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Grande concentrazione di tutto il gruppo azzurro, tecnici e giocatori, in vista dell’appuntamento mondiale di ottobre in Corea. Il responsabile tecnico azzurro dei paralimpici esprime ottimismo e sottolinea gli sforzi della federazione per la crescita del movimento.
Il cerchio si stringe e l’attenzione dello staff tecnico e degli atleti azzurri è sempre più concentrata sull’appuntamento più importante della stagione, I Campionati Mondiali che si svolgeranno a Gwangju, in Corea del Sud, dal 25 ottobre al 3 novembre. Se il mirino di tutti è puntato sull’Asia, la marcia di avvicinamento non sta certamente sacrificando gli obiettivi intermedi, dal momento che il tricolore sventola molto spesso sul podio di tutti i tornei internazionali ai quali i pongisti italiani partecipano. L’ultima ottima prestazione di gruppo è avvenuta a Bilbao, dove il ct Alessandro Arcigli ha avuto buoni riscontri dai suoi ragazzi.
Arcigli, anche in Spagna il bottino è stato piuttosto ricco. L’ha soddisfatta?
«Siamo tornati a casa con due medaglie d’oro, quattro d’argento e una di bronzo, pur essendo la manifestazione riservata alle categoria in carrozzina e pur non vincendo nulla nelle gare Open, in cui Salvatore Caci è stato battuto inopinatamente dal non trascendentale inglese James Rawson e Michela Brunelli ha perso nei quarti per 3-2 contro l’altra britannica Sara Head, dopo essere stata in vantaggio per 2-1. L’unica nota lieta della prima giornata è stato il successo al primo turno di Julius Lampacher sul russo Serguey Poddoubnyi. Molto positivi invece i risultati dei singolari di classe, con i secondi posti di Brunelli, Lampacher e Clara Podda e il terzo di Caci. Ci siamo fatti valere anche nelle competizioni a squadre, grazie all’oro di Brunelli e Podda insieme e di Lampacher con l’austriaco Hans Ruep e all’argento di Caci con lo spagnolo Porfirio Hernandez».
In conclusione quali sono le sue considerazioni?
«La valutazione è senz’altro positiva per quanto riguarda Clara Podda. La romana è tornata a giocare ai livelli del 2008 ed è una delle migliori frecce al nostro arco in vista dei Mondiali. Buone le prestazioni di Lampacher e Brunelli, appena sufficiente il torneo di Caci, che dovrà intensificare il lavoro in vista della rassegna iridata».
Bilbao è stato solo l’ultimo di una serie di tornei che vi ha visti protagonisti.
«È vero. A Lignano Sabbiadoro sono andati a medaglia addirittura undici dei nostri atleti, a Piestany nove, a Lasko sei e a Cluj-Napoca sette».
Come si svolge la vostra preparazione fisica e tecnica?
«Oltre ai consueti allenamenti personalizzati, cioè quelli che effettuiamo ormai da cinque anni presso le società di appartenenza degli atleti, quest’anno abbiamo iniziato con degli stage all’interno del Centro Paralimpico di Lignano Sabbiadoro e la Fitet ha deciso di proseguire l’attività anche nel 2011».
Il suo staff a Lignano da chi è composto?
«Oltre a me e a Donato Gallo, che siamo sempre presenti, vengono a darci una mano periodicamente Fabio Angiolella di Roma e Marzia Bucca di Palermo. Ovviamente la possibilità di disporre di una sede bella, fissa e accessibile ci consente di prepararci al meglio. Sono soddisfattissimo di questa scelta federale».
Come sta procedendo il lavoro?
«Siamo stati a Lignano dal 23 luglio al 7 agosto e a settembre dal 3 al 12. A ottobre staremo di nuovo insieme dall’8 al 17 e poi dal 20 al 25 ottobre saremo in Cina. Il presidente della Fitet Franco Sciannimanico ha chiuso un accordo con il Centro Olimpico e Paralimpico di Shanghai e dunque potremo rifinire la nostra preparazione alla rassegna iridata con i migliori campioni cinesi».
Di solito che tipo di esercizi attuate?
«Al mattino ci dedichiamo in particolare a esercizi di controllo e precisione, legando i colpi fra loro e affinando la tecnica. In questi frangenti utilizziamo molto il lavoro al cesto. Nel pomeriggio, invece, ci concentriamo sugli schemi partita, partendo dalla battuta e/o dalla risposta al servizio. Cerchiamo di prevedere la varie possibilità di sviluppo del gioco, sulla base dei vari servizi, e di meccanizzare le possibilità di fare il punto nel più breve numero di scambi possibile».
Gli stage però sono solo periodici. Cosa avviene ogni giorno?
«Sono importanti, ma non servirebbero a nulla senza un continuo e costante lavoro a casa. Inviare dei tecnici di mia fiducia nelle città in cui gli atleti vivono mi consente di seguire un programma unico, durante gli stages e a casa, e di monitorare continuamente la forma fisica e tecnica, nonchè di tenere sotto “pressione” costantemente tutti i ragazzi. L’aspetto psicologico-motivazionale è fondamentale anche per i paralimpici».
Torniamo ai Mondiali coreani. Chi sono i nostri giocatori qualificati?
«Sono in 12: nel settore femminile Pamela Pezzutto e Clara Podda (classe 2), Michela Brunelli e Federica Cudia (3), Patrizia Saccà e Valeria Zorzetto (4), Marisa Nardelli (5) e Paola Bevilacqua (10) e nel maschile Mauro Rossi (1), Nicola Molitierno (3), Salvatore Caci (4) e Raimondo Alecci (6)».
Com’è il loro stato di forma attuale?
«Al momento sono molto soddisfatto di tutti, nessuno escluso. La concorrenza è sempre più competitiva e i miei atleti devono fare gli “straordinari” per essere sempre ai vertici».
Se la sente di fare qualche pronostico?
«Pronostici non ne faccio mai. Diciamo che spero di confermare le due medaglie dell’ultima edizione del 2006, a Montreux in Svizzera, possibilmente migliorandone il colore. Allora furono due bronzi, con Podda e Brunelli nella gara a squadre di classe 1-3 e con Saccà, Zorzetto e Christina Plober in quella di classe 4. Sorprese non ce ne saranno, la concorrenza è talmente tanta che è impossibile, per chi non è ai vertici delle classifiche, conquistare un podio iridato. Ovviamente gli asiatici, coreani e cinesi in testa, saranno gli avversari da battere».
Ci proiettiamo sul futuro? Cosa contate di fare per coinvolgere sempre più persone e ampliare la base dei praticanti?
«Dal 2010-2011 promuoveremo il tennis tavolo nelle Unità Spinali e nei Centri di Riabiliazione e proprio per questo sono stato invitato a formare i tecnici Fitet. Già ad agosto sono andato a Terni per il corso di aggiornamento degli allenatori di 2° livello. Ci siamo confrontati e ho fatto vedere dei filmati girati alle Paralimpiadi di Pechino. In più la Federazione ha iniziato a organizzare un’attività agonistica nazionale. Fino all’anno scorso c’erano i soli Campionati Italiani, dalla prossima stagione avremo invece un circuito di tre tornei nazionali, che qualificherà agli Assoluti. Mi sembra un passo avanti importante». Roberto Levi