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Lo scorso dicembre Paul Drinkhall è diventato, a Madrid, vicecampione del mondo junior. Ha perso soltanto la finale 1-4 contro il cinese Chen Chien-An. E’ stato un grande successo per il britannico conosciuto per i suoi spettacolari colpi d’attacco. A 19 anni è senza dubbio il numero uno del suo Paese e la speranza più importante. Insieme ai suoi giovani compagni ha un grande obiettivo davanti: le Olimpiadi 2012 che si giocheranno a Londra. Nel ranking di gennaio occupa il posto 124. Da novembre, Drinkhall che gioca nella Bundesliga per il TTC Juelich, ha fatto un salto di quaranta posti ma ha ambizioni molto più grosse che gli fanno sognare vertici ancora più lontani.

Paul, tu giochi per una nazione con grandi tradizioni di tennistavolo, anzi per la precisione dove questo sport è nato. Negli anni settanta e ottanta del secolo scorso gli inglesi e le inglesi erano tra i migliori d’Europa. Alan Cooke, Mathew Syed e Carl Prean hanno tenuta alta la bandiera fino agli anni novanta. Poi c’è stato un calo. Ora tu ed i tuoi compagni di squadra rappresentate una Nazionale forte, giovane e rinnovata e siete la speranza per il futuro. Quali prospettive vedi davanti a voi?
“Oltre me ci sono altri tre ottimi giocatori della mia età e qualche altro un po’ più giovane. Rispetto a francesi e tedeschi però non abbiamo grandi campioni a cui fare riferimento. In Germania Timo Boll e in Francia Legout o Eloi rappresentano figure guida. Detto questo abbiamo molte occasioni di allenamento con giocatori esperti e cerchiamo di partecipare a più tornei internazionali possibili sperando di migliorare sempre più.”

Stai giocando nella Bundesliga. Prima hai giocato con il Goennern ed ora per il Juelich.  E’ stata la decisone giusta?
“Assolutamente, soprattutto perché c’è Joerg Rosskopf che ha tantissima esperienza e mi sta aiutando molto. Dopo le partite parliamo molto delle mie prestazioni e anche quando gioco male ho comunque la possibilità di imparare guardando le partite dei giocatori migliori. In Inghilterra il mio tecnico sta cercando di farmi diventare il leader della nostra squadra e si spera nel fatto che io possa trasferire quello che imparo in Germania ai migliori giocatori della nostra nazionale.”

Vivi in Germania o ci vai per in prossimità delle partite?
“Faccio avanti e indietro. Quando posso resto lì per uno o due giorni in più per potermi allenare a Dusseldorf al Centro Federale Tedesco del tennistavolo (German Table Tennis Centre).”

Quali aspettative hai nei confronti delle Olimpiadi di Londra?
“Mi aspetto di poter decollare definitivamente. L’opportunità di una Olimpiade in casa non capita tutti giorni.”

In alcune occasioni le tue performances sono sembrate altalenanti, sei d’accordo con questo giudizio?
“Sì è corretto. Negli ultimi mesi ho lavorato molto a questo aspetto. In Inghilterra sono il più forte e questo non mi aiuta a far lavorare la mia testa sempre al 100%.  Sto cercando di imparare a giocare sempre al massimo, forte o debole che sia il mio avversario. Sto facendo progressi anche in questo senso e posso dire che adesso gioco bene quando vinco e non tanto male quando perdo, complessivamente meglio rispetto all’anno passato.”

Anche le tue condizioni di allenamento sono migliorate?
Sì. A Sheffield nel nostro centro di allenamento possiamo contare su condizioni ideali sia tecniche che medico-fisiche che di supporto psicologico. Ottima alimentazione e anche spazi per il relax e lo svago. Oltre a tutto ciò abbiamo tre coaches e uno sparring partner cinese della mia età. Il nostro allenatore capo, cinese, ha conoscenze di tennis tavolo incredibili. Abbiamo il lui una fiducia assoluta e i miglioramenti del nostro gruppo dimostrano che facciamo bene. Sono ottimista e puntiamo a qualificarci per la gara a squadre di Londra. Credo che il potenziale ci sia e potremmo anche essere la sorpresa.”

Come sei arrivato al tennis tavolo e quando hai cominciato?
“Ad otto anni i miei genitori portarono me e mio fratello a veder una  partita della squadra locale. Mentre loro giocavano noi abbiamo provato giocare su un altro tavolo. Ci siamo divertiti e abbiamo cominciato ad andarci sempre. A scuola un insegnante giocava con me e a dieci anni ho partecipato al primo camp della federazione. A quel tempo il coach era Michel Gadal e ricordo che in quell’anno ho imparato molto. Mi ha considerato subito un talento da seguire e da lì in avanti la federazione ha creduto e investito nelle mie possibilità.”

Quando hai capito che volevi essere un giocatore professionista?
“Quando sono diventato Campione Europeo Cadetti. Prima non ci avevo mai pensato. Ma poi ho capito che potevo farcela. Nello stesso periodo Dimitrj Ovtcharov diventò Campione Europeo Junior e in quell’occasione decisi che anch’io volevo esserlo. Mi sono trasferito al centro di allenamento di Nottingham e mi sono concentrato solo sul tennis tavolo.”

Ora i tuoi sogni stanno diventando realtà?
“No, calma. Sono un professionista. Ma se devo essere sincero il mio vero sogno sarebbe quello di diventare Campione Olimpico. Penso spesso a Werner Schlager. Nessuno si aspettava che potesse diventare Campione del Mondo nel 2003 a Parigi. Ma credo che se sei nei primi venti del mondo una possibilità ce l’hai. Certo i cinesi sono sempre i più forti. Ma tutti possono esser battuti. Tra i primi venti del mondo quando si incontrano tra loro è la testa che fa la differenza.”

Come ti consideri? Quali sono i tuoi punti di forza e quali i difetti che devi migliorare?
“Devo migliorae il mio primo e secondo colpo. Ammetto di amare il rischio del gioco aggressivo ma quando guardo Boll, Samsonov o Schlager mi accorgo che loro non giocano così aggressivi. Giocano con grande pressione, una infinità di spin e piazzano la palla dove vogliono molto bene. Questo li rende speciali. Quando ho cominciato a lavorare su questo ho perso in aggressività e sembravo confuso. Ora sto cercando di combinare l’aggressività con la concretezza. Non è facile ma sto facendo progressi.”

Se tu fossi il Presidente dell’ITTF cosa cambieretsti per migliorare il tennistavolo?
“Credo che andrebbero meglio definite le regole ed i controlli circa i materiali:le colle e tutto il resto in modo che i trasgressori vengano sanzionati di conseguenza. In questo momento l’imparzialità non mi sembra garantita in uno sport che ha invece una immagine di grande equità.

Da quando sei un “giocatore Butterfly” e con quali materiali giochi?
“Fin dall’inizio, mi sono sempre trovato bene con i materiali Butterfly. Attualmente uso Boll Spirit e Tenergy 05 su ambo i lati.”

Intervista al giovane campione inglese Paul Drinkhall tratta da www.butterflyonline.com
(traduzione di Corrado Attili con autorizzazione Mr. Kamizuru responsabile Butterfly Europa)