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Sono passate appena poco piu' di due settimane dalla elezione del nuovo Consiglio Federale della Fitet 2009-2012 alla cui guida e' stato riconfermato col 90% dei voti il Presidente Franco Sciannimanico. Al suo fianco per altri quattro anni confermato anche il vicepresidente vicario Renato Di Napoli al suo terzo mandato come consigliere, cui tutti riconoscono il ruolo di punto di riferimento importante per l'attività agonistica del tennistavolo. Nel nuovo numero della rivista Tennistavolo molte pagine sono dedicate a questo importante passaggio elettivo, comprese quelle dedicate alla presentazione dei nuovi componenti del Consiglio e quelle dedicate ad alcune interviste. In attesa che la rivista raggiunga tutti gli abbonati come sempre, vi anticipiamo due interviste, che nella rivista sono corredate anche da numerose foto, a questi due dirigenti di vertice del tennistavolo italiano: una fatta dal collega Roberto Levi a Renato Di Napoli e l'altra che abbiamo realizzato col Presidente ripercorrendo i punti salienti della sua relazione a San Gemini.


Renato Di Napoli, la forza dell'umilta'
di Roberto Levi

L’elezione di San Gemini, che ha confermato, a furor di popolo, Franco Sciannimanico alla presidenza della Federazione Italiana Tennis Tavolo per il suo secondo mandato, è stata molto importante anche per Renato Di Napoli. Il dirigente di origini partenopee e torinese di adozione, che è da 30 anni nell’ambiente pongistico, si è infatti visto riaffermare la fiducia all’interno del Consiglio Federale e ha mantenuto il ruolo di vicepresidente vicario. Di Napoli fu eletto per la prima volta nel 2000 e diventò subito il vicepresidente nell’ultimo mandato del presidente Stefano Bosi, che resse la massima carica nazionale dal 1990 al 2004, per poi passare a guidare la Federazione Europea. Ha fatto dunque da ideale trait d’union fra la precedente gestione e quella attuale.
Di Napoli, è stato difficile accettare il rinnovo dell’incarico?
«Problemi personali e familiari mi hanno fatto tentennare, ma l’amore che provo per questo sport alla fine ha preso il sopravvento. Svolgere questo compito per il terzo mandato per me è un onore e mi spinge, come sempre, a dare il massimo per questa federazione e i suoi tesserati. Chi mi conosce bene sa che non sono il tipo a cui piaccia parlare tanto o apparire, perché in fondo sono molto timido. Alle parole preferisco i fatti e in questi otto anni di vicepresidenza credo di averlo sempre dimostrato».
Quale parte della sua esperienza passata l’ha aiutata in questi anni?
«Vengo dalle “gavetta” e quindi conosco bene tutte le problematiche che si incontrano nella vita delle società sportive, non solo quelle grandi ma soprattutto le cosiddette piccole, che sono le fondamenta del nostro movimento sportivo».
Parliamo di lavoro? Quali traguardi raggiunti rivendica come profondamente suoi?
«Prima di tutto l’aver dato pari dignità ai Campionati Italiani individuali, fossero essi di quarta categoria o Assoluti. Ho assunto in prima persona la responsabilità dell’organizzazione delle ultime quattro edizioni della manifestazioni, due delle quali si sono tenute a Jesolo, una a Terni e una a Termeno. Ho creato uno staff organizzativo di volontari, arbitri e personale Fitet e tutti si sono dimostrati felici di lavorare per offrire un servizio di qualità ai partecipanti».
Cosa ritiene di aver dato al tennis tavolo italiano?
«Ho cercato di essere sempre disponibile nei confronti di tutte le società e dei tesserati, con chiunque avesse bisogno di consigli, informazioni o spiegazioni, sulla base delle mie conoscenze in materia di regolamenti o altro».
Nella carriera di un dirigente esistono gli amici e i nemici?
«Se devo essere sincero, per me non esistono amici da favorire o nemici da penalizzare, perchè il ruolo che noi dirigenti federali ricopriamo ci impone di essere sempre sopra le parti e a disposizione delle società e dei tesserati, nessuno escluso. Non credo che chi la pensa diversamente da me sia un nemico, piuttosto una persona che va rispettata. Bisogna sempre cercare il confronto serio e leale, senza fare proclami e senza affidarsi a sistemi sleali».
