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Dopo Csilla Batorfi abbiamo sentito anche Lorenzo Nannoni, responsabile della squadra nazionale maschile assoluta, che ai Campionati Mondiali di Mosca, causa anche una grossa dose di sfortuna ha ottenuto un risultato negativo.
“La partecipazione dell’Italia a questo mondiale a squadre lascia l’amaro in bocca per l’esito finale, che di fatto sentenzia la nostra retrocessione dalla championship division. La squadra partecipava alla competizione senza l’apporto di Yang Min e questo, si sapeva, faceva venir meno non solo l’apporto in partite vinte, che in passato c’è sempre stato, ma anche l’apporto-supporto psicologico su tutti i componenti della squadra. Per cui senza la “protezione” di Yango abbiamo iniziato questa competizione con un solo dato certo: un ranking mondiale da 25 posto considerando, nella somma dei punti dei singoli atleti che determinano il ranking della squadra, anche l’apporto di Yango stesso. Per cui sapevamo bene che salvarsi non sarebbe stata cosa da poco. Detto questo abbiamo iniziato il periodo preparatorio ben convinti di poter fare bene e comunque fiduciosi di poter rimanere in championship division perché di solito, durante questi tipi di competizione a squadre capitano occasioni per ottenere risultati difficili. Purtroppo l’ennesima complicazione fisica occorsa a Niagol (anno orribile per infortuni di vario genere degli atleti della nazionale maschile) ha condizionato parecchio le sensazioni positive che c’erano all’inizio. A questo punto è iniziata la competizione che abbiamo portato avanti cercando sempre di cogliere qualsiasi opportunità ma obiettivamente trovavamo squadre molto attrezzate e molto motivate (naturalmente) che per battere non avremmo dovuto sbagliare veramente niente ed il cammino si è reso molto difficoltoso.”

Molte difficoltà e molta sfortuna, però è anche vero che non va mai dato tutto per scontato.
“Infatti. In generale, a posteriori dico che l’esito della gara non deve condizionare troppo i ragazzi. Bisogna stare molto calmi e sereni e pensare ad esempio che l’Ungheria, che fino a qualche mese fa, era una nazione in caduta libera con mille vicissitudini occorse ai giocatori della nazionale. Poi, sono entrati negli otto ai mondiali e probabilmente c’è stata anche molta fortuna però di fatto tornano a casa con questo risultato.”

Dovendo commentare le varie prestazioni dei singoli vogliamo cominciare dall’esordio di Marco Rech?
“Marco giocava il suo primo mondiale partendo come possibile outsider che poi, l’infortunio a Stoyanov, ha trasformato in presenza fissa in squadra, in titolare. L’aspetto più importante per Marco è stata la continuità di partite con grande pressione da giocare. C’era qualche rischio a riguardo ma alla fine non ha avuto mai un problema di pressione e si è potuto esprimere liberamente. Poter giocare tutti i giorni una partita con quell’intensità emotiva ha permesso all’atleta di trovare diverse volte difficoltà da superare seduta stante. Ed in effetti si sono presentate diverse di queste situazioni. Trovare soluzioni alle diverse situazioni in gara, sempre contro atleti di miglior classifica, significa, generalmente, avere un piccolo miglioramento che rimane nella mente dell’atleta e si stabilizza come miglioramento ottenuto e non solo come condizione temporanea, come purtroppo accade quando si giocano bene le cose che già si sanno fare senza però fare niente di diverso. In questo Marco è stato bravo, ha saputo cogliere l’occasione della grande competizione con tutte le difficoltà che comporta giocare una settimana di gare ad altissima intensità. Ciliegina sulla torta la vittoria contro Tosic ma anche le prestazioni contro Lebesson (2-3) e Papadimitrou (2-3) hanno dimostrato grande competitività del ragazzo. Per Marco comunque rimane, secondo me, la partita contro la Danimarca quella più importante. La vittoria contro Tugwell non è cosa da poco per un atleta ancora Junior e la partita contro Kongsgaard in cui si è visto chiaro la reazione a diverse situazioni complicate che non gli permettevano di esprimersi. Quella per me è la partita che lo ha aiutato a capire molto della competizione vera e propria di tennistavolo. Il suo è stato un esordio senz’altro positivo.”

Con l’infortunio di Stoyanov maggiori responsabilità per Tomasi.
“Stefano aveva un buon stato di forma e molta motivazione dopo un anno non molto entusiasmante. Si vedeva che stava bene e c’era fiducia per certe partite che sulla carta avrebbe dovuto giocare. L’infortunio a Niagol ha però scombinato i piani e di fatto Stefano ha dovuto incontrare spesso l’atleta numero uno della squadra opposta. Se si escludono le partite contro Kuzmin (Rus) e Wang Zhenqi (Pol) non ha mai perso nettamente. Obiettivamente, classifica alla mano, non ci sono state tante occasioni per vederlo all’opera contro avversari più o meno del suo livello. La speranza è che il ragazzo rifletta su come sono andate le cose e tragga spunto per apportare piccole novità al suo gioco tali da renderlo meno prevedibile per l’avversario. Il rammarico comunque va alla partita contro la Croazia, che per noi è stata la più importante del torneo, dove in entrambe le partite giocate ha dato l’impressione che con qualcosa di diverso, soprattutto nell’ultima partita, avrebbe potuto dare una svolta al match.”

Veniamo a Bobocica.
“Su Bobo c’era, inevitabilmente, molta pressione. Sapevamo che la sua prestazione avrebbe condizionato la gara di Mosca. Da parte sua tanta voglia di fare bene e tanta concentrazione. Poi l’esito delle gare dipende da mille fattori che ne determinano l’esito finale. Di certo la prima partita contro Smirnov, che per caratteristiche di gioco non è proprio il giocatore adatto a Bobocica, non è andata male e l’impressione è stata che potesse sviluppare un buon livello di gioco nel prosieguo del torneo. In realtà Mihai non ha disputato il mondiale che ci aspettavamo, Gioca bene, è molto motivato e concentrato per questa carriera sportiva, certo è che in uno sport così in divenire bisogna sempre un po’ implementare ed innovare il proprio gioco. Per carità niente di chissà cosa anche solo immettere un servizio diverso da usare alla fine dei set può essere determinate. Bobo, che comincia ad essere un giocatore conosciuto a livello internazionale, ha comunque bisogno di ridare un po’ di imprevedibilità al proprio giuoco. Ha bisogno di fare punti con “poco”. E’ difficile fare risultati importanti se per fare punto ci vuole spesso il numero da fenomeno.”

Infine Stoyanov sul quale in questa occasione c’è poco da dire.
“Niagol ha avuto un infortunio alla schiena nel periodo della preparazione in Russia. L’infortunio non ne ha permesso la presenza per tutta la competizione. La sua, come sempre, è stata una presenza positiva in panchina e molto costruttiva nei vari momenti di confronto della squadra, durante i periodi di preparazione alle gare. Cosa dire? C’è bisogno che si rimetta velocemente in pista e che si possa preparare al meglio per gli europei di settembre perchè è un giocatore importante per noi.”