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La nostra squadra nazionale juniores femminile e` stata ospitata dalla squadra Ungherese al raduno nel loro centro olimpico a Tata vicino Budapest dall'8.11. al 12.11 2010. Oltre la squadra Ungherese che ha partecipato con 10 giocatrici era presente anche la squadra Serba.  Da parte nostra abbiamo partecipato con: Debora Vivarelli, Elisa Trotti e Chiara Colantoni e l'allenatrice responsabile della nazionale juniores femminile Andreja Ojstersek Urh alla quale abbiamo fatto alcune domande per farci raccontare l'esperienza.

Andreja come hai organizzato il lavoro delle ragazze?

»Gli orari delle giornate sono stati i seguenti:

    Sveglia alle ore 6.30
    Footing alle ore 7.00  (Corsa 2 km.)
    Colazione 7.30
    1. allenamento dalle 8.30 – 10.30
    Preparaz. Fisica dalle 10.45 – 11.30
    Pranzo alle ore 12.00
    2. allenamento dalle ore 14.30 – 16.30
    Studio dalle ore 16.45 – 18.00
    Cena alle ore 18.00
    3. allenamento dalle ore 19.30 – 21.00

Solo lunedi non abbiamo rispettato questi orari perche` è stato il nostro giorno d`arrivo. Siamo arrivati alle ore 16.30 e abbiamo fatto dalle ore 17.00 alle 18.00 la preparazione fisica.

    Nel 1. allenamento di mattina si e` sempre lavorato sul miglioramento della tecnica dei colpi e sul lavoro delle gambe!
    Nel 2. allenamento schemi individuali partendo dal servizio.
    Nel 3. allenamento il punto importante era il servizio e la risposta. 

Sei rimasta soddisfatta?

»Visto il programma sopra descritto e` stato subito chiaro che sarebbe stato un raduno molto duro. Ho avuto qualche difficoltà a spiegare alle nostre ragazze che siamo in casa di una nazione che nel settore femminile ha sempre ottenuto risultati di alto livello in tutte le generazioni ed a tutti i livelli per cui è ovvio che lavorare  in questo modo paga.
E noi da loro possiamo solo imparare. Dico questo perchè devo  sottolineare che  anche le loro giocatrici vanno a scuola ogni giorno come le nostre ed e` chiaro che non si allenano tutti i giorni così pero` ai raduni si fa e si deve fare sempre così.«

Dunque ti aspettavi di più dalle nostre?

»Quello che ho notato alla fine  e` stata la differenza tra le nostre giocatrici e le altre. Le nostre sono rimaste fisicamente e psicologicamente abbastanza distrutte ed il livello di impegno via via e` sceso parrecchio. Ho dovuto fare anche qualche piccolo cambiamento riguardo gli orari ed al  tipo di allenamento. Mentre le Ungheresi e Serbe anche loro erano molto stanche però la voglia e la motivazione non è scesa.«

Che lettura puoi dare di queste tue impressioni?

“Il motivo era molto semplice. Anche loro non hanno tantissime ragazze come forse si pensa da noi e anche loro tecnicamente non sono perfette – anzi molte sono  peggio delle nostre per cui i problemi ne hanno anche loro. Pero` la differenza è che loro il posto nella nazionale se lo devono quadagnare con i risultati e l'impegno giornaliero. Si può considerare giocatrice fissa solo una o al massimo due. Tutte altre sono in prova per tutto l`anno e alla fine andrano agli Europei solo le migliori. Questo provoca che ogni allenamento viene fatto con tanta grinta e anche quando si è stanchi non si piange ma si  stringono i denti. Quando poi bisogna fare i risultati questo atteggiamento fa la differenza e porta i suoi frutti. Piu` o meno cosi` si fa in tutta l`Europa.«

Invece qual'è la nostra situazione?

»Io quest anno posso contare su un numero di  giocatrici che giocano un livello che possano representarci in un modo decente in Europa molto limitato. E dunque in questo gruppo ristretto adesso non possiamo cambiare molto. Bisogna tirare avanti insistendo nello spiegare alle ragazze che la nazionale non deve essere considerato un traguardo ma un punto di partenza per raggiungere risultati in Europa in Europa. Con i posti fissi in nazionale si lavora male e si corre il rischio di sentirsi troppo tranquille. 
Tutto questo lo sottolineo non tanto per questa generazione quanto per la generazione che sta dietro con cui dobbiamo cercare di lavorare con un gruppo piu` largo possibile per creare la giusta rivalità e la concorenza tra di loro. Solo cosi` riusciremo ad ottenere le giocatrici motivate per competere un giorno anche in risultati di alto livello anche all'estero. Fare sport non e` come essere assunti in  un lavoro a tempo ideterminato dove sei abbastanzo tranquillo per tutta la vita, lo sport è un »dimostrare« ogni giorno. Oggi sei in nazionale…..domani ci sono altri. Crudele…..però è la realtà alla quale dobbiamo arrivare e che tutti devono tenere ben presente.«