Cosa non vorrebbe mai trovare nei suoi interlocutori?
«Odio la falsa amicizia, la falsa disponibilità al confronto, il voler sempre “cercare il pelo nell’uovo” e il non riconoscere i meriti altrui per partito preso».
Di Napoli, con la mano sul cuore, pensa di aver commesso degli errori da vicepresidente della Fitet?
«Certamente ne ho commessi, perché siamo umani e dunque soggetti a sbagliare. Di una cosa, però, sono certo. Li ho fatti in assoluta buonafede, cercando di lavorare esclusivamente per il bene del tennis tavolo».
Andando a ritroso, ci sono delle persone che si sente di ringraziare?
«Un ringraziamento particolare va senza dubbio a Paolo Lentini, il presidente del Comitato Piemontese, che nel 1996 mi convinse a intraprendere la carriera di dirigente federale, prima come vicepresidente regionale e poi in ambito nazionale. Ho grande riconoscenza nei confronti del presidente Sciannimanico, che mi ha sempre regalato la sua fiducia. Non posso dimenticare tutti i collaboratori che mi sono stati di grande supporto, pratico e morale».
Il Consiglio si è arricchito di nuovi volti. Vuole dare loro il benvenuto?
«Formulo un caloroso saluto ai neo consiglieri e auguro loro un buon lavoro. Per quanto mi riguarda, garantisco fin d’ora tutto l’aiuto possibile e metto a disposizione l’esperienza accumulata in tutti questi anni».
A proposito di esperienza, quale suggerimento si sente di rivolgere loro?
«Consiglio soprattutto di imparare a dismettere i panni dei dirigenti di società e periferici, perché ora tutti insieme rappresentiamo l’Italia pongistica nel suo complesso. Ogni decisione che dovranno prendere non dovrà essere influenzata da ragioni di parte, ma orientata soltanto dall’interesse comune. Solo cosi, tutti uniti, potremo far si che la nostra diventi sempre di più una grande federazione».
Quali obiettivi vi ponete per questo nuovo quadriennio?
«Punteremo certamente a un deciso incremento del numero dei tesserati e il Progetto Scuole, che partirà a breve con la collaborazione degli organi periferici, avrà un ruolo molto importante. Dovremo anche migliorare la qualificazione degli istruttori che andranno nei vari istituti per formare gli studenti. Un impegno particolare sarà riservato all’ampliamento del movimento femminile, con strumenti d’incentivazione alla pratica che sono allo studio».
E dal punto di vista tecnico?
«Vogliamo promuovere una crescita dell’attività di base e di quella di livello, cercando di individuare quelle palestre in cui si faccia del tennis tavolo in modo organizzato, per poterle poi aiutare a esser sempre più efficienti».
Miglioreranno i servizi offerti alle società?
«Lavoreremo anche in questa direzione, per rendere più rapidi e snelli, per via telematica, per esempio i tesseramenti o le iscrizioni ai tornei».
Proprio i tornei spesso meriterebbero maggiore attenzione.
«Ci proponiamo in futuro di fare il possibile perché le varie manifestazioni si svolgano nel modo migliore. Le sedi di gara saranno selezionate con cura e anche una presenza più numerosa degli arbitri consentirà uno svolgimento più fluido delle competizioni. Cercheremo di non trascurare nulla, per rendere il nostro sport sempre più bello da giocare e da vedere».



13 domande al Presidente
di Corrado Attili

Ripercorrendo la lunga relazione
svolta dal Presidente a San Gemini,
puntualizziamo con una serie di domande
che gli abbiamo rivolto quali
sono stati, quali sono e quali saranno
i punti salienti da tenere a mente
per lavorare tutti ancora meglio al
servizio del movimento nel prossimo
quadriennio.
Presidente, hai aperto la tua relazione
con una considerazione di
carattere privato, perché ne hai
sentito la necessità?
