Davide Scazzieri insegna e sogna Londra
- Pubblicato: 18 Febbraio 2012
Scazzieri, come si trova in questa nuova veste?
«Mi sento molto motivato. Era da un po' che avevo dato la mia disponibilità per offrire con il tennis tavolo un'opportunità in più alle persone ricoverate in questo centro all'avanguardia. Posso contare sul pieno sostegno di Alberto Cavalli e Gianni Scotti, presidenti della Fitet e del Cip dell'Emilia Romagna, che condividono l'obiettivo. Invece di aspettare che coloro che desiderano accostarsi al tennis tavolo vengano a cercarci, facciamo noi il primo passo andando verso di loro. Ho a disposizione due tavoli e con grande serenità e umiltà mi metto al servizio, per trasmettere l'esperienza di tanti anni trascorsi in questo mondo. La risposta finora è stata positiva, perché alla terza lezione siamo già arrivati a 14 allievi. Il passaparola sta funzionando».
Il futuro del nostro movimento di vertice potrebbe partire da qui?
«Il concetto è che dobbiamo ampliare il numero dei praticanti, per poi scremare coloro che per l'età e le loro qualità possono essere dei soggetti interessanti anche in ottica agonistica. All'ultimo torneo di Duesseldorf la Germania ha presentato 15 nuovi atleti da classificare e per raggiungere questo traguardo chissà quale è stata la base di partenza. Per quanto ci riguarda proseguiamo con molta fiducia e speriamo di poter essere utili alla causa».
Per lei questo è anche un momento importante sul fronte agonistico. Come lo sta vivendo?
«In attesa. In classe 7 sono il secondo degli esclusi dai Giochi di Londra e la Federazione ha chiesto una wild card per me. Il Cio si pronuncerà il 12 marzo. In classe 6 ero matematicamente qualificato e invece a Spalato, prima dell'inizio del Campionati Europei, hanno deciso di reinserirmi nella 7. Ero da medaglia nel singolare e squadre con Raimondo Alecci e i miei sogni sono tramontati bruscamente».
Cosa le ha lasciato la decisione di riclassificarla?
«Una profonda amarezza e la certezza che quel tipo di valutazione sia assolutamente soggettiva. Ero stato visitato con attenzione da due dei quattro migliori dottori al mondo, che mi avevano confermato la classe 6, e il medico di Taipei in soli due minuti ha cambiato tutto. Probabilmente non sapevano se fossi classe 6 o 7 e nel dubbio mi hanno rimesso nella 7».
Sarà dunque una stagione in salita?
«Sarà una stagione che affronterò comunque con la massima determinazione. Spero di andare a Londra e una volta lì farò il possibile per ben figurare. Abbiamo già svolto una serie di raduni nel Centro Federale di Lignano Sabbiadoro e dal 19 al 26 febbraio ne sosterremo un altro, in vista della prima gara in calendario. Dall'1 al 5 marzo saremo a Eger, in Ungheria, e poi dal 20 al 25 toccherà al grande torneo di Lignano. Saranno tutti appuntamenti che contribuiranno ad assegnare le teste di serie alle Paralimpiadi. Sarà dunque obbligatorio fare bene».
di Roberto Levi