In Italia ha passato ben 18 anni. Chi mi conosce sa che ormai ho piu` una mentalità Italiana che Slovena... quante volte abbiamo scherzato sul... tu dai schiaffo che a lui piace... Pero` e` arrivato il momento in cui ho dovuto fare anche un po di calcoli. Oggi ho piu` di 50 anni ed il Ministero dello Sport in Slovenia ha deciso di offrirmi un contratto di 4 anni che rappresenta un progetto ed una retribuzione destinata ad ex atleti di alto livello e che anche come allenatori hanno ottenuto risultati di livello internazionale. Valutando e calcolando le cose alla fine ho deciso di accettare come sai già dagli Europei di Vienna quando ho avvertito anche la Federazione che sareebbe stato il mio ultimo impegno italiano.
In Slovenia sarò una specie del direttore sportivo per il settore giovanile e nello stesso momento anche allenatore ed il ct della nazionale. Sempre giovanile che comprende maschile e femminile. La ragione che li ha fatti decidere a richiamarmi è perche` si sono accorti che l`ultima volta che si e` lavorato bene era stato con me negli anni 2001-2006 quando disponevamo di un centro federale e la nazionale assoluta femminile vinse agli Europei l`unica medaglia di bronzo a squadre nella storia della Slovenia e Tokic ha fatto un salto di qualita che l`ha catapultato nella classifica mondiale dal 150 al 38 in 2 anni.
Quando abbiamo chiuso il centro ed io sono andato via  si era fermato tutto. I dirigenti sloveni pensavano allora che i risultati potessero arrivare da soli, che si puo lavorare solo con allenatori part time che lavorano nelle societa e poi non hanno mai tempo di andare via con la nazionale senza parlare poi di fare i necessari raduni continui.
Oggi si sono accorti che anche Tokic ha una certa età e che fra un po' bisognerà affiancargli anche dei giovani nuovi che però nel frattempo non ci sono. Il nuovo Presidente è molto ambizioso e ha voglia di aprire di nuovo un centro fedrale  per i giovani dove si potrà andare a scuola e il pomeriggio ci si allena. Quest'anno non si potrà fare ancora, per cui dovrò girare un po' dappertutto. Cercherò di stabilire due punti fissi uno a Lubiana ed uno a Maribor dove due volte a settimana si troverebbero tutti i migliori giocatori della zona. Un giorno a settimana farò le visite nelle società. Questo è il mio programma iniziale poi...come sempre ci vorrà anche fortuna. Vedremo….. Ciao e grazie a tutti.«