"Perché è una cosa che sentivo: per
la prima volta nella mia vita, ho
messo la mia famiglia al secondo
posto, pur di riuscire ad essere, ad
interpretare il ruolo di Presidente
che mi ero proposto di essere. Ho
infatti appurato sulla mia pelle che
essere il Presidente della Fitet è veramente
un'attività difficile e complessa
non soltanto per la mole di
lavoro imponente, ma anche per la
eterogeneità delle tante anime del
nostro movimento sportivo."
Tutto il tuo intervento ha avuto un
unico filo conduttore: reperire le
risorse per risolvere i problemi e
fare le attività, è stato difficile?
"E' stato molto impegnativo perché
quello economico non è un aspetto
secondario, è la chiave di ogni porta.
E' bene ricordare che mentre alcuni
settori di attività come la Preparazione
Olimpica possono contare
su contributi finalizzati del CONI, altre
iniziative, da sviluppare attraverso
progetti (per esempio promozione
a scuola ed amatori) debbono
essere sostenute in modo diverso,
cioè attraverso entrate proprie. Una
valutazione forse si può fare meglio
facendo un confronto serio su come
eravamo quattro anni fa in termini di
qualità delle competizioni, di sostegni
e supporti alle società, di visibilità
sui media, di pratica sportiva giovanile,
di investimento per le squadre
nazionali."
L'organizzazione degli eventi è
stata fondamentale in questa direzione?
"Attraverso l'organizzazione degli
eventi siamo riusciti ad avere quasi
sempre nuove risorse che abbiamo
potuto investire in molteplici direzioni
riuscendo a farci conoscere e riconoscere
come Federazione moderna
e dinamica. Abbiamo ricevuto
ampi e molteplici consensi, sul piano
della comunicazione e dell'immagine
in particolare; un settore che ci
ha consentito di rilanciare con forza
il nostro sport verso l'esterno e di
conquistare sponsor, finanziamenti,
contributi istituzionali."
A proposito di management e di
bilancio la soluzione del debito
pregresso relativo al Palatennistavolo
di Terni è stato un ostacolo
rilevante?
"Abbiamo trovato la situazione molto
svantaggiosa e ci siamo impegnati
per risolverla. Lo straordinario
lavoro di contenimento della spesa
corrente e il reperimento di risorse
importante attraverso gli sponsor ci
hanno consentito di azzerare con
grande anticipo tale debito tanto che
per il 2009 il nuovo Consiglio Federale
potrà contare su un budget integro,
non più limitato da piani di rientro
riguardanti i mutui ed i debiti che
abbiamo trovato e scoperto strada
facendo."
Dal punto di vista organizzativo
c'è stata una crescita anche di risorse
umane?
"Sistemate alcune situazioni, oggi
possiamo contare su un numero
maggiore di dipendenti a nostra disposizione:
persone di qualità in
continua formazione che ci consentono
sempre più di affrontare le problematiche
delle società e dell'intero
movimento, con una professionalità
all'altezza dei tempi e delle nostre
sempre crescenti necessità."
Nell'immaginario collettivo il potenziamento
dell'immagine è
l'ambito nel quale la Federazione,
soprattutto attraverso l'opera del
Presidente, ha dedicato più energie
e risorse, ottenendo i maggiori
riscontri evidenti, è così?
"Il Consiglio Federale ha operato diverse
scelte importanti: non incrementare
le entrate derivanti dalle
quote dei propri aderenti; lavorare
per sviluppare le contenute entrate
derivanti da collaborazioni con gli
sponsor e con Istituzioni Pubbliche;
far crescere l'acquisizione di servizi
attraverso convenzioni; sviluppare il
cosiddetto "Turismo sportivo".

Siamo così intervenuti in molteplici direzioni:
il miglioramento dei servizi
erogati per le società e i tesserati (tesseramento
ed iscrizione ai tornei ed ai
campionati on line per es. ) le relazioni
con i media, le riviste ed il sito, lo
sviluppo di strumenti di comunicazione
interna; la progettazione, l'organizzazione
e la gestione di eventi sportivi;
lo sviluppo di collaborazioni con gli
sponsor. Una serie di azioni che fra loro
strettamente collegate, si sono rivelate
utili per creare i presupposti di
partnership che avessero come esito
l'ingresso di nuove risorse finanziarie.
Ma tutto è servito anche a creare nuovi
entusiasmi fra i praticanti, finalmente
protagonisti diretti della pratica, come
ai Campionati Italiani Individuali, o
spettatori "famelici" durante le manifestazioni
internazionali come al Top 12
e a italia-Cina.
Non stupisca quindi, infine, il ricorso a
testimonial, a personaggi dello spettacolo
cui era destinato il compito di attrarre
interessi extrasportivi e quindi le
risorse da utilizzare per sviluppare
progetti ed iniziative. Da queste operazioni
abbiamo avuto tanto fino a
raggiungere il nostro record nel 2007
con un totale di circa 700.000 euro di
entrate tra e sponsorizzazioni e contributi
istituzionali."
Sono stati tanti anche gli interventi
di comunicazione, ci si può dire
soddisfatti?
"Si può fare sempre meglio, però…
recito a mente: spazi fissi nei quotidiani
sportivi nazionali, una rubrica radiofonica
ospitata dalla stazione più seguita
(Radio Uno Rai), la trasmissione
televisiva in diretta o in registrata degli
incontri del massimo campionato a
Squadre maschile e femminile, spazi
importanti nel palinsesto di Rai Due
durante i Giochi Olimpici di Pechino
2008. Diverse pubblicazioni: il Libro
dei 60 anni della Federazione, le Guide
al Campionato che presentano in
modo esauriente gli organici delle
squadre e tante notizie della serie A1
maschile e femminile, la nuova rivista
"Tennistavolo" finalmente disponibile
dopo alcuni anni di silenzio. Nel web il
sito istituzionale FITeT e quelli delle
diverse manifestazioni organizzate.
Ed infine la creazione della mascotte
"Effettino" il cui nome è stato scelto
dal movimento con un sondaggio. Mi
sembra che abbiamo fatto molto, soprattutto
abbiamo realizzato una serie
di iniziative che soltanto qualche anno
fa potevano sembrare soltanto sogni."
Dei grandi eventi organizzati, come
il Top 12 o Italia-Cina, si èparlato
tanto ed è inutile tornarci sopra. Invece
si può dire che l'accordo con
l'Aeronautica è una assoluta novità?
"Direi proprio di sì. La FITeT ha firmato
un protocollo di collaborazione con
l'Aeronautica Militare. Un accordo che
apre ai nostri praticanti spazi importanti
presso le strutture dislocate su
tutto il territorio nazionale, che consente
di individuare nuovi aspiranti ufficiali
di gara, che apre le porte alla
creazione di un nuovo Gruppo Sportivo
Militare per il tennistavolo con l'arruolamento
di due nostri atleti dal
prossimo anno. E' una opportunità
straordinaria a cui si è giunti grazie al
lavoro di costruzione di immagine positiva
del nostro movimento sportivo e
dell'organizzazione federale."
Parlando di pratica sportiva ed
agonistica cosa va sottolineato?
"Prima di tutto che essa esprime il
cuore pulsante dell'attività di una federazione
sportiva. Necessita quindi
di attenzioni, cure, di un impegno costante
e massiccio. Si è lavorato per
proporre cambiamenti in linea con le
esigenze e le aspettative dei praticanti
sia per quanto riguarda l'attività individuale
che a squadre. I risultati ottenuti,
in termini di partecipazione, stimolano
a proseguire, con i necessari accorgimenti,
sulla strada intrapresa. I
dati del tesseramento degli atleti italiani
ci confortano, in rapporto al generalizzato
decremento manifestato
da altre Federazioni: infatti dalla stagione
2004/2005 ad oggi abbiamo
avuto in incremento di circa il 14,67%.
Passando dai 9979 atleti della stagione
2004/2005 ai 11160 della stagione
scorsa."

Soddisfazione anche degli arbitri e
per gli arbitri?
"Sono i veri protagonisti dell'organizzazione
e gestione dell'attività sportiva
agonistica. Non a caso alcuni rappresentanti
vengono regolarmente
selezionati per le principali competizioni
internazionali (un arbitro designato
per le Olimpiadi e due per i
Campionati del Mondo). Stiamo promuovendo
una serie di azioni che
consentano di raggiungere nuove ed
ambiziose mete e il già citato protocollo
con l'Aeronautica Militare ci
consentirà di formare nuovi Ufficiali di
Gara provenienti dalle basi di quasi
tutto il territorio nazionale."
Successi anche nei rapporti con il
territorio?
"Sono stati quattro anni ma solo tre
stagioni sportive (2005/2006,
2006/2007, 2007/2008) contrassegnati
da grande determinazione a
crescere. L'attività ordinaria dei Comitati
è stata, finalmente, svolta con
continuità, sotto l'attento controllo degli
Organi Federali. La gestione a distanza
(elettronica, via web) delle
operazioni di tesseramento ha senz'altro
facilitato il lavoro amministrativo,
favorendo un miglior utilizzo del
tempo. Il Consiglio Federale ha riconosciuto
grande spazio alla consultazione
dei dirigenti territoriali e sono
state più frequenti le convocazioni
della Consulta dei Presidenti dei Comitati
Regionali. Quindi rispondo sì."
La pratica sportiva dei giovani e
dell'alto livello è stata rivitalizzata?
"Nonostante il titolo europeo di Courmayeur
2003, poi erano state impiegate
scarsa attenzione e modeste risorse
per stimolare la crescita sportiva
dei praticanti; esemplare la situazione
deficitaria delle Squadre Nazionali
Giovanili. Abbiamo investito molto
e crediamo che i frutti si possano
cominciare a vedere presto. Nell'alto
livello possiamo valutare ampiamente
raggiunto il nostro obiettivo, analizzando
non soltanto il trend dei risultati
raggiunti (4 medaglie ai Campionati
Europei, 4 ai Giochi del Mediterraneo,
3 atleti qualificati ai Giochi Olimpici
di Pechino 2008) ma anche l'entità
delle risorse dirottate dal Consiglio
Federale all'attività delle Squadre
Nazionali e all'avvio di una collaborazione
con i Comitati Regionali. Inoltre
il graduale intensificarsi delle iniziative
dedicate ai giovani e ai tecnici segnalati
e coinvolti dai Comitati Regionali
(Stages, competizioni dedicate -
Coppa delle Regioni e Ping Pong
Kids) ha suscitato nuovo interesse,
ha fatto emergere il bisogno di una
azione progettuale continuativa ed
articolata che ha dato luogo, ad
esempio, al Progetto Giovani."

Guardando al futuro quali gli obiettivi
principali in questa direzione?
"Il Quadriennio 2009-2012 dovrà esprimersi
attraverso un forte consolidamento
degli impegni destinati alla pratica
sportiva dei Giovani; all'attività di Alto
Livello e di Preparazione Olimpica;
alla Formazione. In particolare pensiamo
a progetti di sviluppo delle attività
dei Comitati Regionali, dell'organizzazione
sportiva delle Società Sportive
votate allo sport dei Giovani, delle
competenze operative di Tecnici, Dirigenti,
Ufficiali di gara. Pensiamo di impegnarci
in un ampio e motivato ricambio
generazionale delle rose delle
Squadre Nazionali, pur mantenendo
importanti obiettivi agonistici per i nostri
atleti giovani di più elevata qualificazione
come Stefanova e Bobocica. E' ragionevole
pensare che l'impulso riconosciuto
dalla FITeT all'attività dei Comitati
e Società Sportive possa tradursi,
attraverso un serio finanziamento, in
iniziative concrete destinate alla selezione
e formazione dei giovani motivati,
generando una importante crescita
nel livello della pratica e anche della
qualità. Sono consapevole che il secondo
mandato sarà più diificile del primo,
ci saranno aspettative maggiori
perché risultati coma la tv e l'Aeronautica
sono punti di partenza formidabili
da migliorare e altri come il bilancio o
l'aumento di personale, magari meno
appariscenti all'esterno, sono altrettanto
importanti e significativi. Mi propongo
comunque di impegnarmi a consolidare
quanto fatto e sviluppare il settore
amatoriale, i rapporti con la scuola, il
settore femminile, il miglioramento della
qualità tecnica dei giovani e il numero
di palestre per il tennistavolo che
merita di essere potenziato."